Castello di Finocchieto – Stroncone (TR)
Cenni Storici
È una frazione del comune di Stroncone (TR), di circa 200 abitanti e si trova a 459 m s.l.m..
La prima notizia di “Fenocletto” si ha nell’anno 813, quando Acerisio di Teudemondo dona all’abbazia di Farfa i beni dei suoi fratelli, posti in quella località.
Il Regesto di Farfa riporta infatti: “Acerisio figlio dello sculdascio Teudemondo dona al Monastero i beni venutigli dai suoi fratelli e posti nei luoghi chiamati Val di Tiba, Cerrusruptus e in Fenoccletto”.
Tale donazione compare anche nel database online dei documenti legali dell’impero carolingio realizzato dal King’s College di Londra e denominato “The Making of Charlemagne’s Europe (768-814)”.
Finocchieto compare, infatti, con il nome medievale di Fenocclettum, come uno dei 3 possedimenti donati per il bene della sua anima da Acerisio all’abbazia di Farfa.
Nel 1225 Finocchieto passò sotto la giurisdizione della cattedrale di San Giovenale di Narni, a cui doveva un tributo annuale nella forma di un cero di 5 libbre.
Un documento del 1277 attesta che i castelli circostanti (Finocchieto, Capitone, Balduino, Lugnola, Rocca Carlea) erano appartenuti a Narni da lungo tempo.
Nel 1527 il territorio fu saccheggiato dalle truppe tedesche e spagnole del principe d’Orange, venuto a Narni.
Nel 1543, infine, vi fu una contesa territoriale legale per la definizione dei confini con il castello di Castiglione.
La prima porta d’ingresso, costruita con conci quadrati e scalpellati, è chiusa in alto da un arco a tutto sesto e da una cornice di mattoni rossi sporgenti a punta.
Al centro dell’arco una iscrizione del seguente tenore:
M (ASTRO) PETRU LUCA- 1449.
La chiesa parrocchiale, improntata a quel semplice romanico, tipico delle costruzioni in ambiente rurale è dedicata al patrono San Vincenzo martire, diacono di Saragozza, martirizzato nel IV secolo durante l’impero di Diocleziano;l’anniversario della sua morte viene ricordato ogni anno, il 22 gennaio, con una solenne e sentita festa popolare.
Fu probabilmente edificata verso la fine del sec. XIII sul mastio del primitivo castello.
Il campanile a vela a doppio fornice è ricavato sul prolungamento della facciata.
Su un portale laterale è incisa la data 1532.
Il portale principale, raggiungibile salendo i gradini, con gli stipiti in blocchi di pietra, termina in alto con l’architrave in spesso monolite.
In un travertino, a destra, sono scolpiti elementi figurativi a rilievo e delle scritte, una mano con l’indice teso ad indicare il nome dello scalpellino (Abatino De Guasparo de castro Fenocleti) sotto, una colomba sopra un ramoscello d’ulivo ed al centro il monogramma di San Bernardino.
A sinistra, in un tondo chiuso da mattoni rossi, appare la seguente iscrizione:
SANCTUS VINCENTIUS BEATUS LIBERASTI QUI ISTUM CASTRUM.
All’interno la chiesa si presenta ad una navata rettangolare terminante sul fondo nell’abside con due finestrelle.
La copertura è realizzata con travicelli di legno ed è sostenuta da quattro arcate ogivali.
Superata la porta d’ingresso si può ammirare la acquasantiera decorata con elementi floreali risalente al 1489; sul lato destro della navata, entro una nicchia, una Madonna del Carmelo, opera del XVIII secolo.
Poco fuori del centro storico troviamo una chiesina rurale ad unica navata costruita nel 1649 e intitolata alla Madonna del Carmine.
L’architettura è tipica dell’edificio votivo con due finestre in laterizio disposte simmetricamente ai lati del portale ed una al di sopra a dar luce.
Il piccolo campanile a un solo fornice è disposto centralmente.
Unico ornamento del semplice interno è il venerato affresco della Madonna del Carmine.
Poco più lontano, in prossimità del cimitero, sorge un piccolo oratorio dedicato alla Vergine ed edificato nel 1530, come da data incisa sopra il portale.
Vi si trova affrescata un’ingenua raffigurazione della Madonna col Bambino tra San Vincenzo e un altro santo.
Fonti documentative
http://www.turismostroncone.it/
https://it.wikipedia.org/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.