Castello di Duesanti – Todi (PG)

Del munito castello medievale difeso da forti mura e da ben cinque torrioni, non rimane che una struttura moderna.

 

Cenni Storici

Il castello di Duesanti, uno dei più importanti e ricchi di storia, sorge su un crinale compreso fra due torrenti: il fosso di Petroro a nord e il fosso di San Damiano, il primo confluisce nel Tevere, il secondo confluisce nel Rio il quale a sua volta sfocia nel Tevere a Ponte Rio.
Il territorio sin dall’antichità era attraversato da un diverticolo della via Flaminia e ciò ha favorito l’insediamento di coloni romani.
Nel 42 a.C. infatti i soldati della XLI legione di Ottaviano Augusto furono inviati nell’agro tudertino, che era già “civitas romana” a pieno diritto, a fondare la “Colonia Julia Fida Tuder“.
Essendo la legione composta da oltre 6000 uomini, si deve supporre che al seguito ci siano state intere famiglie di legionari che hanno popolato il territorio favoriti dalla felice posizione del luogo, la ricchezza delle acque e la vicinanza della via Flaminia.
Diversi reperti dell’insediamento romano sono stati trovati a Duesanti , tra cui fregi di trabeazione e metope, tanto da far ipotizzare la presenza di un tempio nei pressi della chiesa vecchia; sicuramente i Romani con il loro arrivo hanno imposto la loro religione ed hanno costruito residenze e templi dedicati alle loro divinità.
In merito al nome Duesanti bisogna risalire al 302 d. C. durante le persecuzioni dei cristiani e il 2 e 3 settembre di quell’anno furono martirizzati nei pressi di Cecanibbi due santi Sant’Antonio eremita e Sant’Antonino sacerdote venuti da paesi lontani per sfuggire alla persecuzione di Diocleziano e furono sepolti poca distanza in un luogo, dove poi sorgerà il paese, che prese il nome da loro: Duesanti.
I loro corpi, nel secolo VII, per sottrarli alle manomissioni dei longobardi che signoreggiavano nella zona, furono trasportati nella campagna di Gualdo Cattaneo più sicura e più lontana dalle vie di comunicazione.
Il corpo di S. Antonio venne sepolto sul colle detto di S. Antonio, dove i fedeli eressero un oratorio in suo onore, mentre il corpo di S. Antonino, forse perché sacerdote, venne sepolto in un luogo più vicino a Gualdo, detto Collettino, sul quale i fedeli eressero una Chiesa di maggiori proporzioni, tanto da essere elevata a centro di vita parrocchiale.
I corpi dei due Martiri furono poi traslati il 2 settembre 1262 dalle loro Chiese di campagna nella nuova Pieve di Gualdo Cattaneo.
Il culto per i due martiri è stato sempre vivo nei secoli seguenti, come attestato dalle visite pastorali dai vescovi di Spoleto a Gualdo Cattanno, nella cui chiesa matrice, a loro dedicata, sono conservati in un’urna i resti mortali dei due santi.
Le vicende storiche del castello di Duesanti s’intrecciano con quelle di Todi e in particolare con la lotta fra la guelfa famiglia Atti e la ghibellina famiglia Chiaravalle, che si contendevano nel XIV e XV sec. il dominio della città e del suo territorio.
La storia medievale, caratterizzata dalle lotte fra il Papato e l’impero, e quindi fra i guelfi e i ghibellini, permise nelle città l’affermarsi di potenti famiglie, sostenitrici dell’uno o dell’altro partito e sempre in lotta fra loro.
A Todi la lotta fra queste due fazioni si concluse nel 1496 quando la parte guelfa che era stata cacciata dalla città fu richiamata dal popolo e rientrò; la mattina del 16 agosto il castello di Todi fu posto sotto assedio, Altobello Chiaravalle ed altri della fazione ghibellina furono uccisi e le case incendiate e così accadde per gli altri castelli di fede ghibellina e fra questi anche Duesanti.
Si narra che la ferocia della gente superò ogni limite tanto che il corpo di Altobello fu sbranato dalla folla e dai cani con pezzi del corpo sparsi e qualcuno si dice l’abbia arrostita e mangiata.
Il castello di Duesanti era stato conquistato dai Chiaravalle nel 1472 con una violenta azione militare e successivamente lo avevano fortificato; fu riconsegnato Todi nel 1497 e nell’agosto dell’anno dopo fu di nuovo ripreso da Altobello, ma pochi giorni dopo la sua morte come detto, Ludovico Atti che guidava una coalizione con Cesare Borgia lo riconquistò e lo mise a ferro e fuoco.
In data 18 luglio 1534 Venturino Atti, priore della cattedrale di Todi e pievano della chiesa di S. Maria del castello di Duesanti fece si che la stessa fosse unita alla massa capitolare e così rimase per molti secoli.
Nel cinquecento, il secolo del Rinascimento, realizzano Grandi Opere, a Todi il Tempio della Consolazione e a Perugia la Rocca Paolina ed il popolo è chiamato a contribuire con un certo numero di operai a spese della comunità.
Emblematico è il caso di due operai di Duesanti che impegnati a Perugia alla costruzione della Rocca, arrivati il mercoledì se ne vanno il venerdì per l’incertezza della paga che non arrivava e non avevano di che mangiare.
L’esempio fu seguito da altri tanto che di 50 operai ne rimasero 28.
Nel castello di Duesanti era presente, sin dal XV secolo un ospedale per pellegrini e ammalati dedicato a San Pietro nonché un Monte Frumentario gestito dalle due confraternite presenti, quella del SS. Rosario quella del SS. Sacramento.
Nel 1650 il Comune di Todi concede la costruzione di una nuova chiesa all’interno delle mura castellane, originariamente dedicata alla Santissima Concezione e Sant’Antonio da Padova che andrà ad affiancare quella di Santa Maria fuori le mura.
Alla metà dell’Ottocento il paese conta 587 abitanti ed è il più popoloso paese della zona.
Fra i personaggi illustri a cui Duesanti ha dato i natali c’è l’onorevole Ludovico Maschiella nato da una famiglia di contadini nel 1923, deputato per tre legislature fino al 1976 dopodichè è stato consigliere ed infine Sindaco di Bastia Umbra.
Il più illustre personaggio nato a Duesanti però è il famoso condottiero Erasmo Gattamelata ( conosciuto come “da Narni”)che ha trascorso solo pochi anni della sua infanzia al paese trasferito poi a Narni con i suoi genitori.
Questa natalità è un pò dibattuta, ma sembrerebbe credibile.
 

Aspetto

Il paese ha perso definitivamente l’aspetto castellare e se si pensa che nel medioevo era cinto da robuste mura e difeso da ben cinque torrioni, oggi sembra incredibile; architettonicamente ha mantenuto la forma che ricalca l’antica costruzione, ma l’abitato è oramai costituito da case moderne e quasi nulla è rimasto della struttura originale, se si esclude un brandello di muraglione a ridosso della nuova chiesa che fu costruita proprio sulle mura del castello.
Altra nota che riporta all’antica struttura è la forma curvilinea dei fabbricati nella parte est del paese.
 

Fonti documentative

R. Primieri – Duesanti storia arte e tradizioni di un paese e della sua gente – 2006
F. Mancini – Todi e i suoi castelli – 1960
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Maria Assunta (Ruderi)
 

Mappa

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