Castello di Dignano – Serravalle del Chienti (MC)

La sua posizione offre una veduta meravigliosa sulla piana di Colfiorito.

 

Cenni Storici

Dignano è un piccolo borgo appartenente al Comune di Serravalle del Chienti che si eleva a 885 metri s.l.m. e probabilmente il suo prediale in –anum risale al IV-V secolo e alcune tombe dell’epoca sono state rinvenute presso l’attuale cimitero; è posizionato sull’altopiano Plestino con una meravigliosa veduta sulla piana sottostante.
Secondo il Mengozzi l’abitato sorse sulle rovine di Plestia; il 27 gennaio 1240 il Card. Sinibaldo Fieschi donò ai Camerinesi il Castello di Serravalle e numerosi altri castelli compreso quello di Dignano che all’epoca era un possedimento dei Conti di Baschi che erano i principali rappresentanti Ghibellini dell’Umbria.
Nel 1265 lo stesso Comune riceveva le sottomissioni degli uomini delle comunità di Rocchetta e di Percanestro-Elci, sottomissioni fatte con il consenso dei Signori del luogo, vassalli della famiglia Baschi; si tratta però di un consenso formale poiché quei terreni erano stati confiscati dalla Chiesa ai Baschi ghibellini, tanto è che il 5 febbraio 1296 papa Bonifacio VIII ne rivendicò la giurisdizione.
Dignano era un castello a statuto speciale compreso tra le terre raccomandate del Comune di Camerino e incluso dal 1265 nel distretto di questa città, per una consuetudine attestata fin dal 1233, era un feudo esente, da ogni carico fiscale che dovesse essere corrisposto alla Camera ducale di Spoleto sotto la cui giurisdizione provinciale era posto.
Nei secoli XVI-XVIII il castello di Dignano contava una ottantina di fuochi, una popolazione quindi che oscillava tra le quattrocento e le quattrocentocinquanta anime; nella Visita apostolica del Camaiani effettuata nell’anno 1573 viene riportato che la comunità parrocchiale conta 90 famiglie di cui non vengono definite nello specifico il numero delle anime, ma si va in media dalle 400 alle 450.
Su un’altura fronteggiante il paese, esisteva un castelliere preistorico in località detta ancora oggi il Castello situato a m. 1059, era considerato un luogo sacro, ora è appena accennato da una croce, tanto che fino a qualche decennio fa, i fedeli accedevano processionalmente il giorno dell’Ascensione portando sulle spalle una pesante pietra prelevata nell’ultimo tratto dei pellegrinaggio, alla maniera dei pellegrini di S. Giacomo di Compostela; questa veniva recapitata al Santuario come atto di omaggio, fenomeno largamente diffuso in tutta Europa.
Al 1263 risale l’organizzazione militare del territorio, da parte dei comuni di Camerino, Foligno e Spoleto, con la costruzione o il riassetto dei castelli di Verchiano, Popola, Colfiorito ed Annifo da parte del comune di Foligno; di Elci, Percanestro, Rocchetta, Dignano e Serravalle da parte di Camerino; mentre sul corridoio tra le due elencate catene parallele di difesa si incuneavano due fortificazioni costruite dagli Spoletini: Acquafranca e Montesanto.
In uno strumento di vendita, datato 18 marzo 1264 il conte Tommaso di Bonconte, figlio di Ugolino Bonconte de Vassci (Baschi), vendette a Rinaldo di Napoleone il castello di Dignano al prezzo di 3000 libre.
Il castello che era di Camerino fronteggiava dalla collina il castello di Colfiorito di pertinenza folignate, per di più la presenza della palude plestina rendeva vaghi i confini, e non dirado si creavano dissidi in materia di sconfinamenti.
Dopo l’ennesimo scontro, sorto per cause ignote, tra gli abitanti di Colfiorito e quelli di Dignano, fu concordato un incontro al vertice sui luoghi per il 29/9/1345: Ugolino Trinci e Gentile Varano in tal modo riuscirono a riportare la pace tra quelle popolazioni, determinando gli esatti confini nella pianura di Plestia, indicati da “forme“, canali oggi non più visibili.
Il sindacato del castello di Dignano fu pertinenza del Comune di Camerino ma ecclesiasticamente nel 1138 la Pieve di Plestia con le sue chiese dipendenti appartenne alla Diocesi di Foligno; nel 1239 però non compare più tuttavia tra le chiese del folignate; incerta la data quando passò alla diocesi di Nocera Umbra.
Ancora ai nostri giorni le parrocchiali di Castello di Serravalle di Chienti e di Dignano sono in comune di Serravalle di Chienti, provincia di Macerata, ma appartengono alla diocesi di Nocera Umbra.
In questa parte di Appennino cominciano a diffondersi i Monti frumentari di cui uno era presente anche a Dignano che fu eretto probabilmente sul calare del secolo XVI e tutelato dalla Congregazione di Carità del Comune di Serravalle.
Il 28 dicembre 1638 Virgilio Florenzi, vescovo di Nocera, ristrutturò il Monte dotandolo di 40 rubbie di grano e ne riformò gli statuti; fu soppresso nel 1861.
Nel 1927, alcune frazioni del comune di Serravalle di Chienti, fra cui Dignano, chiesero l’aggregazione al comune di Foligno; si trattava di Borgo, Taverne, Cesi, Corgneto, Costa, Acquapagana, San Martino, Attiloni, Civitella, Colcurti, Forcella, Elci, Voltellina, Col Pasquale, Madonna del Piano; nella richiesta di assorbimento dichiaravano di formare “un’individualità propria che non sente la necessità di rapporti” con Serravalle di Chienti, loro capoluogo comunale; tale annessione al folignate dimostrava la loro prossimità agli Altipiani e a Colfiorito di cui si sentivano parte integrante.
 

Aspetto

Il castello ha perso tutte le sue caratteristiche difensive, solo nella parte ovest è ancora leggibile una parte della cinta muraria e un bastione di difesa.
L’interno è stato completamente ristrutturato in seguito ai danni del terremoto del 1997 e gran parte delle architetture medievali sono state cancellate, rimane una finestra del sec. XV all’interno di un edificio denominato Palazzetto Corsi.
Un altro edificio conserva portale e finestre del XVII secolo.
La frazione di Dignano in questi ultimi anni si è arricchita di ville per il soggiorno estivo.
 

Sacro Crocefisso festa triennale e origine

La miracolosa immagine del Crocefisso è conservata nella chiesa parrocchiale sull’altare Maggiore e da sempre c’è stato l’impegno dei Vescovi per questa sacra immagine.
Il Crocefisso ligneo databile intorno al XV sec., secondo il mito di fondazione, fu miracolosamente trovato da un agricoltore mentre arava il suo campo; ben presto divenne meta di piccoli pellegrinaggi e ogni tre anni processionalmente si porta lungo le vie del paese con larga partecipazione dei fedeli dei villaggi vicini.
 
 
 

Chiesa di San Lorenzo

La chiesa, oggi dedicata a S. Lorenzo, sorge su di un piccolo poggio nella parte più alta del castello; in origine era dedicata a Santa Maria, più tardi viene menzionata con il titolo di Santa Maria e San Lorenzo.
La chiesa di Santa Maria in Dignano, viene citata in un breve di Innocenzo III (1210) quando elenca al Vescovo di Foligno i suoi possedimenti, dopodichè passò alla Diocesi di Nocera, da come si evince dal versamento delle decime effettuate per suo conto dal rettore di Santa Maria di Plestia ricadente in questa Diocesi.
Ad oggi la chiesa è inagibile per gli effetti del terremoto del 2016.
 

Aspetto esterno

Presenta una facciata con tetto a spiovente e due particolari oculi per l’illuminazione interna costituiti da un quarto di cerchio; il portale è in mattoni soprastato da una lunetta.
Le pareti esterne sono rinforzate con contrafforti a scarpa ed il campanile a torre sporge nella parete di sinistra.
 

Interno

L’interno è a navata unica scandita da lesene che delimitano le campate con 4 altari laterali oltre all’altare maggiore; in controfacciata una cantoria con un organo a canne.
Il primo altare di sinistra è dedicato a San Sebastiano dove nella parte alta sopra la cornice vuota una nicchia contiene la statua del santo Titolare.
Il secondo altare è dedicato all’Annunciazione dove campeggiava un affresco ora non più leggibile.
Il primo altare di destra è dedicato alla Madonna e all’interno c’era in una nicchia sopra l’altare una statua della Madonna; ora in questa cappellina sono state deposte le campane rimosse dal campanile pericolante.
Il secondo altare di destra è dedicato alla Sacra Casa di Loreto dove persiste un affresco rovinato del XVI sec. che raffigura gli angeli che trasportano la Casa.
L’altare maggiore conteneva il Sacro Crocefisso che per ragioni di sicurezza, insieme a tutte le opere di pregio è stato trasferito nella chiesa nuova provvisoria nel Campo con le casette di legno donate ai terremotati.
 
 
 

Chiesa nuova

Più che una chiesa vera e propria è una casetta di legno inserita nel Campo terremotati e destinata a luogo di culto; all’interno, protette da un sofisticato sistema di allarme, sono conservate tutte le opere di pregio trasferite dalla chiesa inagibile.
Passando alla fase descrittiva possiamo dire che in controfacciata ci sono due Croci processionali, mentre nella parete di sinistra accanto ad una piccola tela con un Santo Francescano forse Paoluccio Trinci, troviamo una grossa tela, bisognosa di un restauro, che raffigura la Madonna in trono con il Bambino affiancata da San Lorenzo e San Pietro alla sua destra e San Paolo e San Marco evangelista alla sua sinistra.
Il dipinto è di ottima fattura e attribuibile alla scuola peruginesca.
Nell’angolo a sinistra dell’altare tre statue: Sacro Cuore di Gesù, La Madonna e Sant’Antonio abate, alle spalle un quadro con la Morte di San Giuseppe.
A destra dell’altare il Sacro Crocefisso del XV sec. di cui quest’anno (2023) ricorrono i festeggiamenti triennali, segue un busto bronzeo con le reliquie di San Lorenzo e una statua della Vergine.
Alle spalle della statua un quadretto con San Rocco e a fianco un’acquasantiera in pietra.
A metà parete sinistra una grossa tela raffigura la Madonna con Bambino assisa tra le nuvole che consegna lo scapolare ad un Santo Vescovo e altro Santo, al centro le anime del Purgatorio portate in Paradiso dagli angeli.
Chiude la parete una grande tela con la Madonna del Rosario tra san Domenico e Santa Caterina da Siena circondata dai 15 misteri del Rosario.
 
 
 

Fonte dell’aria

Nelle vicinanze del paese, lungo il tragitto che porta a Monte Castello, ad un bivio si trova una caratteristica fonte con abbeveratoi in pietra.
Il luogo è ombreggiato da secolari piante e nella scarpata che la fronteggia sono stati ricavati sedili anch’essi in pietra.
E’ denominata la Fonte dell’Aria, forse per la sua posizione su un piccolo avvallamento caratterizzato da tiepide correnti che soprattutto nei giorni di afa rendono il posto particolarmente adatto per una fresca scampagnata all’aperto.
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio sentitamente per la loro disponibilità, la pazienza e la loro capacità descrittiva le ragazze Monia e Francesca che hanno tralasciato il loro lavoro di allestimento della festa del Crocefisso per dedicarmi il loro prezioso tempo.
Spero di aver ripagato almeno in parte la loro cortesia attraverso questo mio modesto lavoro.
 

Fonti documentative

M. Sensi – Vita di Pietà e vita Civile di un altopiano tra Umbria e Marche (sec. XI-XIV)- 1984
Giovanni Mengozzi – De’ Plestini Umbri – 1781
B. Lattanzi – Storia di Foligno; dalle origini al 1305 – 1994
M. Sensi – Santuari Terapeutici di frontiera nella montagna folignate – in Bollettino storico della città di Foligno 1980
Plestia si racconta dalla “Fiera” alla “Sagra della patata rossa” a cura di Don Mario Sensi in Quaderni della Sagra della patata rossa 2
F. Bettoni M. R. Picuti – La montagna di Foligno, itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
 

Mappa

Link alle coordinate: 43.019423 12.924780

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