Castello di Collestatte – Terni


 

Cenni Storici

L’abitato è costituito da una parte antica, sulla sommità di un colle (351 m s.l.m.) e dalla parte nuova, più in basso, denominata Collestatte Piano, complessivamente con 397 abitanti secondo il censimento del 2001.
Antica curtis del ducato longobardo di Spoleto; nell’856 la Pieve di Santa Maria di Collestatte faceva parte della diocesi di Terni, secondo il privilegio concesso da Benedetto III.
Le invasioni saracene della fine del primo millennio spinsero i coloni dispersi nei piccoli agglomerati di pianura a costruire una struttura fortificata, una torre di guardia che difendeva tutta la bassa Valnerina, intorno alla quale pian piano è venuto a crescere il centro abitato: la centralità delle vie di accesso e la presenza di una ricca fonte che per secoli ha rappresentato per Collestatte una vera ricchezza, ha favorito il nascere dell’insediamento.
Attorno all’anno mille alcuni monaci dell’abbazia di Farfa, che officiavano la Pieve, insidiarono una donna del luogo e per rappresaglia furono massacrati, ciò provocò la reazione del potente abate che inflisse le prime distruzioni al castello.
Nel 1077 fece parte della confederazione guelfa dei piccoli comuni, promossa da Matilde di Canossa.
Con il nome di Colle Stacti, è citato per la prima volta nel 1090, come possesso del ducato di Spoleto.
Verso il secolo XI fu possedimento dell’Abbazia di Farfa, fu poi possesso dell’abbazia di Ferentillo e ne seguì le sorti quando, nel 1190 fu sottoposta a Spoleto.
Poi i territori furono ceduti dall’Abate alla Curia Romana, ma, nel 1247, il cardinale Capocci ne riconfermò il possesso alla città ducale.
Nel 1260 Collestatte confermò la sottomissione al Comune di Spoleto, ricevendone il podestà e giurando obbedienza.
Nel 1264 il castello fu occupato da soldati musulmani e tedeschi, alleati di re Manfredi, ma subito riconquistato dalle milizie guelfe.
Nel 1270 era concesso agli Spoletini di erigere fortificazioni sul vicino poggio di Santa Maria, nel luogo ove poi sorse Torre Orsina.
Nel 1271 Collestatte prestava giuramento di fedeltà a Orso Orsini, divenendo feudo di tale famiglia, pur mantenendo la dipendenza da Spoleto.
È citato da Jacopone da Todi (fine 1200) nella poesia “Frate Ranaido, do’ si andato?“.
La chiesa di Santa Maria è menzionata ancora come pievania nel Codice Pelosius, ma è già indicata come “sine cura” e il fonte battesimale trasferito all’Abbazia di San Pietro in Valle.
Nel 1441 Spoleto confermava a Pier Angelo Orsini, come vicario della città il dominio sui castelli di Collestatte e Torre Santa Maria, d’ora in poi chiamata Torreorsina.
Nel Cinquecento gli Orsini emanarono gli statuti di Collestatte e le successive riformanze.
Il 29 gennaio 1577 Gregorio XIII concede l’indulgenza plenaria a chiunque visiti la chiesa di Santa Croce di Collestatte, sede della confraternita del Santissimo Sacramento, nei giorni delle feste del ritrovamento della Santa Croce e della nascita della vergine Maria.
Nel 1589 gli Orsini cedono parte delle loro terre alla Camera Apostolica.
Nel 1627 Torreorsina si separa da Collestatte, sottraendole un quarto del territorio.
Il 29 maggio 1653 il vescovo di Spoleto Laurentius Castruccius, a seguito della soppressione del convento di Santa Croce di Collestatte in vigore di una costituzione di Innocenzo X, annette la suddetta chiesa alla collegiata di San Pietro di Collestatte.
Tra il 1661 e il 1665 i diritti feudali su Collestatte e Torreorsina furono ceduti alla famiglia ternana dei Manassei, cui gli abitanti, nel 1719, giurarono fedeltà.
Agli inizi dell’ottocento anche la Chiesa fu risistemata ed unita all’antica torre che proprio in quel periodo venne destinata ad uso religioso, come campanile.
Nel febbraio del 1799 i due castelli parteciparono alla rivolta anti francese, chiedendo però subito perdono per evitare la sorte di Arrone, data alle fiamme.
Dopo la restaurazione pontificia il castello entrò a far parte della delegazione di Spoleto e nel 1818 Collestatte divenne, per un breve periodo, appodiato di Torreorsina.
Con l’istituzione della Provincia dell’Umbria il 13 dicembre 1860, Gioacchino Pepoli, regio commissario straordinario, divise il territorio in circondari, includendo, per un breve periodo, il Comune di Collestatte in quello di Terni.
Nel 1898 vi venne aperta una fabbrica per la produzione di carburo di calcio.
Comune autonomo facente parte fino al 1927 della provincia di Perugia, fu accorpato nello stesso anno al comune di Terni.
 

Aspetto

L’organizzazione urbanistica dell’abitato è ancor oggi disposta secondo uno schema di tipo centrifugo, con un sistema di assi e viottoli che a ventaglio si dipartono dalla piazza San Pietro, proprio a ridosso della torre ora campanaria, ed abbracciano l’intero abitato.
 
 
 

Chiesa di San Pietro apostolo

La Chiesa di San Pietro apostolo, ha origini antichissime antecedenti all’XI secolo, e attiva come parrocchia dal 1564 al 1861, è ricca all’interno di notevoli testimonianze di storia dell’arte: la pala dell’Altare maggiore risale al 1500 e probabilmente fu realizzata in occasione del Giubileo.
È riferibile alla bottega dell’Alunno ed è coronata da una cornice lignea classica, con cimasa a due volute.
Nella stanza battesimale, protetta da una cancellata in ferro, di gusto liberty, sono conservati una vasca decorata da putti alati con festoni, risalente al ‘400, un tabernacolo a muro per l’olio santo e un fonte battesimale a conca, datato 1543 e recante lo stemma della famiglia Orsini.
Infine in una nicchia posta a metà della parete sinistra è conservata una statua di San Sebastiano, di chiara ispirazione alla scuola dell’Alunno, proprio come la Pala d’Altare.
Lungo la via della Santissima Trinità, che si inerpica ripida lungo il paese, si trova l’omonima chiesa, ora abitazione privata.
All’interno dell’abitato è possibile incontrare numerosi ingressi in travertino che recano lo stemma degli Orsini, ciò a testimonianza che il rinnovamento edilizio è avvenuto nello stesso periodo.
In seguito fu la famiglia Manassei a giocare un ruolo importante nella riorganizzazione urbanistica del paese: in particolare a partire dall’XVIII secolo furono risistemate la piazza san Pietro, completata con il loro palazzo addossato alla chiesa e la costruzione sul lato opposto di due palazzine gemelle, anche esse recanti lo stemma dei Manassei.
Ora il Palazzo della Nobile famiglia è sede della delegazione comunale.
Di fronte alla chiesa si trova il settecentesco Palazzo Vitali, con decorazioni in stucco alle finestre, simili a quelle del vicino Palazzo Manassei.
Fuori dal paese, sulla strada per la Chiesa di San Liberatore si può ammirare la chiesina di San Rocco, lungo via Fonte di Santa Maria, salendo dopo il bel fontanile si incontra sulla sinistra la chiesa di Santa Maria in Maiano, risalente all’XI secolo e ora abitazione privata.
 

Fonti documentative

FABBI A. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FABBI A. Storia dei comuni della Valnerina Abeto (PG), presso l’autore, 1976
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
Hydra studi sull’area naturale protetta regionale Parco Fluviale del Nera – Autori Vari, a cura di Miro Virili Edizioni Thyrus 2008
GUERRINI GIUSEPPE Le Chiese di Santa Maria Spoleto 2007
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876

http://bctdigitale.comune.terni.it/

http://www.umbriaonline.com/Terni_collestatte.phtml

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=28397

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Liberatore
Castello di Torreorsina
 

Mappa

Link coordinate: 42.569971 12.727170

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