Castello di Certalto – Umbertide (PG)
Cenni Storici
Il castello si trova in una posizione geografica che interessa una delle zone percorse tra il VII ed VIII secolo dalla linea di frontiera che divideva i Bizantini dai Longobardi quindi non è da escludere un interesse strategico del sito sin da quell’epoca con una frequentazione sin dall’alto medioevo.
Caratterizzato da una posizione estremamente strategica, con precipua e marcata finalità difensiva, il castello di Certalto fu pertinenza dell’Abbazia di San Salvatore di Monte Acuto sin dalla prima metà del secolo XII, ha sempre rappresentato una preda molto ambita dai comuni limitrofi, che entrarono ripetutamente in lotta tra loro per accaparrarsene il controllo.
Il monastero, forte dei suoi numerosi privilegi, fra questi vi è quello di Eugenio III del 1145 che attribuisce il castello tra le proprietà confermate dal papa, tentò di contenere ogni forma di ingerenza esterna sull’insediamento, riuscendo a conservarne la proprietà ma vedendosi privato a tratti dei diritti di natura giurisdizionale.
La più antica testimonianza documentaria certa relativa a Certalto risale al 1203 quando Bernardino, console dell’insediamento, sottomette il castello ad Ugolino Frontini, podestà di Gubbio.
Gli uomini di Certalto, con il pieno consenso dell’abate di San Salvatore di Monte Acuto, proprietario del castrum e loro signore, si sottomettono al comune di Gubbio.
La strategica posizione del castello, sito tra le diocesi e i comitati di Gubbio e Città di Castello, fa si tuttavia che il comune tifernate si opponga da subito alla sottomissione, avviando così un lungo conflitto con il comune eugubino.
Si ebbe ben presto un crescente stato di tensione tra le due città una vera e propria militarizzazione della zona, il comune di Gubbio prende possesso di Certalto nel 1208 provvedendo immediatamente a potenziarne le difese, ponendovi stabilente dei soldati a tutela.
L’Ente religioso proprietario cerca di tutelare i suoi beni di fronte a queste diatribe ed ecco che nel 1210 l’Imperatore Ottone conferma all’Abbazia il Castello oltre che un numero notevolissimo di beni sui quali il monastero ha completa giurisdizione; a questa si aggiunge il diploma di Federico II del 1220 in cui l’abbazia viene di fatto sottratta alla giurisdizione di qualsiasi comune cittadino nei cui territori l’ente religioso avesse uomini o possedimenti.
Poco tempo dopo tuttavia è Città di Castello che, determinato ad estendere i confini del proprio contado e a rafforzarne il controllo occupano militarmente il castello e nel 1232 costringono gli abitanti di Certalto a giurare fedeltà a Bonaventura di Rinaldo, podestà dei tifernati il quale simbolicamente riconosce la proprietà all’Abbazia donandole le chiavi, ma riservandosi il diritto di imporre tasse e convocare in assemblea i castellani.
Nel 1238 il castello di Certalto è occupato nuovamente dagli eugubini che tentarono di demolirlo, se non ci fosse stato l’intervento del comune di Perugia interessato a preservare l’ordine in quei luoghi immediatamente a ridosso dei confini territoriali del suo contado.
Appena pochi mesi dopo tuttavia il comune di Città di Castello cinse d’assedio Certalto, arrecando ingenti danni sia alla “muraglia” esterna sia alle strutture interne, quali “torre, palazzo, cisterna e case di abitazione“, infine, dopo aver messo in fuga gli abitanti, l’esercito tifernate sottopone il castello anche ad un violento saccheggio, razziando “grano, vino e biade“.
Fu necessario a questo punto l’intervento dell’Imperatore Federico II che minacciando pesanti sanzioni placò il Comune Tifernate e quello di Gubbio.
Nel frattempo però i Signori Sioli che avevano avuto dal monastero in enfiteusi la proprietà reclamano il risarcimento dei danni ammontanti a 24.000 libbre di buoni denari lucchesi; il tribunale imperiale però che in quegli anni aveva stretto legami di collaborazione con Città di Castello non concede nessun risarcimento così il fortilizio versa in pessime condizioni fino al 1246 quando si comincia a ricostruire su impulso del Comune di Gubbio.
Nel XIV secolo con l’avvento del cardinale Albornoz cambia radicalmente la strategia militare tesa a costruire nuove ed imponenti rocche e la maggior parte degli insediamenti fortificati vedono sfumare la loro strategia difensiva; fu così anche per Certalto che nel 1326 gli abitanti dell’insediamento eleggono un proprio sindaco.
L’organizzarsi di una comunità divenuta ormai di un certo rilievo porta evidentemente gli uomini del castello a dotarsi di una magistratura in grado di tutelare maggiormente i loro diritti nei rapporti con i rappresentanti del comune di Gubbio, al quale il castrum continua ad essere sottomesso.
La perdita dello scopo difensivo trova la sua definitiva conferma nel 1350 e nel 1377 quando il comune tifernate e il comune eugubino decidono di superare i rapporti conflittuali e stabiliscono pacificamente di condividere la giurisdizione del castello.
Nel 1414 l’Abate di San salvatore concede in enfiteusi il fortilizio a Città di Castello e fu questo il periodo in cui furono promossi numerosi interventi di restauro e consolidamento intrapresi dagli abitanti dell’insediamento previo parere positivo espresso dal Comune Tifernate.
Nel 1403 fu edificato un torrione per potenziare l’apparato difensivo; Galeotto di Guido degli Oddi, commendatario di San Salvatore di Monte Acuto nel 1473 riconferma l’enfiteusi del castello al comune tifernate e nei secoli successivi Certalto continua a ricadere stabilmente sotto il dominio di Città di Castello che paga il canone fino al 1629 quando l’insediamento è ormai “diventato un mucchio di sassi“.
Ridotto praticamente allo stato di rudere, il castrum non suscita più alcun interesse, tanto che nel 1639 l’abbazia ne riprende definitivamente il possesso.
Oggi quel che resta del fortilizio si trova nel Comune di Umbertide.
Aspetto
Quel che resta di Certalto oggi è una torre quadrangolare contornata da un ammasso di macerie, però da alcuni disegni ottocenteschi ripresi forse da precedenti rappresentazioni, possiamo avere un’idea alquanto precisa di quello che in origine possa essere stato il fortilizio.
Il castello, situato sulla parte sommatale di una altura, era molto probabilmente circondato da una vasta porzione di terreno mantenuta volutamente priva di vegetazione, così da garantire un’ampia visibilità ed evitare eventuali attacchi improvvisi.
Era circondato da un fossato, capace di cingere il sito per tutta la sua estensione; un ponte levatoio, costituito anche soltanto da un semplice tavolato ligneo, doveva pertanto permettere l’accesso al castello.
All’interno del circuito murario, oltre alle strutture abitative, nelle fonti scritte è citata la presenza sia di un molino, azionato verosimilmente a mano o mediante il ricorso ad una trazione di tipo animale, sia di una cisterna, fondamentale per l’approvvigionamento idrico di un insediamento distante da sorgenti o corsi d’acqua.
L’imponente torre posta al centro e nella parte più alta dell’insediamento aveva un carattere puramente difensivo con una porta di accesso posta molto in alto rispetto al piano di calpestio; almeno altre 4 torri perimetrali erano presenti nella cinta muraria.
All’intero del castello c’era anche una chiesa dedicata a Sant’Andrea e Giovanni che nel 1333 paga le decime alla Camera apostolica.
Oltre ai numerosi edifici abitativi c’erano anche i magazzini per la conservazione delle derrate alimentari.
Fonti documentative
Alessio Pascolini – Il Castello di Certalto tra fonti scritte e dati materiali – in La media e l’Alta Valle del Tevere dall’antichità al Medioevo ; Atti della Giornata di Studio (Umbertide26 maggio 2012) a cura di Donatella Scortecci