Castello di Cerqueto – Marsciano (PG)
Cenni Storici
E’ accertato che l’origine del nome derivi dall’abbondanza di alberi di querce che un tempo crescevano nei paraggi (in vernacolo umbro e marchigiano la parola quercie è cambiatain “cerque”).
In antichi documenti il castello di Cerqueto è associato a Fractae filiorum Azzonis creando confusione sulla distinzione o meno delle due località; a fare chiarezza però c’è un privilegio di Ludovico Imperatore dato in Roma nell’aprile del 1328 a favore dei Conti di Marsciano dove sono separatamente nominati “Villa Fractae Filiorum Azonis Perus. Dioces. e Castrum Cerqueti”.
I primi documenti d’archivio del 1377, rilevati da Mons. Gino Francisci, parlano di un “pulchrum castrum Cerqueti” e della Villa Fratta (piccola frazione prossima Cerqueto) i cui abitanti fecero una supplica ai Priori di Perugia onde formare una sola comunita'; supplica che fu accolta e, il 16 maggio di quell’anno, le due comunità furono unite.
Della Fratta dei figli di Azzo sappiamo che fu bruciata nel 1312 dall’esercito di Arrigo VIII di Lussemburgo, e che nello stesso anno fu risarcita a spese della città, la quale inoltre nell’anno seguente le concesse varie esenzioni perché la gente tornasse ad abitarla.
Presso Cerqueto nel 1411 si svolse la battaglia fra il conte di Carrara e Braccio.
Nel 1412 gli abitanti di Cerqueto ottennero una esenzione dalle gabelle del sale per le difficili condizioni in cui erano ridotti sia a motivo della carestia, sia ancora e forse più a motivo della guerra dei nobili fuorusciti e dal passaggio degli eserciti del Re di Napoli Ladislao e di quelle del comune di Perugia.
L’anno seguente Cerqueto fu recuperato dai Perugini, ai quali però Braccio lo riprese nuovamente nel 1416.
In data 23 ottobre 1414 il Consiglio generale risponde positivamente ad una istanza fatta dagli uomini di Cerqueto e stabilisce che essi possano rifare il muro e barbacane che minacciava di crollare nel loro castello.
Il Condiglio delibera che per ogni canna di muro che faranno saranno pagati dalla città dieci fiorini, e cinque fiorini per ogni canna di barbacane.
Nel 1428 furono istituiti i Capitani del Contado, uno per porta; e per lo stipendio di quello di porta S. Pietro, Cerqueto fu tassato per diciotto fiorini.
Per i restauri del castello nel 1439 furono assegnati dai 200 fiorini e allo stesso modo per il risanamento delle mura i cerquetani furono sgravati dal pagamento di 30 fiorini nel 1462, e nel 1485.
A tale proposito ci sembra opportuno raccontare un fatto curioso che si verificò tra il Capitano del Contado e due contadini di Cerqueto nel mercato di Monte Vibiano; le cronache dell’epoca così raccontano: “nell’anno 1460 a di 24 de giugno nel mercato di Monte Vibiano Nardo da Monte Sperello Capitano de la detta Porta pigliò due contadini de Cerqueto quali li mise ne li ferri, e se disse che anso li avea data alchuna bastonata, dela qual cosa gi la nova a Cerqueto onde che subito sonaro al arme e unirse tutti insieme e andaro tutti unite nel ditto mercato, e se non fusse che il ditto Nardo avea el cavallo buono che lo portò a Monte Vibiano, quelli de Cerqueto lo averieno amazato”.
Nel 1527 l’esercito della Lega, soggiornò per più di quattro mesi nel contado di Perugia e provocò ingenti danni e mise a saccheggio il castello di Cerqueto, il quale sette anni più tardi, nel 1534 subì altri enormi danni da parte delle truppe del papa venute sotto il comando di Bosio Sforza per contrastare l’avanzata di Ridolfo Baglioni che con le armi stava conquistando Perugia.
Infine nel 1540 nonostante i cerquetani avessero offerto le chiavi del castello alle truppe del pontefice il castello fu di nuovo attaccato e depredato.
Il paese per le distruzioni subite attraversò un periodo di povertà e abbandono, finché Paolo III per ripristinare l’antica fortificazione non lo esentò nel 1546 da pagare le gabelle che consistevano in trenta fiorini d’oro l’anno stabilite da una Breve del 18 febbraio 1540.
I magistrati di Perugia consentirono nel 1546 di impiegare detta somma per la ricostruzione delle sue mura.
Il paese fu ripetutamente flagellato dalla peste a più riprese quella del 1478 imperversò per cinque anni e sparì solo nell’anno seguente.
Questa era la settima del secolo e neppure l’ultima, infatti seguirono quella del 1486 e quella del 1494.
Dopo il 1860 anche Cerqueto come altri castelli perugini sono passati sotto il Comune di Marsciano.
Aspetto
Il paese ha perso sia la cinta muraria che le torri, ma ha mantenuto l’andamento circolare dell’antico borgo che contava tre cinta di mura difensive.
Le abitazioni sono costruite in laterizio con antichi archi, specie nella parte opposta a levante dove un tempo stava l’antica chiesa del crocifisso , nella parte alta è conservata anche una bella cisterna medievale.
Chiesa del SS. Crocefisso
Appena fuori dal castello di Cerqueto c’è la chiesa del Crocefisso che una volta era annessa all’Ospedale, alla cui reggenza nel 1498 papa Alessandro VI concedette che i Massari della Comunità eleggessero due priori, ordinando che vi si esercitasse l’ospitalità.
La chiesa era completamente affrescata e conteneva gran parte delle opere di Tiberio di Assisi.
Questa era già pericolante negli anni 20 e perciò sempre chiusa.
Alla caduta del tetto e di gran parte delle sue pareti, quasi tutto è stato distrutto ad eccezione di qualche pezzo, recuperato molto più tardi, e poi collocato nella chiesa parrocchiale.
Oggi, sul terreno dove si ergeva la vecchia chiesa, è stata costruita una piccola Cappellina dedicata al SS Crocifisso, poi magistralmente decorata al suo interno dal Cappucino Padre Ugolino da Belluno nel 1994.
La chiesa oggi è dedicata e ospita le spoglie di padre Mariangelo da Cerqueto meglio conosciuto nella nostra regione come Frate Indovino, a cui è legato un lunario molto diffuso nelle nostre campagne.
Edicola di Santa Lucia sec. XV
L’allievo del Perugino Tiberio d’Assisi dipinse a Cerqueto un tabernacolo o maestà a due passi dal paese, in vocabolo Porta Maltara, una delle tante edicole poste sulle strade in aperta campagna, specialmente ai crocicchi.
Tiberio fu, uno specialista nel dipingere Maestà: a Perugia, la Madonna di Braccio e quella della Luce furono in origine semplici tabernacoli sulla pubblica via, più tardi inclusi in chiesuole, delle quali formarono il quadro d’altare.
Quest’edicola di Cerqueto ha un profondo rincasso a tutto sesto e sulla parete di fondo avanza poco più che il contorno graffito di una Madonna seduta in ricco trono, col Bambino disteso sulle ginocchia, di S. Lucia a destra e di un’altra Santa a sinistra: appena appena qua e là rimangono sullo smalto della colletta tracce del verde con cui erano preparate le carni e laminelle di colore dei manti; in fondo era un paese collinoso con i soliti alberelli.
In alto due angioletti nudi nascosti ai fianchi da una nuvoletta, stringono torce accese e sono conservati abbastanza bene.
La decorazione dell’ archivolto e dei fianchi si mostra tuttora fresca ed in buono stato, meno qualche raschiatura o abrasione prodotta da chiodi e da uncini per appendere lampade.
L’artista dà prova di molto gusto decorativo, nel quale ricorda, molto più del Perugino, il metodo del Pintoricchio: in basso sono semplici riquadri a incrostazioni marmoree; la volticina invece presenta un ricco scomparto a rettangoli e quadrati, alcuni a rosoni, altri a grottesche rossastre lumeggiate di azzurro su fondo giallo, e due a storie monocromate a finto stucco.
Nella sinistra si vede in figure piccole, svelte ed eleganti, un giovane che conduce all’ara un toro, seguito da un altro garzone che reca in spalle un trofeo, da un efebo e da una donzella che danzano sonando il piffero; nella destra un giovane, forse Muzio Scevola, stende sull’ara accesa la destra armata di coltello, mentre tre figure virili assistono alla scena.
Convento di Sant’Agostino
Fin dalla metà del secolo XIV, in un catalogo di tutte le chiese territoriali di Perugia, si trova menzione della chiesa di S. Agostino, poco fuori del castello, chiesa che nel 1400 aveva il titolo dei SS. Filippo e Giacomo.
Negli Annali Decemvirali troviamo che nel 1498 avendo questa chiesa bisogno di notevoli ristrutturazioni, il priore chiese ai Magistrati perugini di essere esonerato per venti anni dal pagamento del sussidio, esonero che gli venne accordato per soli dodici anni.
In questa chiesa, ora demolita e nel cui luogo sorge ora la piccola cappella dedicata al medesimo santo, v’era un sepolcro con questa iscrizione ornata di uno stemma consistente in un compasso sormontato da una cometa:
ALEXANDRI DE SEXTIS ET EIUS FAMILIAE 1622 .
Su una campana compare l’iscrizione:
AVE. M. G. P. D. T. B. T. I. M. E. B. F. V. T. M. T. S. S. O. D. E. P. L. S. AVO. ORA. P. NOBIS ;
che si interpreta in questo modo:
“Ave Maria gratia piena Dominus tecum benedirla tu in mulieribus et benedictus truci. ventris tui. Mentem sanctam spontaneam honorem Dei et patria liberationem. Sande Augustine ora pro nobis“.
A questa chiesa di S. Agostino era unito un convento di frati agostiniani, convento accettato nel 1294 dai Padri del Capitolo provinciale della provincia romana alla quale fu incorporato, e dalla quale poi si divise incorporandosi alla provincia dell’Umbria .
Non si sa chi donò all’ordine agostiniano questo convento nel 1358, quando la provincia agostiniana dell’ Umbria fu divisa in due, cioè Spoleto e Perugia, e questo fece parte di quest’ultima.
Papa Innocenzo X nel 1652 soppresse questo convento, e non sappiamo se poi i frati vi siano mai più tornati.
E’ opinione comune che il convento agostiniano era nella località dove attualmente è la villa Saracca; è appunto qui che Il Beato Giacomo (1284-1367) vestì l’abito monacale e passò gli ultimi anni della sua vita, compiendovi anche prodigi tuttora ricordati dalla tradizione, nonostante le avare notizie storiche.
Il Beato Giacomo da Cerqueto, agostiniano, dopo la morte, riscosse il culto pubblico, confermato da Leone XIII nel 1895 e il 21 aprile del 1956 il corpo del beato, che da secoli giaceva nella Chiesa di Sant’Agostino in Perugia, fu riportato al paese natio.
Fonti documentative
http://www.cerqueto.com/
Ascenso Riccieri – Memorie storiche del comune di Marsciano fino a tutto il secolo XVI – 1914