Castello di Casalina – Deruta (PG)
Cenni Storici
Centro di origine romana, nato lungo la via consolare al confine tra i domini di Perugia e quelli di Todi, Casalina ebbe da sempre un ruolo strategico di notevole importanza costituendo, insieme a Deruta e Castelleone, l’avamposto difensivo verso sud dei territori perugini.
Al tempo del re longobardo Desiderio (761) Casalina è ricordata con l’appellativo di « Massa Scine ».
I beni e il castello di Casalina figurano tra i più antichi possedimenti del monastero di San Pietro a Perugia. Ad esso vengono concessi dal pontefice Benedetto IX e confermati da Gregorio VI (1045) e da Enrico III (1047).
Nel 1118 Arrigo VI, figlio di Federico Barbarossa, affidando molte terre a Perugia, riservò il castello di Casalina all’Abate di San Pietro chelo aveva fin allora posseduto.
Lo stesso Arrigo confermò questo possesso nel 1196.
Un’abbondante documentazione storica riguarda la cosiddetta affrancazione di Casalina che nel 1270 ottenne, dopo una lunga controversia con l’Abate di San Pietro, il riconoscimento della sua autonomia insieme alla denominazione di « Villa dei franchi ».
Il 10 aprile 1299 i magistrati di Perugia ordinarono la fortificazione del castello per contenere
« incursioni e danneggiamenti » ai quali spesso andava soggetto.
Il 1 luglio 1312 nonostante Perugia avesse fornito a Casalina numerosi « attrezzi da guerra » per resistere all’urto delle milizie di Arrigo VII, il castello fu incendiato e seriamente danneggiato al punto che, l’anno successivo, furono concesse esenzioni fiscali a chi, avendolo abbandonato, volesse tornarvi ad abitare.
Si pensa che intorno all’anno 1365, per volere dei monaci di San Pietro ed a spese dell’Abate Filippo Vibi, sia stata edificata la Rocca, grande struttura quadrangolare difesa da solide mura perimetrali, costruita in posizione più elevata rispetto al castello (oggi non ne rimane traccia).
Nel 1370 i perugini provarono, senza successo, ad impossessarsene per sottrarla all’Abate di San Pietro fautore del papa e dei nobili.
Al centro di numerose vicende che opposero i governanti di Perugia al potere degli abati di San Pietro e facile bersaglio di scorrerie da parte di eserciti nemici, Casalina subì gravi danni e devastazioni soprattutto verso la fine del Trecento.
Nel 1392 Pandolfo Baglioni, esponente del partito dei nobili, causò forti guasti al castello e alla rocca che aveva ospitato l’Abate Francesco Guidalotti e alcuni fuoriusciti di parte avversa.
Ben più gravi furono comunque i danni subiti dalla rocca nel 1393, quando i magistrati di Perugia ne ordinarono la distruzione per vendicare la morte di Biordo Michelotti ucciso in una congiura dallo stesso Guidalotti.
Nel 1411 Braccio Fortebracci tentò di impossessarsi di Casalina patteggiando con essa. Non riuscendo nell’impresa la cinse d’assedio e stava per farla capitolare, quando la morte del suo più caro soldato, Gualtiero Mecce dei Cancellotti, ucciso da un colpo d’arma partito dall’interno del Castello, lo fece desistere dal proposito.
Perugia volle premiarne la fedeltà concedendo l’esenzione fiscale per dieci anni (8 ott. 1411) e provvigioni gratuite di grano (1412). In questo stesso periodo fu potenziato il presidio di stanza a Casalina per accrescerne le capacità di difesa e per far sì che non fosse continuamente esposta alle scorrerie dei « nemici soldati » (Riformanze di Perugia, 1412).
Per queste stesse ragioni nel 1454 Perugia concesse una nuova esenzione fiscale tale da consentire un rafforzamento delle mura castellane minaccianti « totale rovina » (Riformanze di Perugia, 1454).
Conseguenze assai più gravi seguirono al passaggio in questo luogo degli eserciti della Lega (1527), mentre nel 1530 una grave carestia funestò il castello costringendo i perugini a ridurre le imposizioni tributarie. Come Deruta, anche Casalina, al tempo della « guerra del sale » (1540) parteggiò per il pontefice, ottenendo in compenso l’esenzione dai tributi per venticinque anni.
Nel 1456 una terribile tempesta distrusse alberi e case (Pellini).
Verso la fine del Cinquecento la tranquillità sociale e politica, o meglio il « riposo della servitù » in cui si andò adagiando Perugia dopo la « guerra del sale », fece sì che anche Casalina godesse di una pace duratura.
Mancano notizie storiche di rilievo per tutto il sec. XVII. Sappiamo invece che nel 1723 Innocenzo XIII concesse a Casalina il diritto perpetuo di esercitare libero mercato ogni martedì dell’anno e libera fiera il 30 settembre, giorno della festa di San Girolamo santo titolare del luogo.
Al tempo della dominazione francese Casalina fu riunita al « cantone » di Deruta (1798).
Con la fine della repubblica, Casalina cessò di dipendere da Deruta e tornò in parte sotto Perugia (chiesa e isolato intorno alle mura castellane), in parte sotto Todi (zona moderna e cioè edifici al di là di un grosso limite in pietra tuttora visibile al centro della piazza).
Al tempo di Napoleone, Casalina tornò ancora sotto Deruta mentre nel 1814, con la caduta del dominio francese, fu nuovamente riportata alla vecchia suddivisione.
Nel 1817, col riordinamento dello Stato Pontificio, fu nuovamente appodiata a Deruta.
Aspetto
Scarsi e per gran parte manomessi sono i resti dell’antica fortificazione castellana limitati, verso la piazza, a un tratto di mura chiuso tra una torre quadrangolare, trasformata superiormente in campanile, e un maschio a pianta circolare anch’esso parzialmente demolito. Un ambiente con copertura a crociera, presso la base del torrione quadrangolare, identificabile probabilmente con la cappella di Santa Maria un tempo esistente nel castello, ospita tracce di affreschi della fine del sec. XIV.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
E’oggi nota come « Tempietto dei Caduti », fu edificata nel 1613, a ricordo di un miracolo avvenuto in quel-l’anno e attribuito ad una « Vergine in maestà » qui dipinta che salvò un contadino il quale, ingoiata una moneta, riuscì a salvarsi per un’improvvisa violentissima tosse (Mariotti).
Chiesa di Sant’Antonio Abbate
E’ posta di fronte alla « parrocchiale, fu fondata dall’omonima confraternita e il cui interno, adibito ad usi civili, conserva tracce di un affresco del 1400 molto malridotto ma che manifesta una buona fattura, rappresenta un San Sebastiano e San Francesco.Sarebbe necessario un intervento di restauro come da anni chiede insistentemente il parroco.
Ringraziamenti
In questa pagina è doveroso ringraziare il parroco di Casalina Don Antonio Santantoni che con la sua pazienza, la sua conoscenza e con le sue preziose indicazioni ha arricchito questo articolo.
Fonti documentative
francesco Federico Mancini – Deruta e il suo Territorio – Deruta 1980
Da vedere nella zona
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Deruta