Castello di Butino – Monteleone di Spoleto (PG)
Cenni Storici
Butino sorge alle pendici di monte Birbone, a 989 metri sul livello del mare, con un nucleo principale più antico, posto intorno alla piccola Chiesa di Santa Maria degli Angeli.
Posto lungo un’antica viabilità proveniente da Monteleone che poi si biforca in due tracciati che, dopo aver aggirato Monte Birbone, si riuniscono nuovamente a Monte San Vito per poi scendere rapidamente verso la Valnerina, era probabilmente una villa di transito collegata all’antico commercio e traffico all’epoca intenso lungo tale direttrice.
Il toponimo fa riferimento alla particolare ricchezza di acqua, sinonimo di “bottino“, “piccola botte“, luogo di accumulo d’acqua o cisterna, conserva, infatti, un’alta struttura in muratura, opera d’ingegneria idraulica databile fra il XVII e gli inizi del XIX secolo, pertinente al più antico acquedotto monteleonese (XVI secolo).
Chiamata dagli anziani del luogo “lo sfiato della fonte vecchia“, è, infatti, un tipico “torrino di sfiato“, che aveva un suo gemello a San Giovanni Battista, entro Porta Spoletina, purtroppo perduto negli ultimi decenni.
L’acquedotto, che prendeva acqua dalla località di Pozzolano, alla fonte Pezzolano o Forcella di Vetranula, nei pressi dello scomparso abitato medioevale, è ricordato nei più antichi statuti monteleonesi, redatti fra il 1587 e il 1590 su un precedente statuto, presumibilmente degli anni 1560-1565.
Nella Rubrica diciannovesima, Libro I, sono infatti descritte tutte le notizie relative al “condotto dell’acqua delle vene di Pozzolano et de Capeta da doversi mantenere“, mentre sporadiche notizie di scoperte di un condotto in muratura nei campi fra Butino e Monteleone ne attestano il probabile percorso.
La “Villa di Budino” è ricordata poi durante la visita effettuata dal vescovo Lascaris a Monteleone, fra il 3 e il 10 ottobre del 1712.
In una breve descrizione del 1829 troviamo inoltre: “Buttine. Frazione di Monte Leone soggetta a quella Podesteria; Governo di Cascia, Distretto e Diocesi di Norcia, Delegazione di Spoleto, anime 109“.
L’insediamento, oggi popolato da pochi residenti, è un ridente centro climatico estivo e nei suoi pressi sono le note miniere di Terrargo, attive nel XVIII secolo.
Poco rimane del nucleo originario dell’abitato.
La frazione di Butino comprende anche i minuscoli insediamenti di Villa Cesi, Chiesa della Madonna delle Grazie, Casale Pozzolano o la Castellina, Casale Caserta o Baiocco, Fonte di Pozzolano, Fonte di Terrargo, Casale Ranali.
Vicino si trovava il castello di Vetranula o Vetralla, oggi non più esistente.
La Leggenda degli “Strascinati“
Narra una leggenda che nel 1495, riaccesasi la lotta fra i guelfi, sostenitori di papa Alessandro VI e i ghibellini, favorevoli al re francese Carlo VIII, l’armata capitanata da Paolo e Camillo Vitelli invase Monteleone in appoggio al re francese.
Preso il castello di Vetranula, imprigionarono gli uomini e ingiunsero alle donne di preparare un banchetto e di servirli.
L’odio delle donne verso gli invasori le spinse a preparare una pasta assai povera e non condita, a base di penchi, una sorta di pappardelle.
Gli assalitori, infuriati per il misero pasto loro proposto, minacciarono di legare i prigionieri ai cavalli e di trascinarli intorno al diruto castello fino alla morte.
Per salvare i loro uomini le donne insaporirono il loro povero piatto con tutto ciò che avevano a disposizione, guanciale, salsicce fresche, uova e pecorino.
La misera cucina fu così trasformata in un gustosissimo piatto, apprezzato dagli invasori, che ben volentieri si accontentarono di trascinare i penchi nel loro stomaco.
Nascono così gli “Strascinati“, ancor oggi cucinati a Monteleone di Spoleto secondo la ricetta tradizionale.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
La piccola Chiesa rurale di Santa Maria degli Angeli, è una modesta cappella di campagna risalente al XVI secolo, con tetto a doppia falda e un piccolo campanile a vela.
Don Ansano Fabbi ne attesta l’originaria dipendenza dai francescani conventuali di Monteleone di Spoleto, i quali, dedicandola alla Madonna degli Angeli, vollero in tal modo perpetuare il ricordo della Porziuncola.
Il fatto che vi si celebri la festa nella prima domenica di agosto fa inoltre pensare a un diretto riferimento alla “perdonanza” o “Perdono di Assisi“, che cade il 2 agosto.
Precedente a questo edificio, è la notizia di una Chiesa di San Gregorio di Butino nell’anno 1334 (citata nell’elenco delle Rationes Decimarum, al n. 5930), altrimenti sconosciuta.
La modesta chiesina mostra le caratteristiche tipiche dell’edificio votivo cinquecentesco, ha un tetto a doppia falda e un piccolo campanile a vela a un solo fornice, di sposto sulla sinistra.
La disadorna facciata ha un portale in pietra con ai lati, due finestre asimmetriche.
Da vedere nella zona
Chiesa della Madonna delle Grazie
Casale Caserta o Baiocco
Fonti documentative
FAUSTI L., Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo, Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
GENTILI L., GIACCHÉ L, RAGNI B. E TOSCANO B, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Valnerina, Roma, Edindustria, 1978
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Monteleone, Itinerari Spoletini 1, Spoleto, 1972
Sacra visita di Carlo Giacinto Lascaris vescovo di Spoleto, 1715, in Archivio Storico Diocesano di Spoleto
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.