Castello di Biselli – Norcia (PG)

Il Castello oltre ad aver subito lo spopolamento pressoché totale è stato anche fortemente danneggiato dal terremoto del 1997 tanto da renderlo un paese fantasma.

 

Cenni descrittivi

Il Castello edificato nel sec. XIII citato come “Castri Biselli“, è una frazione del comune di Norcia situato a m 555 s.l.m. e nel 1971 contava 12 abitanti.
Lo schema planimetrico triangolare assai frequente nei castelli di pendio, è qui risolto in modo anomalo a causa della impervia morfologia del luogo.
La torre è situata sul punto più eminente, ma è particolarmente fortificato anche il nucleo che coincide con l’angolo acuto, uno sperone proteso a picco sulla valle del Corno.
Da questa valle si sviluppava una rete viaria che necessitava un particolare e forte sistema difensivo in relazione ai contrasti con i territori contermini di Spoleto e Cerreto; Biselli, Argentigli, Onde, Serravalle sono centri, a metà posti di guardia, e a metà stazioni di posta.
Perduta la sua funzione di controllo sul percorso di fondovalle, è andato via via spopolandosi ed è oggi quasi completamente abbandonato.
Ciò nonostante, l’abitato, salvo alcune sezioni, è tuttora discretamente conservato e la cinta muraria con i suoi elementi fortificati, è ancora in piedi, almeno per un buon tratto.
Come gran parte degli abitanti della Valnerina, durante il periodo invernale si spostavano nelle Regioni limitrofe e da ciascun paese partivano persone specializzate in diversi mestieri, il più tipico era il Norcino specializzato nella lavorazione delle carni di maiale, ma anche altri erano famosi, per esempio Cortigno era famoso per gli uccellatori, Collazzoni per i fabbri, San Marco per i mulattieri, Castelluccio per i trasportatori di sale, Preci, Roccanolfi e Castelvecchio per i medici, Cerreto per i venditori di spezie e zafferano e per gli indovini, ciarlatani e cavadenti, Biselli e Legogne per i facchini a Civitavecchia.
 

Stretta di Biselli

Dominata dai ruderi di Torre Argentigli, dove i calcari mesozoici si fronteggiano per circa m 175 di pareti quasi verticali, ed il fiume scorre limpidissimo, in una gola non più larga di m 7-8.
Anche questa è una tappa obbligatoria per ammirare il lavoro millenario del fiume, la vegetazione rigogliosa la freschezza selvaggia del paesaggio.
La genesi della strettoia è dovuta a particolare compattezza locale della roccia ed al rallentamento della corrente fluviale nell’ansa precedente.
Presso la Stretta, prima dei lavori effettuati per consentire il passaggio del postale a vapore poi della ferrovia Spoleto – Norcia, era stato istituito una sorta di “Senso unico alternatoante litteram.
Per attraversare l’esiguo sentiero con gli animali da soma, era infatti necessario avvisare eventuali viandanti provenienti dalla parte opposta, suonando una campanella posta agli imbocchi del passaggio.
 

Chiesa di San Leonardo

Fu la parrocchiale del Castello, ha un semplice prospetto allungato e intonacato del 700-800 con due finestre e una porta del secolo XVI sormontata da una croce.
Il cantonale destro su cui si appoggia l’abitazione del 500 pare più antico.
L’edificio si trova tutto all’esterno delle vecchie mura castellane tranne il campaniletto fondato su un tratto di quelle, l’ambiente si presenta sconvolto dalle depredazioni cui non hanno resistito le blindature della porta.
Vi si accede lateralmente poiché l’edificio è inglobato in un gruppo di case.
L’interno, coperto da volta a crociera, è decorato sulle pareti da affreschi.
Fra le immagini, dovute alla prima metà del sec. XVI, quella di S. Amico protettore dei boscaioli, si intona perfettamente ai caratteri storici di questa comunità.
Ai lati dell’altar maggiore, ornato da un tabernacolo del sec. XVIII, S. Urbano e S. Leonardo, affreschi del sec. XVII.
Su uno dei ricchi altari barocchi in legno Madonna e Santi tela di un Domenico Mazzolini (sec. XVII), nella parete di controfacciata, tele con S. Francesco e S. Chiara (sec. XVII), provenienti dal monastero delle clarisse di Norcia.
Ricca macchina processionale con Madonna lignea (sec. XVIII) proveniente dalla diruita chiesa della Madonna della Valle.
 

Fonti documentative

AAVV – L’Umbria manuali per il territorio; la Valnerina, il Nursino, il Casciano – Edindustria Roma 1997
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Santa Maria Nuova
 

Mappa

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