Castello di Baschi – Baschi (TR)

Il paese di Baschi è posto su un’altura a ridosso dell’autostrada ed è impossibile non notarlo tanto è particolare il suo aspetto.

 

Cenni storici

Baschi, storico centro medioevale arroccato su uno spuntone di roccia, a picco sul Tevere, trae origine da insediamenti etruschi in contatto con l’antica Orvieto.
Poco o nulla si sa però della sua storia in età preromana.
In epoca romana era l’antica città di Veascium, dove, secondo Diodoro di Sicilia, i Galli, capeggiati da Brenno, furono battuti da Furio Camillo sette mesi dopo la battaglia del fiume Allia, il 16 luglio del 364 dalla fondazione di Roma e 390 anni prima della nascita di Cristo.
L’importanza della Baschi romana è testimoniata da due reperti archeologici di indubbio valore: il frammento bronzeo “Fragmentum Tudertinum” con impresse regole di diritto “Lex Tudertina“, portato alla luce nel 1719 dall’arciprete Giovanni Nicola Pennacchi, in zona Molinaccio, e una statua del dio Tiberino il cui basamento è ancora oggi visibile all’ingresso di Baschi.
Numerosi sono i reperti archeologici rinvenuti sul suo territorio, a Civitella del Lago, un anello in bronzo e iscrizioni funerarie, a Scoppieto, una villa romana con annessa fornace per la cottura di stoviglie e vasellame, a Corbara i resti del Porto romano di Paliano, e adiacente a Baschi stessa, presso il Fosso della Macea dove è stato rinvenuto un sepolcreto con tombe a fossa del VI secolo d.C., la necropoli di San Lorenzo e di Copio, l’urna ellenistica da Acqualoreto, la villa e la necropoli di Salviano, il complesso produttivo e un’ermetta marmorea raffigurante Dioniso di Scoppieto, sempre a Scoppieto le fornaci, la tavola bronzea dalla località Molinaccio, i materiali di età romana di Civitella del Lago e quelli di Baschi, le necropoli romana e barbarica in località Le Macee.
La continuità dell’occupazione del sito di Scoppieto è testimoniata dal ritrovamento di monete degli imperatori Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Vespasiano, Tito, Domiziano, Massenzio, Costantino I, Costanzo II, Costante, Valentiniano I, Valente, Graziano e Teodosio I.
Secondo la tradizione l’insediamento medioevale è stato fondato da Galino o Ugolino di Biscaglia, sceso in Italia al seguito di Carlo Magno, dal 757 all’809, da cui ottiene in dono un vecchio Castello intorno al quale viene edificato il borgo di Baschi.
Già dall’anno mille fu feudo dei conti omonimi che vi eressero il loro castello, in un luogo importante per il controllo della navigazione sul fiume Tevere.
La posizione strategica, a cavallo tra Todi e Orvieto lo rende di volta in volta alleato, sottomesso o rivale delle due potenti città.
Il primo Signore di Baschi di cui si ha notizia documentata nel 1080 è Ugolino.
Nel 1162 Federico I, detto Barbarossa, concede il diploma di Conte dell’Impero a Ranieri II, o Neri, signore di Baschi, Vitozzo e Montemarano.
Diviene luogo fortificato nel 1235 ad opera della famiglia Baschi che ed estende la propria influenza su gran parte dei territori circostanti: all’apice della sua potenza questa famiglia possiede 60 Castelli,con possedimenti che si estendevano in Umbria, in Toscana fino al mare, nelle Marche fino a Camerino.
Machiavelli nel 2° libro della sua Storia di Firenze dice che “dall’anno 1215 i Baschi erano tra le famiglie più nobili di Firenze“; e nel libro 8° che “intorno all’anno 1478 la famiglia Baschi era per nobiltà e ricchezze la più splendida di Firenze senza fare eccezione nemmeno per i Medici“.
Nel 1220 Todi toglie ai signori di Baschi il possesso di Avigliano, un importante Castello di confine molto ambito che poi si ribella e torna agli antichi signori, ma nel 1237 Todi lo riconquista e lo rade al suolo.
Nel 1227 i Baschi hanno cittadinanza e potere a Camerino: tra il 1231 e il 1232 vendono vari Castelli al comune di Camerino e nel 1240, per ampliarsi, distruggono quello di Giove.
Ancora nel Maceratese anche il Castello di Pievetorina, con Gallano e Bazzano, fa parte del feudo dei Conti di Baschi.
Cadono sotto il dominio dei Baschi anche il Castello di Montemerano, nel 1274 e quello di Vitozzo nel 1284.
Per un breve periodo, nel 1297, i Baschi acquisiscono Castell’Azzara sul Monte Amiata, insieme a San Giovanni delle Contee, Castell’Ottieri e Montorio.
Nel 1298 i Baschi si sottomettono all’alto patronato di Orvieto.
Nel 1315 il castello di Baschi è saccheggiato dai Tuderti.
Nel 1382 il castello è ceduto dagli Orvietani alla Repubblica di Siena, che ne potenzia gli apparati difensivi costruendo una nuova rocca facendone un importante polo fortificato presso i confini meridionali dello Stato.
Tra il 1384 e il 1442 furono stilati gli statuti comunali.
La secolare faida tra i due rami della famiglia Baschi culmina nel 1553 con una vera strage fra consanguinei: Bernardina Vitozzi e tre dei suoi figli sono trucidati da Attilio dei Baschi di Carnano.
Ranuccio dei Baschi, figlio di uno dei trucidati dai Carnaro, nel 1574, fa edificare la Chiesa di San Nicolò e porta il Castello al massimo splendore trasformandolo in un prezioso, piccolo centro rinascimentale; nel 1575 emana un nuovo statuto che ancora oggi è conservato negli archivi comunali.
All’inizio del XVII secolo la fortuna dei Baschi declinò e Baschi passò sotto il controllo della Camera apostolica romana, che la cedette in baronia alla famiglia Atti di Todi, che la dominano fino alla fine del 1700.
Seguono poi nel possesso del castello i Massimo di Rignano, il Cardinal Nerli, i Petroni ed infine l’Ospedale dei Pazzi di Roma.
La famiglia dei Baschi in Baschi si estingue nel 1751 con il Conte Francesco Maria.
Nel periodo napoleonico Baschi fu capoluogo di cantone nella Sottoprefettura di Todi, Prefettura di Spoleto, Dipartimento del Trasimeno.
Nel 1814 fu elevato a comune baronale e separato dal territorio tuderte.
Nel motu proprio di papa Pio VII del 6 luglio 1816 sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica, è classificato, infatti, come luogo baronale appartenente al Governo distrettuale di Terni della Delegazione di Spoleto della Provincia dell’Umbria.
Nel riparto territoriale dell’anno successivo, però, tornò comune unito al Governo di Todi, appartenente alla Delegazione di Perugia, con i seguenti appodiati: Civitella con Acqualoreto, Collelungo, Morre, Morruzze, Montecchio con Melezzole e Tenaglie.
Nel 1827 divenne podesteria, sempre soggetta al Governatore di Todi e, nel 1833, di nuovo comune unito al Governo di Todi.
Tale organizzazione fu mantenuta fino all’Unità d’Italia, con la sola variazione della trasformazione della Delegazione di Perugia in Provincia.
Dopo l’Unità d’Italia Baschi comprendeva ancora le frazioni di Montecchio e Tenaglie, divenute nel 1948 l’una comune autonomo, l’altra frazione del nuovo Comune di Montecchio.
Apparteneva alla Provincia dell’Umbria, nel Circondario di Perugia e nel Mandamento di Todi.
Quando poi, con il regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, la Provincia dell’Umbria fu soppressa e, contestualmente, furono istituite la Provincia di Perugia e la Provincia di Terni, Baschi fu assegnata a quest’ultima.
Successivamente ha seguito le vicende istituzionali ed amministrative degli altri comuni italiani.
Il territorio attuale è costituito da Baschi e dalle frazioni di Acqualoreto, Baschi Scalo, Cerreto, Civitella del Lago, Collelungo, Morre, Morruzze, Scoppieto e Vagli.
 

Aspetto

Nel capoluogo particolarmente suggestivo è il borgo medievale, detto “I buchi” per via della taglia minuta delle case, dei vicoli, delle porte e delle finestre.
Un vero e proprio “piccolo mondo antico“, perfettamente conservato.
Molto bella è la Chiesa di San Nicolò, dichiarata monumento nazionale e progettata nel 1574 da Ippolito Scalza al cui interno è conservato un prezioso trittico del 1440 di Giovanni di Paolo Senese e un bellissimo organo del 1700 con 500 canne.
Sempre all’interno delle mura è la Chiesa di San Rocco era già esistente al tempo della visita apostolica di Mons. Pietro Camaiani, eseguita nel 1574, gli atti della quale definiscono l’edificio come un piccolo oratorio.
È edificata con la facciata rivolta verso il centro del paese, perché il titolare, insieme a San Sebastiano, proteggesse gli abitanti dalla peste.
Si tratta di un piccolo impianto a navata unica, intonacata e tinteggiata, con copertura a crociera costolonata e decorata, sviluppata su due campate sorrette da un sottarco, poggiante su paraste tuscaniche, elementi anch’essi decorati.
L’unico altare è in muratura, montato su una bassa pedana.
Le pareti esterne, con il prospetto laterale disposto lungo la via principale di accesso alla piazza del comune, ed il frontale aperto su una stretta traversa, sono altresì intonacate; in particolare, la facciata a due spioventi presenta un portale con cornice classica in pietra arenaria e sovrastante rosoncino, mentre il prospetto laterale è individuato solo da due piccoli oblò ovali.
Nelle immediate vicinanze o appena fuori dalle mura si trovano le chiese di Sant’Antonio Abate, San Sebastiano e dell’Annunziata.
 

Fonti documentative

http://www.comune.baschi.tr.it/zf/index.php/storia-comune

http://www.turismobaschi.it/ita/6/la-storia/?&ss=1

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=45851

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/

http://www.turismobaschi.it/ita/0/home/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Nel territorio comunale è possibile ammirare varie emergenze.
Il Santuario della Pasquarella ovvero di Santa Maria dello Scoglio, fondato nel periodo alto medioevale dai frati camaldolesi. Il Convento di Pantanelli, nella sua meravigliosa ed umile struttura, serba memorie storiche d’elevatissimo valore.
La Chiesa di Santa Maria Assunta e San Valentino (ora abitazione privata) di Acqualoreto, millenario castello, perfettamente conservato in mezzo a boschi di incanto.
Morre con il Castello antico e la chiesa di Sant’Andrea.
Morruzze, coeva di Morre, con il suo borgo ameno, la chiesetta di San Giovanni ed il palazzo “Paparini“.
Collelungo, con l’antica torre di guardia di Capecchio e la bella torre al centro del paese ed il piccolo borgo di Vagli (un tempo Castello di San Pietro in Valle, donde trae il nome) che conserva l’antica chiesetta di San Pietro.
Scendendo dai monti verso la collina si incontra Civitella con il suo palazzo degli Atti, trecentesco Castello comitale tuttora abitato, e l’arco di Diomede Atti.
Nelle vicinanze Salviano, antico e suggestivo borgo soggetto a varie dominazioni e da ultimo passato in proprietà dai Principi Corsini di Firenze cui ancora appartiene, Scoppieto, con la sua interessante necropoli ed infine Cerreto con i suoi stupendi vigneti.

Chiesa di San Nicolò – Baschi (TR)
Chiesa di Sant’Antonio Abate– Baschi (TR)
Eremo di Sant’Angelo di Pantanelli – Baschi (TR)
Chiesa della Madonna di San Sebastiano – Baschi
Chiesa dell’Annunziata– Baschi (TR)
Castello di Acqualoreto – Baschi (TR)
Chiesa di Santa Maria Assunta – Acqualoreto di Baschi (TR)
Eremo della Pasquarella – Acqualoreto
Chiesa di San Leonardo – Gole del Forello Baschi (TR)
Castello di Scoppieto – Baschi (TR)
Abbazia di San Gemini di Massa – Scoppieto di Baschi (TR)
Area archeologica di Scoppieto – Baschi (TR)
Voragine del Vergozzino – Scoppieto Baschi (TR)
Castello di Civitella dè Pazzi ( o Civitella del lago ) – Baschi (TR)
Buche del vento – Civitella del lago Baschi (TR)
Castello di Cerreto – Baschi (TR)
Castello di Morre – Baschi (TR)
Castello di Morruzze – Baschi (TR)
 

Mappa

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