Castello di Barri– Foligno (PG)
Cenni Storici
Il piccolo abitato, posto a circa 700 metri d’altezza sopra Leggiana, si può raggiungere percorrendo una strada asfaltata che partendo da Scopoli, sale per circa un chilometro e mezzo lungo le pendici del monte omonimo.
Da Barri si gode di un panorama tra i più affascinanti dell’intera vallata, si possono ammirare, infatti, in tutta la loro bellezza sia la media Valle del Menotre, sia i verdi monti che le fanno da corona.
Le sue origini non sono molto documentate, ma poiché a monte di esso sono state individuate evidenti tracce di un castelliere, si può ipotizzare che gli abitanti di Barri siano i discendenti di coloro che s’insediarono in questi primordiali nuclei abitativi.
Come quasi tutti i paesi della media Valle del Menotre, nonché gli insediamenti d’altura, anch’esso dall’inizio del secondo millennio fu sotto la protezione dell’Abbazia di Sassovivo e amministrativamente fece parte della “Cella di Scopoli“, rimanendovi ininterrottamente fino all’Unità d’Italia.
In tempi successivi alcuni degli abitanti, sia per la difficoltà di reperire acqua potabile, che a Barri arrivò soltanto nella seconda metà del XX secolo, sia per la ormai remota possibilità di attacchi da parte delle popolazioni confinanti, scesero direttamente a fondo valle, iniziando a costruire nella parte bassa di Leggiana.
Il piccolo nucleo di case, che per motivi di continuità topografica fa parte di Leggiana, assunse il toponimo di Piè di Barri.
Il paesino è nominato per la prima volta in una pergamena del 1092 e successivamente se ne ha notizia nelle carte di Sassovivo del 29 marzo 1230 in cui si dice che certi Bonaccorso e Viviano danno a Fiorenzo di Perfido la quarta parte di una terra a Venaria in cambio di una terra sita in Barri e di una certa somma per la miglioria della medesima.
Nel 1304 gli uomini di Barri, fecero atto di obbedienza ai monaci di Sassovivo.
Tra il 1601 e il 1604 è segnalato nella carta del Ducato di Spoleto del Magini.
La debole economia, si è sempre basata per lo più sull’agricoltura, sull’allevamento del bestiame e sullo sfruttamento dei boschi.
Nel 1644, secondo lo Jacobilli, Barri contava nove fuochi e trentacinque anime.
Dalla fine del XX secolo è quasi completamente disabitato, ora vi son rimaste cinque persone.
Piè di Barri
Ai piedi del colle, lungo il vecchio tracciato della Statale 77, si allinea un piccolo nucleo di case che per motivi di contiguità topografica sembrerebbe far parte dell’abitato di Leggiana, ma che in realtà è Piè di Barri.
Esso ha avuto origine da alcuni edifici medievali collocati in posizione leggermente sopraelevata rispetto al tracciato originario della strada alcuni dei quali sono stati ristrutturati già in passato.
Tra di essi meglio riconoscibile è un edificio in rovina che presenta la pianta tipica delle strutture medievali: si sviluppa su due piani e si addossa al dislivello del terreno.
Esso conserva gli archi ad ogiva degli ingressi ed il paramento murario formato da piccoli blocchi di pietra calcarea bianca disposti su filari di altezze regolari.
Il resto dell’abitato è formato da edifici che si dispongono su due livelli lungo il fianco dell’altura e due palazzetti che ripropongono tipologie di tipo cittadino.
Aspetto
Gli edifici di Barri sono stati molto rimaneggiati in tempi recenti e della sua origine medievale è, al momento, riconoscibile solo una torre realizzata con piccoli blocchi di scaglia bianca inglobata nelle costruzioni successive.
Fonti documentative
CAPODIMONTI SANDRO Il Menotre e la sua valle Borghi, genti, acque, sorgenti
GREGORI DON LUCIANO La Valle del Menotre
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=71968#
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.