Castello di Armaiolo – Rapolano Terme (SI)
Cenni Storici
Armaiolo è un piccolo ma grazioso borgo fortificato in Val d’Ombrone, a circa un chilometro e mezzo a nord di Rapolano Terme lungo la superstradata per Siena.
È ignota l’origine al pari dell’etimologia del nome di questo castello, conosciuto assai bene in passato per le sue acque acidule solfuree termali.
Nel corso dei secoli le vicende di questo insediamento sono state alquanto burrascose.
Durante il XII sec. è stato di proprietà delle famiglie Spadalonga e Adilasia, anche se nel secolo successivo il governo senese ha voluto appropriarsi della fortificazione.
La notizia più antica di Armaiolo risale al 1260 quando Armaiolo era sotto il dominio dei conti Berardenghi, e alcuni Fiorentini, sconfitti dai Senesi a Montaperti, causarono danni al castello.
La signoria dei conti Berardenghi di Asciano e loro consorti, durò fino al secolo XIV dopodiché furono sostituiti nel dominio dalla Repubblica senese.
Un notaio senese del Trecento, Ser Cristofano di Gano di Guidino, ricoprì più volte ad Armaiolo il ruolo di vicario del Comune di Siena; qui egli aveva acquistato terre per ben 477 fiorini, due case e una cantina.
Cristofano era legato da amicizia con Caterina Benincasa, la nota patrona d’Europa (1347-1380), che secondo la leggenda avrebbe sostato ad Armaiolo.
Poiché Armaiolo era situato vicino al territorio fiorentino e sulla via della Val di Chiana, subì devastazione e saccheggi numerose volte.
Ad esempio nel 1524 un nobile straniero, il Duca di Albania inviato dal re di Francia, transitando il territorio senese trovato in Armaiolo un ostacolo poiché gli abitanti osarono opporsi, lo espugnò passando a fil di spada gli abitanti.
A sostegno di Siena il popolo di Armaiolo mostrò sempre grande fedeltà al punto che nel 1554 questo gli costò la più terribile tragedia e devastazione della sua storia.
Infatti durante all’ultima guerra tra Siena e Firenze, il 30 maggio 1554, il castello fu assediato dall’esercito imperiale-mediceo formato da soldataglie tedesche e spagnole al comando del conte Aldobrandeschi di Santa Fiora, fu intimato agli abitanti di arrendersi, ma quando questi rifiutarono preferendo la morte alla prigionia, tutti, ad eccezione delle donne, furono uccisi e il castello di Armaiolo dato alle fiamme.
Fu un massacro spaventoso, ad Armaiolo, come a Rapolano e a Serre.
Armaiolo costituì fino al 1777 una comunità autonoma, governata da propri magistrati con leggi e statuti che ancora si conservano nell’archivio storico comunale.
Sappiamo che ad Armaiolo nel 1676 abitavano 21 famiglie.
Aspetto
E’ un tipico castello feudale fortificato, con la cinta muraria e varie torri.
L’assetto urbanistico di Armaiolo conserva ancora gli stilemi tipici del borgo medievale, con i suoi vicoli stretti e la pavimentazione realizzata con pietre di grandi dimensioni chiamati ancora le rughe.
Numerose sono le testimonianze medievali rimaste, soprattutto dal punto di vista architettonico.
A nord dell’abitato si possono ammirare i resti di due torri in pietra e della cinta muraria.
Nei pressi della chiesa di San Giovanni troviamo una interessante torre a pianta pentagonale ricca di stemmi e iscrizioni accumulatesi nel corso della lunga storia di Armaiolo.
Il grande parco su terrazzamenti che circonda l’abitato è una testimonianza della Villa Camaiori, oggi diventata un agriturismo di proprietà privata, chiamato Tenuta Armaiolo.
Rimane tutt’ora la divisione di Armaiolo in tre terzi, Fontebranda, la Campana, Finimondo.
Il terzo di Fontebranda, che insieme a Capanna e Finimondo componeva il castello all’interno delle mura, forse ricordava proprio la contrada dove era nata e vissuta la santa senese.
Questo rispecchia il legame, anche sotto il profilo urbanistico, che univa Armaiolo a Siena, suddivisa appunto in terzi.
Chiesa di San Giovanni Evangelista
La chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista sorge al centro del paese ed è ricordata fin dal XIV secolo, ma l’attuale costruzione riedificata in forme neoromaniche in travertino risale interamente alla fine dell’Ottocento (1898-99).
Interno
L’interno è stato affrescato in occasione dell’Anno Santo del 1975 dal parroco Eldo Pensatori.
Nel transetto a sinistra è conservato un dipinto settecentesco raffigurante l’Ultima Cena, proveniente dalla piccola chiesa del Corpus Domini fuori dalle mura.
Fonti documentative
http://www.cretesenesi.com/
http://www.montauto.it/
http://www.docgrancesenesi.it/
http://www.rapolano.info/
http://www.comunerapolanoterme.it/