Castello di Annifo – Foligno (PG)

Il paese è la somma di alcuni gruppi di case, che, dalla cima di un colle sovrastano uno dei 7 bacini carsici dei Piani Plestini.

 

Cenni Storici

Prima di parlare della storia del castello analizziamo l’origine del suo toponimo visto che diverse sono state nel tempo le interpretazioni sicuramente tutte ipotetiche, ma qualcuna con un forte spirito di fantasia.
Secondo Don Mario Sensi ci sarebbero caratteri orientali che hanno caratterizzato la zona derivati dai Bizantini che dopo la guerra gotica (535-553), riconquistarono il territorio nocerino, oppure dai monaci orientali che hanno rievangelizzato la zona, infatti diversi elementi fanno supporre questa ipotesi, il primo è la dedica della chiesa a Sant’Elena (madre dell’imperatore romano Costantino), il secondo è il culto di Santa Maria Giacobbe sui Piani Plestini e terzo il toponimo “Nifo“, da cui Andifu e infine Annifo deriva dal greco e significa nevica o meglio località nevosa, quindi diversi elementi di carattere orientale.
Altra spiegazione invece la da lo studioso Amici il quale nel suo studio sulla toponomastica Plestina afferma che Annifo deriva da “ad ninphas” cioè luogo consacrato alle ninfe, del bosco.
Più fantasiosa invece la definizione del Rossetti che affascinato dalla battaglia di Annibale sui Piani Plestini afferma che Annifo deriva dal termine “Annibal fuit” a conferma della presenza del condottiero Cartaginese.
Gli insediamenti umani in quest’area risalgono all’età del ferro e sono documentati da reperti preistorici trovati in tombe devastate e disperse nel Piano di Marte, vicino all’attuale cimitero; si tratta di anfore biconiche, fusarole, avori lavorati, bronzetti, armille, fibule, rasoi, specchi, statuette comuni alla civiltà subappenninica e protostorica umbra.
Che l’altopiano sia stato costellato da piccoli nuclei di agricoltori-pastori ivi stanziatisi fin dall’età del ferro è testimoniato dalla presenza di castellieri, posizionati sulle cime dei rilievi, solitamente di forma circolare o elissoidale e la loro superficie interna varia dai 400 agli 800 mq, difesi da un terrapieno quasi ovunque attualmente coperto da terra e vegetazione.
Tali recinti erano originariamente legati, con tutta probabilità, alla transumanza posti a guardia della viabilità e dei pascoli sottostanti e per capire la densità abitativa del periodo basti pensare che solo per Annifo e Colfiorito, due insediamenti dell’altopiano, ancora oggi importanti, ci sono pervenuti tre castellieri per ciascuno, dirimpettai e quasi a un tiro di sasso l’uno dall’altro.
Nel 217 a.C. vide la presenza delle truppe di Annibale, che, dopo la vittoriosa battaglia di Plestia contro la cavalleria Romana di Centenio, tentavano di passare nel Piceno cercando di eludere lo scontro con Servilio che stava sopraggiungendo dalla Flaminia a tappe forzate( Vedi La Battaglia di Plestia).
Con la scomparsa di Plestia verso l’anno mille, per il terremoto, molte persone si rifugiarono in quest’area accrescendone l’abitato e utilizzando anche materiale del paese distrutto.
La piana fu bonificata dai Benedettini dell’abbazia di San Pietro di Landolina, mediante un canale di scolo, che si getta nella palude di Colfiorito.
Carte di archivio ci assicurano che Landolina fu una curia, alla quale era preposto un gastaldo, da cui dipendevano varie corti, tra cui Annifo e Talogna.
L’abitato che si venne delineando era costituito da più nuclei che occupavano la collina ed il versante sulla piana; i gruppi principali sono: Colle con avanzi dell’antico Castello acquistato dai Folignati verso la metà del sec. XIII, la cui chiesa di San Pietro comincia ad essere documentata nel 1239, Fossa, Villa o Villa Balciana nella parte centrale (con Sant’Elena), Coderone o Coderonuccio (con San Nicola attestata sin dal 1114) e Coderoncino.
L’acquisto ed il possesso di Colle da parte dei folignati è certamente anteriore all’ultima fase del Bellum Perusinum (1288 – 1289), infatti in una sentenza di un processo celebrato nella curia del ducato di Spoleto, contenuta in un rotolo pergamenaceo lungo mt. 23,30 x 0,24 e composto da 34 pergamene cucite insieme, redatto tra il luglio e il settembre 1298, è descritto come Processo a favore di Annifo, contro la comunità di Nocera che aveva la presunzione di possesso verso la Villa di Annifo, la quale appartenne al territorio e alla giurisdizione del Comune di Foligno sin dalla sua fondazione.
La comunità, in segno di sudditanza, recava il palio e due doppieri da 10 libre per S. Feliciano.
Se ne deduce che tra il 1114 e il 1295 il profilo plurale dell’insediamento annifano poteva dirsi concluso; infatti nel 1263 ci fu una riorganizzazione militare del territorio con la costruzione o il riassetto dei castelli di Verchiano, Popola, Colfiorito ed Annifo da parte del comune di Foligno; e di Elci, Percanestro, Rocchetta, Dignano e Serravalle da parte di Camerino, mentre sul corridoio tra le due elencate catene parallele di difesa si incuneavano due fortificazioni costruite dagli Spoletini: Acquafranca e Montesanto.
Nel secondo decennio del Trecento nello Statuto del Comune di Foligno, parte che si ritiene compilata intorno al 1314, stabiliva la nomina dei bàiuli, ovvero dei messaggeri fiscali del Comune, uno di questi (in tutto erano 40) era destinato ad Annifo: la località manteneva tuttora lo status di “villa” rustica, qualificazione che trova conferma in un documento del 1315.
Lo Statuto del Popolo di Foligno, invece, la cui redazione si colloca a metà Trecento, nella rubrica quarantottesima, stabiliva che si costruissero “unam turrim et unum cassarum in castro Sancti Petri quod ordinatum est in colle Annifi“, cioè a dire, che si era ordinato di fortificare la località Colle di Annifo e che nel processo di costruzione del castrum, cioè del castello intitolato a San Pietro, si era giunti al punto di erigere torre e cassero.
Un incremento consistente della popolazione di Annifo si ebbe nel 1312 dopo la distruzione del vicino Castello di Landolina, la cui popolazione si riversò in questo abitato.
Secondo lo Jacobilli il castello fu edificato nell’anno 1343 da Ugolino VIII, e Corrado Trinci che insieme a questo fecero costruire quello di Capodacqua, e la Rocca di Pasano.
Certo è che nel 1386 per ordine di Ugolino IX, fu rifabbricata la rocca di Annifo, essendo la vecchia in cattivo stato, il che fa dedurre che molto prima del 1343 i Folignati lo avessero cinto di mura con la rocca.
Amministrativamente il castello di Annifo faceva parte del Distretto di Foligno e come tale è elencato nel Liber officiorum tempore Corradi de Trinciis (1421).
Corrado XII, poco prima della sua tragica fine, nel 1439, fece notevolmente munire e ampliare il castello.
Ecclesiasticamente il paese fu diviso in due: San Pietro con Foligno, Sant’Elena con Nocera, solo nel 1938 Annifo tornò nella Diocesi di Foligno.
Nei secoli XVI – XVIII il castello di Annifo contava una ottantina di famiglie, una popolazione quindi che oscillava tra le quattrocento e le quattrocentocinquanta anime.
Va ricordato che il Monte frumentario di Annifo, eretto da fra Andrea da Faenza nel 1492 durò per ben quattro secoli.
Annifo fu anche epicentro del terribile terremoto del 1997 che distrusse gran parte delle abitazioni e rase al suolo la chiesa.
 

Aspetto

Il paese, costituito da una serie di micro quartieri, ha una peculiare forma a ferro di cavallo che si affaccia su uno dei sette altopiani che caratterizzano l’intera area Plestina e che qui voglio ricordare:
Piano di Annifo, Piano di Colle Croce, Piano di Colfiorito o del Casone, Piano di Arvello, Palude di Colfiorito, Piano di Ricciano e Piano di Popola e Cesi.
Fra gli agglomerati urbani troviamo “Colle“, ben arroccato sull’ultima propaggine dell’altura e con gli edifici, per lo più a schiera, disposti all’incrocio di tre strade; ad ovest del villaggio, si trova un cocuzzolo bordato da alberi, dove va localizzata l’area dell’antico Castello medievale di Annifo.
Poco più in alto è stata ipotizzata la preesistenza di un Castelliere con vallo ed aggere a perimetro non definito risalente al periodo umbro.
Sempre ai piedi del castello, ma all’estremità opposta di Colle, si trova “Fosse“, anch’esso di origine medievale con la chiesa di San Pietro inagibile e tappezzata di impalcatura (abbandonata).
Villa” (Villa Balciana), costituisce il blocco di case più consistente di Annifo; il nucleo situato a mezza costa, fronteggia le località di Colle, Castello e Fosse.
Una posizione di mezza costa occupano anche i due nuclei di “Coderone” e “Coderoncino” dislocandosi ai lati della strada che li collega alla Villa.
Nella piana sottostante è ancora presente e attivo il villaggio di case prefabbricate costruito subito dopo il violento terremoto del 1997; nell’area della proloco, situata sotto a Fosse e Colle, durante il mese di agosto si svolge una festa che si chiama “Sette giorni in montagna e sagra della lenticchia“, una settimana di festa in cui gli abitanti della frazione condividono con i partecipanti la bellezza del proprio territorio, la genuinità della vita di montagna e la tipicità della propria cucina, punta di diamante dell’intera manifestazione.
 

Fonti documentative

Fabio Bettoni Maria Romana Picuti – La Montagna di Foligno, Itinerari tra Flaminia e Lauretana – Edizioni Orfini Numeister Foligno 2007
Don M. Sensi – Vita di Pietà e vita Civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc, XI-XIV) – 1984
Don M. Sensi – Plesia si racconta dalla “Fiera” alla “Sagra della patata rossa” – 1998 Quaderni della “Sagra della patata rossa” N° 2
Scuola Media di Colfiorito – A proposito della Battaglia Plestina (217 a.C.) La Via della Spina – Comitato “Sagra della patata rossa” Colfiorito 1988
Raffaele Amici – Toponomastica dell’altopiano Plestino – in Bollettino Storico della città di Foligno 1985
Ansano Fabbi – Antichità Umbre – 1971
M. Tabarrini – L’Umbria si racconta – 1982

https://it.wikipedia.org/wiki/Annifo

 

Mappa

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