Castello delle Forme – Marsciano (PG)

Il castello si nota da lontano in quanto sorge su un’altura che domina la pianura.

 

Cenni Storici

Il paese che sorge su una collina in una posizione strategica, domina la pianura a destra del Tevere ed ha antiche origini e pare che anticamente sia stato chiamato S. Costanzo delle Abbadesse e di questa denominazione si trova memoria fin dal 1229.
A dimostrazione della remota presenza umana in questi luoghi si rammenta che nel vocabolo Campo Filoncia è stata rinvenuto l’ingresso ad un cunicolo e, forse, ad una tomba di età etrusca, d’altronde, la presenza di etruschi o di altre genti non è qui un fatto sporadico, giacché numerose sono le testimonianze che provengono non solo da tombe, ma anche da antiche iscrizioni.
Il castello, collocato in un punto di confluenza delle più importanti vie di comunicazione, era celebre per il transito dei mulattieri che qui confluivano e scendevano per recarsi a Roma.
Nei pressi delle mura si può ancora osservare l’antica fonte fatta costruire dai magistrati di Perugia nel 1296; essa svolgeva sia la funzione di ristoro per i numerosi passanti, sia di approvvigionamento idrico del paese nonchè come lavatoio.
Le origini del castello sono lontane, esisteva almeno dal 1163, quando il Barbarossa cita, nel suo diploma, la chiesa ivi contenuta: la sua posizione strategica, a guardia della riva destra del Tevere, permetteva il controllo della strada che conduceva da Perugia a Roma, anticamente percorsa dai mulattieri che si riunivano qui e poi scendevano in pianura.
Nel 1312 dovette subire l’assalto delle soldatesche di Enrico VII di Lussemburgo, ma fu tenacemente difeso da “messer Filippo di messer Guido della Corgna” con soldati condotti a sue spese e tale gesto gli fu degnamente riconosciuto dai Magistrati perugini che gli rimborsarono le spese e gli conferirono numerose lodi e ringraziamenti.
Nel 1393 il fuoriuscito perugino Armanno Guidaletti lo prese oltre al castello di S. Apollinare ma fu ripreso di perugini senza combattere e scendendo a patti.
Con l’istituzione dei capitani del contado,Castel delle Forme fu tassato per 15 fiorini nella contribuzione allo stipendio di quello di Porta S. Pietro, dal quale dipendeva.
Nel 1509 furono compilati certi particolari statuti dalla Comunità di Castel delle Forme sopra i danni dati, statuti che ebbero l’approvazione dei priori di Perugia il 26 novembre dello stesso anno.
L’11 ottobre 1534, con un colpo di archibugio ricevuto in un fianco, fu ucciso a Castel delle Forme Prospero della Corgna, che stava a guardia del paese con alcuni fuorusciti, in seguito un altro componente della famiglia Della Corgna, Bonifazio, fu anch’esso ucciso il 7 settembre 1620.
Il 7 di giugno del 1540 durante la “guerra del sale“, che opponeva Perugia allo Stato Pontificio, il castello fu teatro della più cruenta battaglia che si sia combattuta e Castel delle Forme rimase fedele alla Chiesa consegnando perfino le chiavi del castello a Pier Luigi Farnese.
Ma ciò non valse a risparmiare il castello dalla devastazione per opera delle milizie papali contro gli ordini dallo stesso Pier Luigi impartiti, onde papa Paolo III in compenso di questi danni volle con suo Breve in data 12 giugno 1545 dispensare in perpetuo la Comunità di Castel delle Forme da tutte le gabelle, ma dopo quindici anni tutte le concessioni vennero revocate e l’ 8 maggio 1562 tornò a pagare tutte le gabelle solite come gli altri castelli del contado perugino.
La zona era feudo dei della Corgna.
Il palazzo, nella piazza principale, mantiene ancora qualche testimonianza del passato, come i resti di un capitello in pietra e dipinti.
La famiglia, nei pressi dell’antica chiesa di S. Costanzo, aveva anche una residenza di campagna, sul cui ingresso ancora oggi è visibile lo stemma gentilizio.
All’epoca del Governo francese Castel delle Forme faceva parte, come S. Valentino, del cantone di Deruta.
 

Aspetto

Dell’antico castello restano la torre campanaria a pianta quadrata a nord del XIV secolo che svetta ben visibile su tutta la piana sottostante, inoltre sono ben conservate una parte delle sue possenti mura di cinta del XIV secolo, a testimonianza dell’importanza della sua funzione di controllo sulla via.
Si conserva inoltre una torre medievale e una torre circolare a nord est.
Due archi, testimonianza di porte di ingresso al castello sono ancora visibili, uno a nord e l’altro ad est: sopra il primo, situato sotto la torre campanaria, resti di una pittura raffigurante sant’Elpidio, forse del XVIII secolo, sotto cui si intravede ancora qualche cenno di un dipinto molto più antico, in attesa di restauro;
All’interno della cinta muraria è presente anche un pozzo circolare, della fine del 1800, sormontato da una copertura a cupola con in cima un fregio simboleggiante un melone, o una zucca, comunque vegetali ricchi di acqua: fu costruito da un artigiano del luogo, Forasiepi Florido.
Le strette viuzze medievali confluiscono ad angolo retto sulla via principale, il che farebbe pensare che il castello sia sorto sui resti di ad un castrum di epoca romana.
All’interno della porta d’ingresso del paese nella nicchia in alto sopra la stessa c’è un dipinto, come spesso avveniva nei castelli medievali, che raffigura uno o più santi protettori a cui si appellava la popolazione, nel nostro caso il dipinto, probabilmente voluto dalla famiglia “Della Corgna” di cui spicca lo stemma, raffigura nella parete di fondo la Madonna con il Bambino tra i Santi Costanzo ( patrono di Castello delle Forme) ed Ercolano, nella spalla destra sono raffigurate Santa Caterina di Alessandria e Margherita di Antiochia mentre nella spalla sinistra le figure non sono più identificabili per il loro avanzato deterioramento.
La particolarità di questo dipinto è che sotto di esso ci sono rappresentate le stesse immagini su un affresco trecentesco attribuita ad un anonimo convenzionalmente chiamato “Maestro del 1348“.
In epoca successiva questo dipinto è stato coperto da uno strato di intonaco e nel 1500 è stato ridipinto praticamente con le stesse immagini; la parete di fondo è attribuita a Bernardino di Mariotto dello Stagno (Perugia, notizie 1497-1566) mentre le immagini delle spalle della nicchia sono da ritenersi della Bottega del Perugino.
Questo affresco è stato restaurato nel 2017 a cura dell’Associazione di Promozione Sociale Amici del Castello e Circolo Anspi G. Lupattelli con il contributo dei Comune di Marsciano e della Fondazione Cassa di Risparmio.
 

Fonti documentative

F. Cavallucci – Marsciano territorio e nuclei urbani: un’indagine – 1984
A. Riccieri – Memorie storiche del Comune di Marsciano fino a tutto il secolo XVI – 1814
 

http://it.wikipedia.org/

http://www.comune.marsciano.pg.it/

Da vedere nella zona

Fonte di San Costanzo
 

Mppa

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