Castello della Pieve – Mercatello sul Metauro (PU)

In questo castello fu deciso l’esilio di Dante Alighieri dalla città di Firenze.

 

Cenni Storici

Il Castello si nota sulla sinistra lungo la provinciale che raggiunge Mercatello sul Metauro per chi proviene da Borgo Pace; è uno dei castelli di difesa sulla linea di confine di un territorio vasto chiamato Massa Trabaria.
Questa piccola Provincia montuosa che si estende fino a Cagli e Urbino è così chiamata per la quantità di abeti che, abbattuti e lavorati nella zona del valico, finivano, “navigando” il Tevere, a Roma per fornire le travi necessarie alla costruzione di palazzi e Chiese.
L’origine del nome è chiaramente latina, da trabs = trave.
Nel 1250 ben 41 località appartenevano al la Provincia, non tutte sotto lo stesso signore, anzi spesso in contesa sanguinosa tra loro.
Il castello subì le vicende storiche conseguenti al dominio di questa estesa e ricca provincia contesa più o meno a lungo dalle signorie dei Brancaleoni ripensi e durantini, dei Carpegna, dei Della Faggiola, dei Montefeltro e dei Malatesti.
Negli anni, il Castello della Pieve è stato al centro di numerose vicende territoriali, dalla vittoriosa guerra di Uguccione della Faggiola contro Branca Brancaleoni nel 1353, al dominio del cardinale Albornoz.
La sua conformazione si sviluppa in senso longitudinale con gli edifici che si affacciano da un lato lungo l’unica strada che l’attraversa e che un tempo era chiusa da due porte, una a valle e una a monte, ad oggi ne è rimasta solo una perché quella a monte è andata perduta.
Il Borgo ha subito, specialmente negli ultimi decenni, un massiccio spopolamento, e questo ha portato un forte degrado la cui conseguenza è stata il crollo di numerose abitazioni e parte della cinta muraria.
Quella che è rimasta in piedi invece è la torre con i suoi venti metri di altezza, nella parete ovest è posta una Lapide in pietra arenaria scolpita dal mercatellese Giambattista Bastari (1895-1966) che ricorda le vicende storiche avvenute all’interno del castello e legate all’esilio di Dante Alighieri da Firenze:
In Castello della Pieve/ Carlo di Valois e Corso Donati / il IV ottobre MCCCI / decisero l’esilio/ di/ Dante Alighieri/ – / Il comune di Mercatello / sul Metauro / nel VII centenario / della nascita / del Divino Poeta / A.D. MCMLXV” .
Secondo gli studi dello storico Mario Moscardino e secondo la “Cronica” di Dino Compagni, esattamente qui si decisero le sorti del celebre Poeta; qui si tenne il convegno che stabilì l’esilio di Dante da Firenze, cui appunto parteciparono Carlo di Valois e il nobile fiorentino Corso Donati, capo dei Guelfi neri.
La cronaca specifica che si radunarono al confine con la Toscana, e a quei tempi i confini non erano quelli attuali, infatti il Comune di Mercatello sul Metauro, oggi nelle Marche, a quel tempo era il lembo inferiore della Toscana.
Occorre ricordare che Carlo di Valois era il fratello di Filippo il Bello re di Francia, fu al servizio di Bonifacio VIII; compì la spedizione in Italia che nel 1301 portò al rovesciamento del partito dei Guelfi Bianchi a Firenze, mettendo al potere i Neri, da cui la condanna all’esilio di Dante.
Morì nel 1325 ed è citato da Ugo Capeto nel Purgatorio, XX, 70-78, dove si profetizza che uscirà di Francia per far conoscere meglio le qualità sue e della sua schiatta, senza altre armi che non siano quelle del tradimento con cui farà scoppiar la pancia a Firenze.
Non otterrà però in cambio una terra (era detto “Senzaterra” perché non ottenne mai un dominio territoriale), ma solo peccato e vergogna.
Anche Corso Donati è citato da Dante nel Purgatorio, XXIV, 82-87, in cui profetizza la sua morte e dice che sarà trascinato direttamente all’Inferno legato alla coda di una bestia.
La sentenza di esilio del poeta è durata fino ai nostri giorni, infatti è stata cancellata con un provvedimento del Consiglio Comunale di Firenze solo nell’Amministrazione in cui era sindaco Matteo Renzi.
Sulla copertura della torre, in lastre di arenaria, si eleva quel che rimane del secentesco campanile a vela a due celle, contemporaneo alla chiesa.
All’inizio del secolo vi erano ancora le campane e su una di esse si poteva leggere:
HONOREM DEO ET PATRIAE LIBERATIONEM MERIUS DEURILIO ME FECIT A.D. MCCCXIIII“.
Purtroppo questa andò perduta assieme al campanile, rovinato e ricostruito nel 1912 sulla facciata della vicina chiesa.
Il borgo negli ultimi anni ha ritrovato una nuova vita dopo che è stato trasformato in Country House e si sono avviati lavori di recupero e restauro privati e pubblici che hanno interessato in particolar modo la torre e la chiesa parrocchiale.
 

Chiesa di San Giovanni Battista

La chiesa si trova a metà percorso della via principale del borgo, poco distante si erge la torre sotto la quale si decise l’esilio di Dante da Firenze.
Già nel 1301 nel borgo esisteva una prima chiesa poi caduta in rovina e probabilmente era l’antica Pieve da cui ha poi preso i nome il castello.
La Chiesa di San Giovanni Battista fu costruita dal parroco Giovan Battista Martelli tra il 1652 e il 1680, in sostituzione di quella omonima, ormai pericolante.
Del 1630 è la tela che dipinse Bartolomeo Giorgetti raffigurante la decapitazione del Battista.
Nel 1895 venne costruito il portico a tre fornici antistante l’ingresso.
Il borgo e la chiesa caddero in rovina e soltanto agli inizi degli anni ’90 del secolo XX fu iniziato un programma di restauro che si protrasse per alcuni anni.

ASPETTO
Il classico profilo a capanna della facciata è mosso dal portico a tre arcate, coperto da tetto a due falde.
Il portico copre la scalinata di quattro gradini che precede l’ingresso.
Il portale centinato è inserito in una cornice di pietre squadrate, al disopra di esso persiste una finestra rettangolare in asse con architrave in legno.
Sotto l’imposta del tetto sono aperte due piccole finestre quadrate.

INTERNO
L’interno è voltata a botte improntato su base rettangolare, con pilastri da cui originano archi a sesto ribassato.
Sulle pareti si aprono due finestre rettangolari che danno luce alla chiesa.
Il presbiterio è preceduto da balaustra in legno modanato.
L’altare addossato alla parete è decorato con marmi policromi e colonnine.
L’ingresso è coperto da bussola in legno.
 

Fonti documentative

C. Leonardi e G. Muccioli – Guida per Mercatello sul Metauro – 1997
G. Tacchi – Guida ai centri minori della Provincia di Pesaro e Urbino – 1998

https://divinacommedia.weebly.com/corso-donati.html

https://www.loquis.com/it/loquis/2638303/Borgo+Castello+della+Pieve+l+esilio+dantesco

https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/59365/Chiesa+di+San+Giovanni+Battista

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=59365

 

Mappa

Link alle coordinate: 43.662195 12.312301

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