Castelliere di Palarne – Arvello di Foligno (PG)
Cenni Storici
Questo abitato di fatto non esiste più, sebbene la sua esistenza e la sua antropizzazione risale ad epoca preromana.
L’entità abitativa documentata fin dal 1197, quando figurava nel privilegio concesso da papa Celestino III al monastero di Santo Stefano in Gallano, era ancora attiva nella seconda metà del XIX secolo, dopodiché è andata perduta.
Insieme al Borgo rurale è andata altresì perduta la chiesa intitolata a San Bartolomeo, anticamente subalterna sia alla canonica di Sant’Andrea di Gricciano sia alla Pieve di Santa Maria de Porcarella, scomparse anche queste.
La chiesa di San Bartolomeo è citata per la prima volta nel 1239, nelle Rationes Decimarum del 1333-1334 e compare nelle Visite Pastorali fino al 1739 poi scompare definitivamente insieme al Borgo.
Sulla sommità del colle a 876 m s.l.m. è ancora possibile leggere sul terreno la presenza di un castelliere la cui muraglia difensiva è ricoperto di uno spesso strato di terra e la forma tondeggiante riporta ad una fortificazione di un insediamento d’altura di epoca preromana, circondato da fossato che si sviluppava su terrazze artificiali poi rioccupate in epoca medievale.
Il castelliere si affaccia sulla piana di Arvello a fronteggiare l’altro dirimpettaio di Talogna sopra l’abitato di Arvello; entrambi facevano parte di un fitto reticolo difensivo che occupa tutto l’altopiano a testimonianza della massiccia antropizzazione dei Piani sin dalle epoche più remote.
Il Castelliere
Per descrivere un castelliere prendiamo integralmente la definizione di F. Bettoni, M. R. Picuti:
“Il termine castelliere indica un abitato di altura fortificato con una o più cinte murarie; questo tipo di insediamenti caratterizza, a partire dalle Età del bronzo e del ferro, varie zone di un’area piuttosto estesa che comprende l’arco alpino, le coste della Dalmazia ed i rilievi dell’Appennino.
Nell’area appenninica umbro-marchigiana i castellieri compaiono nell’Età del bronzo recente e finale (circa tra il 1300 ed il 900 a.C.) e, in alcuni casi, hanno carattere sacro.
Il fossato (vallo) ed il terrapieno (aggere), costruito con pietre poste in opera a secco, sono gli elementi distintivi di ogni insediamento d’altura, di cui è possibile ricostruire due tipologie: una a pianta più o meno circolare od ellittica con fossato continuo e l’altra che presenta una pianta articolata su terrazzamenti digradanti dalla sommità verso la linea di fortificazione esterna.
Le necropoli dell’area Plestina, che spesso sono state individuate ai piedi delle alture su cui sorgevano gli abitati, hanno permesso di definire l’arco temporale in cui questi villaggi sono stati occupati, che va dalla metà del VI secolo a.C. al III-II secolo a.C.“.
Fonti documentative
Fabio Bettoni Maria Romana Picuti – La Montagna di Foligno, Itinerari tra Flaminia e Lauretana – Edizioni Orfini Numeister Foligno 2007