Castelliere di Monte Orve – Colfiorito (PG)
Cenni Storici
Con il termine di Castelliere si indica un abitato di altura fortificato artificialmente da una o più cinte murarie.
Insediamenti di questo tipo sono presenti nell’età del bronzo e nell’età del ferro in varie zone dall’arco alpino alle coste dalmate ai rilievi dell’Appennino.
In territorio umbro, ed in particolare nell’area appenninica, i primi insediamenti di altura fortificati compaiono nell’età del bronzo recente-finale ed hanno con ogni probabilità carattere sacro come nel caso di Monte Primo di Pioraco o Monte Prefoglio ai margini del bacino plestino.
Tra la seconda metà del VII — VI sec. a.C. in area plestina assistiamo ad una grande trasformazione economica, politica e sociale che comportò anche un profondo mutamento nelle realtà insediative. Vengono abbandonati i villaggi perilacustri (probabilmente anche a causa di un mutamento climatico che causò l’aumento della piovosità e quindi del livello del lago) e sono occupate le alture che circondano i piani carsici che formano il bacino di Colfiorito.
La fascia altitudinale prescelta è compresa tra gli 800 e i 1.000 m. di altezza. Il confine del territorio plestino, che può essere interpretato nella linea della valle del Topino ad Ovest, quella del Menotre a Sud e dai monti che vanno da Monte Cavallo a Monte Pennino, è segnata da una serie di “Castellieri” su cime che vanno spesso oltre 1.000 m., posti a controllo delle vie di accesso e aventi spesso anche la funzione di luoghi di culto.
All’interno il territorio è suddiviso in cellule che hanno come centro il piano carsico intorno al quale si organizzano i villaggi e il territorio produttivo ad essi riferito.
Tutti gli insediamenti, spesso definiti nella toponomastica locale “Castellari” sono fortificati con vallo ed aggere di pietrame a secco secondo una tipologia che permette di distinguere due tipi: uno a pianta più o meno circolare o ellittica con fossato continuo (ad es. il castellaro di Annifo) ed un secondo tipo a pianta articolata su terrazze artificiali digradanti dalla sommità verso la linea di fortificazione esterna (ad es. Croce di Casicchio, Palarne).
La datazione dei “Castellieri” plestini si ricava dalle necropoli in alcuni casi individuate e parzialmente scavate, ubicate alle radici delle alture dei villaggi, che sono databili tra la metà del VI sec. a.C. e il III — II sec. a.C..
Di tutti gli insediamenti fortificati di altura del territorio plestino gerarchicamente appare il più importante quello di Monte Orve dal quale con ogni probabilità nel V secolo si sviluppa una forma urbana arcaica.
Il toponimo Orve, potrebbe derivare da una corruzione medievale di ” urbs ” e ricordare l’esistenza di un centro scomparso nell’antichità.
C’è anche chi ne sostiene il significato di circolo, il che non contrasterebbe con l’esistenza dell’antichissimo insediamento, a forma, appunto, di recinto circolare.
Per la centralità della posizione nel territorio, questo insediamento può essere considerato il punto nodale dei sistemi insediativi d’altura nel territorio plestino.
A q. 926, sono ancora oggi visibili i resti di un insediamento di epoca preromana, con caratteristiche protourbane attribuite al VI-V secolo a.C.
La cinta fortificata in opera poligonale che lo racchiude è lunga circa 1.300 m, occupa un’area leggermente pianeggiante ed è composta di grandi blocchi irregolari connessi tra loro con giunti lavorati.
Sul lato occidentale si apriva una porta, da dove entrava la strada che saliva dalla valle. Internamente l’abitato era disposto su terrazzamenti artificiali e la zona più alta del monte ne costituiva l’acropoli, che aveva una propria fortificazione.
Campagne di scavo recenti all’interno dell’arce stanno portando alla luce un edificio a pianta rettangolare, probabilmente un tempio circondato da un temenos in muratura a pianta rettangolare che racchiude un sacello.
Su quest’altura, che secondo una recente ipotesi continuò ad essere abitata in epoca romana, nel pieno Medievo è attestata l’esistenza (1138) di una Chiesa di Sant’Andrea de Orbe dotata di chiese e di pertinenze.
Notizie successive (1239) attestano in Orve una Canonica, intitolata a Santa Maria un titolo giuridico ancora più importante rispetto a quello plebale, da cui dipendevano le chiese di Sant’Angelo di Campignoli, di San Biagio di Tolentino, di San Savino di Fraia.
Più avanti nel tempo (1295), fatta salva la chiesa di San Savino di Fraia, non sono più menzionate né la chiesa di San Biagio di Tolentino, che era passata alla diocesi di Nocera, né la canonica di Orve, la quale venne definitivamente abbandonata in seguito alla costruzione (1269) del castello di Colfiorito e della relativa chiesa di Santa Maria, che, tradizione vuole, ne avrebbe acquisiti i titoli ed i diritti ( e qualcuno afferma anche le pietre da costruzione ).
Nell’area plestina sono presenti un gran numero di castellieri dei quali i più facilmenti individuabili sono: Monte Prefoglio, Castello di Dignano, Monte Birbo, Monte Trella, Croce di Casicchio, Monte Sauro, Castellina, Palarne, Castellaro di Annifo, Monte di Afrile.
Fonti documentative
Laura Bonomi Ponzi – Un Parco per gli altopiani – Cassa di Risparmio di Foligno 2005
F.Bettoni M.R.Picuti – La Montagna di Foligno, Itinerari tra Flaminia e Lauretana – Edizioni Orfini Numeister 2007
Da vedere nella zona
Oasi naturalistica della palude di Colfiorito
Museo archeologico
Botte di Varano e Collettore romano