Castel San Gregorio – Assisi (PG)

Sulla strada che porta da Assisi a Torchiagina, è famoso per il presepe vivente che vi si svolge nel periodo Natalizio.

 

Cenni storici

Posto nei pressi di Pianello, su un dolce declivio (279 m) ai confini del contado assisano, vicino alla riva sinistra del Chiascio, lungo la provinciale Gualdo Tadino-Perugia, è oggi una delle fortificazioni più suggestive della zona, perfettamente quadrato, con quattro torri e mura merlate racchiude medievali abitazioni, quasi tutte abbandonate, che formano un complesso suggestivo percorso da vicoletti tortuosi con archi e volte.
Il nome del castello e della chiesa presero origine da san Gregorio martire di Spoleto, morto durante la persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano.
Sorse nel secolo X e venne ulteriormente fortificato nel secolo XII quale importante sentinella della valle e del borgo.
Anticamente era circondato da un fossato e servito da un ponte levatoio.
La prima menzione nei documenti assisani della località di S. Gregorio è del 1114 e proviene dall’Archivio della Cattedrale di Assisi, da cui si apprende che un certo Bonconte, figlio del fu Lupo, donò a Letone, priore di S. Rufino, in suffragio dell’anima del fratello, tre pezzi di terra situati in quel vocabolo.
Un altro documento del XII secolo conferma la proprietà della cattedrale di San Rufino su alcune terre in “curia sancti Gregorii“.
In un altro documento del 1254 si attesta l’esistenza della “fraternitas plebis sancti Gregorii de Podio“.
Tra le cinquantadue balìe in cui era suddiviso il territorio comunale di Assisi figura anche quella di “S. Gregorio de Coltratitiis” perchè unita alla balìa di Coltraticce ed era la balìa più occidentale delle 52 che si estendeva ad est oltre il monte Casicola.
Di circa 200 chilometri quadrati, il territorio della balìa di San Gregorio confinava con la balìa di Torranca a nord, di Coltraticce ad est, di Torrita e di Rocca Sant’Angelo a sud, di Torchiagina a sud ovest e ad ovest infine con il territorio comunale di Perugia.
Fu una piccola città autarchica con propria guarnigione militare.
Nel censimento eseguito nel 1232 risultano 25 “fuochi” (nuclei familiari), cioè con una popolazione di circa 125 abitanti e risulta la più occidentale del territorio di Assisi.
Nel XV secolo San Gregorio partecipa con altri castelli alla ratifica di pace tra le fazioni assisane e nello stesso periodo provvede, sempre con altri castelli vicini, ma in quantità maggiore rispetto a questi, alla consegna di alcune rasenghe di calcina per la fabbrica di San Francesco.
Tale obbligo risulta comune a tutti gli altri castelli, ma il tributo imposto al castello di San Gregorio è il più alto di tutti in quanto nelle sue vicinanze c’era una cava di pietra denominata Calcinaro e questa risorsa naturale sembra dunque la causa della maggiorazione del tributo.
Il carattere principale dell’insediamento resta sempre quello agricolo come dimostra il numero limitato di arcieri e cavalieri alla metà del XIII secolo quando San Gregorio contava circa 25 fuochi; nello stesso periodo l’autorità del baiulo era sostenuta dal massario e dai gualdieri ad ulteriore conferma della fisionomia rurale del borgo dove affluivano tutti i prodotti agricoli dalla balìa destinati a rifornire la città di Assisi in caso di bisogno, come si verifica ad esempio durante l’occupazione da parte del Piccinino.
Per quanto concerne le vicende storiche del castello di S. Gregorio, si ricorda che esso, trovandosi nei pressi del Chiascio, lungo il confine tra i territori comunali di Assisi e Perugia, fu spesso al centro delle lotte tra queste due città.
Nel 1319 subì il saccheggio dei ghibellini comandati da Federico I da Montefeltro il quale, non avendo ottemperato all’invito papale di recarsi ad Avignone, fu oggetto di una vera e propria crociata indetta da Ranaldo, arcivescovo di Ravenna, che di fatto lo costrinse a ritornare a Urbino.
Nello stesso anno fu attaccato dai perugini che assediavano Bastia.
Nel 1320, insieme con Valfabbrica e la Torranca, disertò la parte assisana e passò con Perugia, restandovi anche al tempo della signoria del guelfo Guglielmo Fiumi (1383).
La stessa cosa si ripeté nel 1383, al tempo della signoria di Guglielmo di Carlo su Assisi e della lotta tra questi e Perugia.
Ma sempre S. Gregorio, con la forza o con le trattative, tornò agli Assisani.
Nel 1442-43 i perugini, su ordine del governatore pontificio e con l’aiuto della compagnia di ventura del Ciarpellone, occuparono il territorio togliendolo agli Sforza, devastando e di struggendo parzialmente anche il castello di San Gregorio che nel 1479 fu sottoposto a poderosi restauri.
Il 9 agosto 1477, tra San Gregorio e Civitella d’Arna pose l’accampamento Federico II da Montefeltro con un poderoso esercito, al servizio di Sisto IV; lo stesso Federico II ritornerà ancora a San Gregorio il 4 luglio 1478.
Nel 1479, per la sua importanza strategica, fu sottoposto a nuovo ampliamento con importanti strutture difensive insieme a Rocca S. Angelo, Mora e Beviglie.
Il 10 agosto 1493 vi sostò Guidubaldo da Montefeltro, diretto verso Gualdo Cattaneo.
Nel 1573 contava circa 165 abitanti, che scesero a 115 nel 1600, a 90 nel 1656 e a 80 nel 1701.
Nel secolo XVII vi imperversò il bandito Francesco II Alfani, figlio di Alfano e Isabella Signorelli, autore di una lunga serie di omicidi nella zona compresa tra Castel d’Arna e Valfabbrica.
Progressivamente abbandonato dai pochi abitanti, è attualmente al centro di una significativa opera di restauro.
Nel 1951 San Gregorio contava 56 abitanti tutti agricoltori, piccoli proprietari e dipendenti di una azienda agraria privata costituitasi agli inizi del 1900.
 

Aspetto esterno

L’insediamento a pianta quadrata, costruito in pietra arenaria locale, ciottoli di fiume e cotto, è chiuso da una duplice cinta muraria e difeso da un fossato tuttora visibile lungo il lato meridionale.
La cinta più esterna che comprende 10 abitazioni, è bene conservata lungo i lati meridionale ed orientale dove si apre la porta di accesso verso Assisi, mentre è in disfacimento a nord e completamente diruta ad ovest verso Perugia.
Distrutte sono anche le quattro torri d’angolo, mentre è in buone condizioni il torrione, soprastante la porta d’accesso al castello, dove sono ben visibili le fenditure delle calatoie del ponte levatoio.
La seconda cerchia, con arco di accesso a forma ogivale, racchiude la parte più alta del borgo occupata da una piccola rocca, attualmente adibita a chiesa, e tre abitazioni.
La viabilità interna è costituita da tracciati in pietra di cui uno attraversa l’abitato in tutta la sua lunghezza dalla prima porta fino alla rocca alla sommità dell’insediamento, snodandosi in una ripida rampa attraverso la seconda porta della cerchia muraria più interna.
Altri tre tracciati sono paralleli fra loro ed ortogonali al primo; uno è entro la seconda cinta muraria e conduce ai resti della principale torre di guardia che si elevava sul lato occidentale delle mura verso Perugia.
Il borgo non ha una piazza ma solo piccoli slarghi: uno tra la rocca e la seconda cerchia muraria verso il lato nord, uno vicino alla prima porta di accesso ad est, ed un altro prima della seconda porta tra lo spaccio di sale e tabacchi, funzionante dalla fine del XIX secolo fino al 1981, e la fontana e i lavatoi pubblici.
Queste ultime strutture edilizie ampie e robuste, alimentate da acqua sorgiva, venivano utilizzate anche per abbeverare il bestiame; i lavatoi, modificati intorno agli anni ’30 mediante il rialzamento del fondo così da renderli più agevoli, sono oggi quasi del tutto in disuso.
 
 
 

Chiesa di San Gregorio

Dell’antica chiesa di S. Gregorio la prima notizia risale al 1120, anno della sua consacrazione, come si legge in una epigrafe incisa sui lati di una pietra d’altare.
Tale chiesa, denominata di S. Gregorio de Podio (dalla posizione del poggio che occupa), in una bolla di papa Onorio III dell’anno 1217 è elencata tra le dipendenze della cattedrale di Assisi.
Nei primi anni del secolo XIV “l’ecclesia sancti Gregorii de balya Coltractrice” come è denominata nel catasto di San Rufino del 1354, passò in possesso dell’abbazia di Nonantola che vi nominava appositi priori, come confermano gli atti di questo lontano monastero benedettino emiliano, attestanti che le nomine dei priori di S. Gregorio di Coltraticce negli anni 1318, 1322, 1339 e 1387 furono di competenza dell’abate nonantolano.
Lo storico assisano Arnaldo Fortini situa la chiesa di S. Gregorio dentro il castello omonimo.
In realtà, essa doveva sorgere “fuori del castello“, come si apprende da alcuni “Appunti storici” di Giuseppe Elisei, altro storico assisano.
Qualche traccia di tale chiesa è ancora visibile in una piccola casa posta sulla piazza antistante il castello.
Secondo l’Elisei, tale chiesina era dedicata a S. Gregorio prete, martire di Spoleto, morto durante la persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano.
La chiesa era impreziosita da vari affreschi di Francesco Tartaglia alunno di Tiberio d’Assisi, gran parte dei quali, minacciando l’edificio di crollare, furono a suo tempo distaccati per interessamento del Comune di Assisi e trasferiti nella civica pinacoteca; tra le altre pitture era l’immagine del martire.
L’attuale chiesa sorge entro le mura nella parte alta del castello antistante un piccolo slargo; è ad aula unica voltata a botte con presbiterio rialzato di due gradini; ai lati dello stesso si aprono due transetti.
Il campanile è a vela e a doppio fornice.
Adiacente alla stessa esiste una struttura denominata Oasi di San Gregorio attrezzata per ospitare gruppi giovanili parrocchiale, gruppo organizzati, gruppi parrocchiali, pellegrini, Scout.
 
 
 

Residence di San Gregorio

A poche centinaia di metri, in posizione dominante e suggestiva, si eleva un castello costruito tra la fine del secolo XVIII e i primi anni del XIX poi acquistato dalla famiglia Bosca di Roveto, proprietaria delle Ferrovie Sarde, sulle fondamenta di un antico nucleo difensivo, forse una torre di avvistamento.
Negli anni ’70 del ‘900 apparteneva al conte Ugo Bosca.
La fortificazione quadrilatera con alte torri angolari a merlatura guelfa, di forma circolare e dotate di controscarpa, antica residenza signorile tipica della tradizione dell’epoca, è stata adibita in tempi recenti a un confortevole e suggestivo albergo-ristorante.
 

Informazioni Turistiche

Nel periodo Natalizio viene realizzato un Presepe Vivente che si espande per i vicoli del Castello e intorno alle sue mura creando scenari molto suggestivi che richiamano numerosi turisti.
 

Fonti documentative

M. Enrica Sacchi De Angelis – I Castelli di Santa Giuliana, San Gregorio, Morcicchia: condizioni economico-insediative presenti e passate – Estratto da: Centri Storici dell’Umbria e contesto Socio-Ambientale; Quaderni dell’Istituto Policattedra di Geografia n. 6 (1984)
D. Amoni – Castelli Fortezze e Rocche dell’Umbria – Quattroemme 2010
www.lequerce.it/
 

Mappa

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