Castel Reale – Monastie di Foligno (PG)

Secondo Ludovico Jacobilli il castello viene dato per distrutto nel 1208 da allora nessuno ha mai più saputo dove fosse localizzato.

 

Cenni Storici

Chiamato anche Castroregali, che lo Jacobilli e il Dorio, localizzavano non lontano dalla Pieve Fanonica “incontro la Pieve Fanonica sopra un Monte” per il Dorio; “hoggi distrutto, nel monte sopra Ponte Centesimo” (di fronte e non lontano dalla località di Ponte Centesimo) per lo Jacobilli.
Sempre lo jacobilli scrive (Croniche della città di Foligno, Ms. F. 198) che i nobili di Foligno possedevano castelli con il titolo di contea fra questi “Castel Reale che era appresso la Piè Fanonica nella Valtopina, fu posseduto con il castello vicino di Gallano“; quindi anche da qui si denota la localizzazione territoriale che lo colloca in prossimità della Flaminia, “appresso la Piè Fanonica” e vicino “di Gallano“, non di certo sulla cima di qualche monte ma nel pendio prospiciente.
Poco o nulla si sa su questo centro castrense al di fuori delle molto esigue notizie tramandate dagli eruditi seicenteschi; lo Jacobilli, infatti, riporta la notizia che nel 1155 fu creato conte di Castel Reale, insieme ai territori di Gallano e Lelfa (nella zona di Visso), Robacastelli da Foligno, il cui titolo comitale gli sarebbe stato concesso dallo stesso imperatore Federico I Barbarossa.
Con questa acquisizione i Robbacastelli fecero la loro fortuna grazie alla posizione che gli permetteva il controllo della Flaminia, e oltre a ciò essendo padroni del monastero di Gallano, potevano, da quest’altro poggio controllare perfettamente l’accesso alla stretta gola della valle del Topino e del Rioveggiano con la strada che porta verso i Piani Plestini quindi verso l’Adriatico.
In merito alla sua erezione è buio fitto, anche se qualche supposizione si può avanzare; infatti vista la posizione e la vicinanza al monastero di Gallano ricordato per la prima volta da una carta di donazione del febbraio 1086 ed essendo lo stesso un monastero “Eigenkloster” cioè di famiglia, lo Jacobilli lo ricorda come fondato dai conti di Nocera (Berardo, Bucco e Atto), i quali tra l’altro, loro e i loro discendenti, tra il X e XI secolo erano stati artefici dell’incastellamento circostante, non è peregrina l’ipotesi che gli stessi siano stati coloro che abbiano eretto anche Castel Reale prima che il monastero di Gallano vedesse la luce.
Il centro di Castel Reale, detto anche “Castro regali“, inoltre, sarebbe ricordato come luogo in cui fu rogato l’atto di donazione della chiesa di Santa Croce di Serra al monastero di Santo Stefano di Gallano nel 1194; donazione eseguita da tali Matteo e Guelfo di Robacastelli da Foligno conte di Castel Reale al cospetto di testimoni, tra i quali il console folignate Assalonne e Egidio di Berarduccio fratello di Nicola di Berarduccio di Robacastelli.
Il 16 aprile 1197 papa Celestino III con bolla “Pie postulatio” confermava al monastero di Santo Stefano di Gallano la chiesa di Castel Reale senza però specificarne la titolazione.
Questa chiesa di cui non è specificato il titolo potrebbe essere la chiesa di San Paolo citata nella Libra del 1295 e che sorgeva fuori dalle mura del castello ma a poca distanza (come era di uso nel Medioevo), vicino alla quale, è sorto l’abitato di Santopaolo e poco lontano (circa 300 metri) l’abitato di Monastie e sopravvissuta al castello poi per altri 5 secoli.
Nel 1219, Nicola vende al monastero di Santo Stefano tutti i suoi beni intorno a Capodacqua.
La fine di Castel Reale sarebbe avvenuta non molto tempo dopo, ed in particolare lo Jacobilli ne fa risalire la distruzione al 1208, come verrebbe narrato dall’imperatore Ottone IV in un privilegio fatto alla città di Foligno con la promessa che non verrà più riedificato (e così di fatto avvenne).
Le tracce di questo castello si sono perse nel tempo, tanto che ad oggi nessuno ha mai localizzato nemmeno il sito preciso dove questo sorgesse.
Le ricerche finora si sono sviluppate sui rilievi prospicienti alla via Flaminia, ma che in effetti sono troppo a monte, mentre le fortificazioni di controllo di tale via erano molto più prossime e più basse, vedi la Roccaccia di Acquabianca posta a soli 360 metri di altitudine; anche questo castello era a ridosso della Flaminia ed era posto a 430 metri s.l.m. con una posizione ottica di tutto rispetto e una vicinanza di intervento immediata, nonché una facilità di comunicazione con gli altri castelli prospicienti di tutto rispetto.
Ciò che ha favorito l’oblio del castello credo comunque che sia stato il contemporaneo fabbricato di Monastie ex “Villa Monasterii” che nel corso del tempo ha creato la convinzione che i pochi ruderi rimasti fossero riferiti al monastero che avrebbe dato il nome alla “Villa“, convinzione che era marcata nella conoscenza della persona che li è nata e mi ha accompagnato, convinzione che era stata tramandata da infinite generazioni, ma che di fatto non era così perché li vicino il monastero non c’è nemmeno, è da un’altra parte, ma questo lo spiego meglio nel post specifico riferito a Monastie.
La mia guida, memoria storica, ricordava che i nonni che raccontavano di alcuni ruderi dove si apriva un cunicolo che non si sapeva dove portava, ed erano sicuramente o sotterranei del castello o corridoi usati come vie di fuga in caso di eventuali assedi, ma che oramai si sono interrati e quindi introvabili.
 

Aspetto

Il castello si estende su una collinetta a 430 m s.l.m. che si affaccia sulla valle del Topino con un’ampia e buona veduta sulla via Flaminia proprio di fronte a Pieve Fanonica e ponte Centesimo, quindi nel pieno rispetto delle descrizioni degli eruditi seicenteschi Dorio e Jacoblli; alle spalle del fortilizio si apre un ampio avvallamento costituito da un fertile campo oggi in abbandono.
La costruzione si sviluppa (apparentemente) allungata sul crinale, ma essendo pressoché inesistenti ogni forma di alzate, si notano solamente spazi più profondi residui di interni di edifici che conservano qualche fila di pietre laterali più profonde.
Si trovano anche diversi frammenti di laterizio che erano utilizzati per le coperture.
A peggiorare la lettura della conformazione strutturale del castello si sono aggiunti lunghi muri a secco costruiti in epoche successive utilizzando il pietrame squadrato del castello per delimitare proprietà o contenere gli animali al pascolo, che rendono complicata la definizione delle stesse mura perimetrali.
Sicuramente il fortilizio è servito come una comoda e abbondante cava di pietra per edificare gli edifici di Monastie che all’apparenza sembrano trecenteschi quindi postumi all’abbandono e alla distruzione del castello.
Nel ristretto corridoio di pendio privo di alberi per la presenza di un viadotto elettrico, si può osservare con chiarezza l’angolo di veduta sulla valle, inoltre da questo punto si è in contatto visivo (almeno da una sommaria valutazione da me fatta) con Gallano, la rocca di Galestro e Salvino di Capodacqua e con il castello di Orchi.
I pochi ruderi rimasti però rendono bene l’idea dell’estensione perimetrale del castello che abbracciava tutto il crinale della collina affacciandosi verso la sottostante Flaminia sul versante più ripido; solo uno scavo potrebbe rendere l’idea precisa della distribuzione interna degli edifici e della effettiva perimetrazione della cinta muraria.
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio sentitamente la Signora Angela Cataluffi memoria storica del posto che gentilmente mi ha accompagnato nella visita dei luoghi, inoltre sento il dovere di ringraziare Don Gigi Bonollo che mi ha parlato di questi luoghi e mi ha anch’egli accompagnato e che senza la sua “soffiata” non avrei mai da solo scoperto tutte queste cose (che tra l’altro nemmeno lui ne era a conoscenza).
 

Fonti documentative

Ludovico Jacobilli – Croniche della città di Foligno – Ms. F. 198
Sonia Sollevanti – L’incastellamento nei territori di Gualdo Tadino e Nocera Umbra tra Alto e Basso Medioevo – 2016
Francesco Raggetti e Silvio Sorcini – Perduti nel tempo; Castelli in rovina e abbandonati dell’Assisano e della Valtopina – Volume V 2022
 

Mappa

Link alle coordinate: 43.029534 12.752249

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>