Cascata del Sasso – Sant’Angelo in Vado (PU)
Cenni Storici
Per visitare la Cascata del Sasso, detta anche Balza del Metauro, occorre fare attenzione ad un apposito cartello turistico situato a 7,5 km da Urbania e a 1,5 km da Sant’Angelo in Vado, in corrispondenza della zona industriale di questa cittadina.
Attraversata un’area con vari capannoni, che purtroppo hanno snaturato l’aspetto della piana coltivata che affiancava il fiume, si giunge alla cascata.
Si può osservare sia dalla parte superiore, dove è stato costruito un belvedere, sia dalla parte inferiore, più suggestiva e spettacolare.
Si tratta della cascata più grande che possiede il Metauro, alta 12 metri sul ciglio e larga 60 m, ritenuta una delle dieci più belle d’Italia.
La Cascata del Sasso si è originata per la presenza di una bancata di strati calcarei (Bisciaro) disposti a reggipoggio e quindi più resistenti all’erosione fluviale.
Purtroppo sulla riva sinistra un grande ed antiestetico muro di contenimento, che costituisce anche la base del belvedere, ha alterato ulteriormente l’aspetto originario del luogo.
Dal belvedere si può risalire verso monte un tratto di riva sinistra, tra le rocce affioranti nell’alveo e la vegetazione igrofila della sponda, con Pioppo nero, Salice bianco, Salice da ceste, Salice rosso, Luppolo, Crescione radicina, Farfaraccio, Cannuccia, Crescione d’acqua, Carice pendula e Giunco di palude.
In acqua sono presenti la Rana verde, il Granchio di fiume e i Molluschi Ancilo e Fisa.
In periodo di magra si può anche attraversare il fiume sugli strati rocciosi che sporgono rettilinei sopra la cascata.
Per visitare la cascata dal basso occorre accedere al fiume attraverso un passaggio situato in corrispondenza di una casa ristrutturata, il Mulino del Sasso, che conserva poche tracce delle strutture funzionali del mulino originario.
Stando sulla riva alla base della cascata, ne possiamo apprezzare meglio la bellezza, specie quando una piena accresce la portata del fiume.
Negli anfratti delle rocce, bagnati da stillicidi, crescono la felce Capelvenere e spessi strati di muschio.
Lungo questo tratto di fiume si incontrano il Martin pescatore, la Ballerina gialla e la Ballerina bianca; d’inverno anche la Gallinella d’acqua.
Fonti documentative
www.lavalledelmetauro.it