Casale la Villa – Mucciafora di Poggiodomo (PG)
Cenni Storici
Si trova circa settecento metri a nord di Mucciafora, da cui dipendeva e di cui ha condiviso la storia.
La zona è caratterizzata dalla presenza di antichi vigneti maritati da cui si ricavava il Pecorino: vinello asprigno a cui il cappello col cotto d’uva nera dava forza e color rosato.
La qualità dell’uva e il suo sistema di coltivazione sono espressione della laboriosità dei contadini, che riuscivano a detenere il primato in Valnerina per la produzione del vino: il D’Annunzio che lo bevve, ringraziò così l’amico Flamini Lorenzo che gliene fece regalo:
“Lorenzo, è cotta l’uva di Mucciafora/corcata a solatio nel suolo arsiccio/o pendula per l’agile viticcio/della canna che ai venti più non plora./Te la colgan le dita dell’Aurora/e te la porgan folta sul graticcio/ove si muta il grappolo nericcio/ in porpora di re, che il vin colora“.
Ai bordi dei terreni, ancora oggi coltivati, si vedono cumuli di pietre (le cosiddette “Morecine“), tolte e ammassate dai contadini per ottenere terreno coltivabile.
Il piccolo abitato si trova tra la Fonte del Calcinaro e il fosso del Trocco, con vista su Mucciafora.
È indicato dalla cartografia IGM come Casale la Villa, ma localmente è chiamato Villa Sant’Antonio.
Probabilmente il luogo è frequentato da epoca antichissima, dalla vista aerea sembra di intravedere la traccia di un antico castelliere.
La chiesa è dedicata a Sant’Antonio Abate, è documentata nel trecentesco codice Pelosius, “Eccl. S. Antoni de Villa Castelloni“, faceva parte del “Plebatu Tamboris“, cioè della pieve di Roccatamburo.
Aspetto
La lettura dell’edificio si presenta oggi difficile per le numerose manomissioni e per il precario stato di conservazione.
Presenta in particolare evidenti segni di utilizzo come abitazione privata, testimoniati dalla realizzazione di un tramezzo e di un solaio.
La parte più antica sembra essere l’abside, realizzata con grandi blocchi di dimensioni irregolari, che potrebbero indicare una realizzazione in periodo preromanico.
Appena a destra dell’ingresso, oggi murato, si nota un piccolo lacerto di muratura in filaretti di concio ben connessi e di dimensioni regolari, segno evidente di una fase ascrivibile al primo periodo del romanico spoletino, probabilmente databile al XII secolo.
L’unico casale ancora ben conservato presenta un ingresso con arco a tutto sesto in pietra, si articola su due piani e testimonianze orali attestano la presenza al piano superiore di un affresco raffigurante un vescovo, oggi non più visibile.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia Marco Barbarossa, preziosa guida al sito di difficile individuazione e fonte di preziose informazioni.
Da vedere nella zona
Mucciafora
Altopiano di Mucciafora
Castello di Mucciafora
Poggiodomo
Castello di Poggiodomo
Chiesa di San Carlo Borromeo
Chiesa di San Pancrazio o dell’Immagine
Chiesa di San Pietro
Edicola della Quercia
Roccatamburo
Castello di Roccatamburo
Chiesa di San Nicola
Chiesa di Santa Maria Annunziata
Eremo di Santa Maria della Stella
Usigni
Castello di Usigni
Chiesa di San Salvatore
Fonti documentative
E. Spada – Poggiodomo e il suo territorio – Alfagrafica Città di Castello, 1998
Nessi-Ceccaroni – Da Spoleto a Monteleone attraverso il Monte Coscerno, Itinerari Spoletini 1 – Spoleto, 1972
L. Gentili – L. Giacchè – B. Ragni – B. Toscano – L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Edindustria Roma, 1977
A. Fabbi – Guida della Valnerina: storia e arte – Abeto (PG),presso l’autore, 1977
A. Fabbi – Storia dei comuni della Valnerina – Abeto (PG),presso l’autore, 1976
L. Fausti – I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto – Editoriale Umbra, Perugia, 1990
L. Fausti – Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo – Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
Mappa
Link alle coordinate: 42.755045178966064, 12.931366713691057