Casa Romana – Spoleto (PG)

Cenni Storici

La prima campagna di scavi finalizzata al rinvenimento della Casa Romana, situata sotto il palazzo del Municipio, venne eseguita dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini tra il 1885-86, grazie ai finanziamenti dell’ambasciatore inglese sir Savile Lumley. Gli scavi proseguirono fino al 1914, anno di morte dell’archeologo, grazie ai finanziamenti del Ministero per la Pubblica Istruzione e successivamente del Comune di Spoleto per le opere necessarie al consolidamento e alla copertura degli ambienti. La casa è un esempio di abitazione signorile della prima età imperiale. La sua posizione privilegiata, in prossimità dell’antico Foro Romano – attuale piazza del Mercato – e la ricchezza degli elementi decorativi lasciano supporre che il proprietario fosse un personaggio di rilievo dell’epoca. Durante gli scavi venne trovata un’iscrizione dedicata all’imperatore Caligola e firmata da una […] Polla; da qui si è fatta strada l’ipotesi che la casa fosse appartenuta a Vespasia Polla, madre dell’Imperatore Vespasiano, originaria della zona tra Norcia e Spoleto. Nonostante l’edificio sia stato restaurato più volte nel corso del tempo, lo stile degli affreschi, dei mosaici e il tipo di muratura collocano la Casa Romana nel I secolo d.C. I suoi ambienti conservano ancora, oltre agli splendidi apparati musivi pavimentali, lo schema architettonico tipico delle case patrizie in voga tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio di quella imperiale. Dopo un breve corridoio d’ingresso (fauces), si accede alla sala centrale (atrium) per giungere infine al tablinum, la sala di rappresentanza della casa e sede del potere. Il rituale della visita della clientela prevedeva che gli ospiti venissero ricevuti dal proprietario alla fine del percorso costituito da fauces-atrium-tablinium. Questo schema riflette l’antica concezione della casa quale luogo deputato non solo alla vita privata e famigliare ma anche agli affari e alle attività sociali e politiche del proprietario. Al centro dell’atrio si trova l’impluvium una vasca di forma quadrata che permetteva di raccogliere direttamente l’acqua piovana. Questa veniva poi convogliata nella sottostante cisterna, profonda 7 metri, dalla quale si attingeva attraverso un pozzo, e, se in eccesso, verso l’esterno nel sistema fognario. L’atrio, che permetteva ai romani di dar luce a tutta la domus, è di tipo tetrastilo. Tracce di elementi circolari posti agli angoli dell’impluvium testimoniano del colonnato che sosteneva il compluvium. Il mosaico che orna il pavimento dell’atrio è a fondo nero, delimitato da una fascia bianca e punteggiato di tessere bianche di maggiori dimensioni, disposte ad intervalli regolari. Sul perimetro dell’impluvio una lastra bianca con un motivo a onda. Intorno all’atrio si dispongono due stanze da letto (cubicola), due ambienti aperti (alae) e, in fondo, il tablinum, fiancheggiato ai lati da due ambienti minori la cui decorazione musiva è probabilmente più tarda. L’ingresso, che si apriva sul lato Ovest dell’atrio, in corrispondenza dall’attuale via di Visiale, è stato distrutto insieme alle due stanze che lo fiancheggiavano e alle tabernae disposte lungo la via. Per questo motivo oggi si accede direttamente dall’atrio. Delle due camere ai lati dell’atrio quello di destra presenta sulla soglia frammenti di un mosaico a foglie di edera e un pavimento con figure geometriche piuttosto semplici, mentre l’ambiente di sinistra è arricchito da un mosaico più complesso, con ottagoni, quadrati, triangoli, rombi e un fiore ad otto petali al centro. Sempre ai lati dell’atrio si aprono le due ali, che fungevano probabilmente da ambienti di passaggio o disimpegni, con decorazioni geometriche molto simili tra di loro. Il tablinum è la stanza principale di ricevimento, la più importante e ricca della casa, posta in asse con l’ingresso. Essa era il luogo in cui il padrone di casa (dominus) svolgeva le funzioni di rappresentanza, gestiva i suoi rapporti con i clientes e trattava gli affari. La soglia è decorata da pannelli nei quali si alternano figure geometriche con ulteriori motivi all’interno. Il pavimento è costituito da esagoni affiancati da fiori a sei petali all’interno e triangoli nei restanti spazi. L’ambiente di soggiorno a sinistra del tablino conserva un pavimento a mosaico con un motivo geometrico complesso a losanghe disposte a stella e quadrati decorati. Esso comunicava in origine con il peristilio, un giardino interno chiuso da un portico sul quale si affacciavano vari ambienti. A destra del tablino si trova il triclinium, altro ambiente di soggiorno disposto su un piano sopraelevato e ornato da un mosaico nel quale si alternano rettangoli e quadrati con losanghe ed elementi quadrangolari inscritti. Qui sono visibili, sulla parete destra, i resti di una decorazione pittorica: uno zoccolo suddiviso in pannelli a finto marmo e, al di sopra, tre riquadri monocromi. Durante gli scavi furono poi recuperati numerosi reperti, esposti nella Casa Romana: frammenti di ceramiche, anfore, lucerne, fuseruole, vetri, oggetti in osso e avorio come pettini, spille, aghi, frammenti di statuine in bronzo ed elementi in metallo.

Per approfondimenti maggiori:
www.comunespoleto.gov.it
www.visitspoleto.it

 

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