Casa di Sant’Ubaldo – Gubbio (PG)

Cenni Storici

Caratteristico e ben conservato edificio eugubino due-trecentesco, la cui facciata è stata probabilmente rifatta e arretrata in conseguenza alla costruzione degli antistanti palazzi comunali. All’interno conserva cospicue tracce della decorazione murale originaria. Fu dimora medievale della famiglia Accoromboni. Non trova, invece, conferma nei documenti la tradizione secondo cui l’edificio abbia costituito la residenza del patrono di Gubbio Sant’Ubaldo.

Ora, proprietà dell’Università degli Studi di Perugia, è affidata al gruppo Sbandieratori di Gubbio e sede di importanti iniziative culturali. Di fronte si possono ammirare i quattro grandi arconi che sorreggono la piazza pensile ed un suggestivo scorcio del Palazzo dei Consoli fino all’elegante torre campanaria, da cui si diffonde, in ogni ricorrenza celebrativa, la voce squillante e possente del “campanone”. ”Tutte le volte che penserò alla verde Umbria, sempre la campana di Gubbio mi rintoccherà dentro, nella memoria, con la sua voce che all’eco paurosa del rombo del cannone sposa il ronzio consolatore dell’organo; ammonimento alle nostre sanguinose fatiche quotidiane, promessa di resurrezione”. (da La Campana di Gubbio di Virgilio Lilli).

La sezione “Iconografia del Patrono” è costituita da oltre trenta riproduzioni di dipinti realizzati tra il XVI e il XIX secolo ed è disposta nel salone principale della Casa. Le opere provengono da collezioni private, pubbliche e da alcune chiese della città di Gubbio e del territorio circostante, e richiamano l’opera di importanti artisti, tra i quali Sinibaldo Ibi, Benedetto Nucci, Virgilio Nucci, Giovanni Maria Baldassini, Federico Brunori, Francesco Allegrini. Nella raccolta di “Dipinti e Maioliche” compaiono pitture pregevoli realizzate tra il XVII e il XVIII secolo da pittori quali Nicola Giuli, Margherita Caffi, Giulio Bucci e Gaetano Ottani. Tra le maioliche sono presenti manifatture Ginori e pezzi provenienti dal pesarese, ma il nucleo più corposo è costituito da “maioliche a lustro” di Gualdo Tadino e Gubbio, con piatti e vasi decorati prodotti tra il XIX e il XX secolo.

 

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