Cappella Farfense – Montegiorgio (FM)
Cenni Storici
L’edificio sorge sul colle più alto del paese ed ha origine da una primitiva chiesa del XI secolo appartenente all’ordine benedettino di Farfa e chiamata Santa Maria Grande. Nel 1263 i monaci farfensi donano la chiesa all’ordine francescano che la intitolano al loro santo fondatore e la ampliano secondo i dettami romanico-gotici. La chiesa subisce importanti interventi nel 1585 che riguardano la sopraelevazione e la copertura, e nel corso del sec. XVIII che lasciano l’impronta neoclassica tuttora visibile. Annessa alla chiesa è la Cappella Farfense che era adibita alla sepoltura delle famiglie nobili montegiorgesi: si tratta di uno spazio unico con volta ogivale affrescata che conserva un pregevole ciclo di scuola umbro-marchigiana riguardante le storie del ritrovamento della Vera Croce (sec. XV). La volta a crociera è scandita da otto nervature che ne suddividono lo spazio; questi costoloni non svolgono solo funzioni strutturali e di sostegno ma si configurano quali elementi decorativi della stessa. La volta è ripartita in quattro ogive e ogni singola campata risulta composta da quattro riquadri, completamente affrescati con il ciclo delle storie della Vera Croce, ispirato alla raccolta della Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze. L’ordine di lettura dei campi narrativi non segue un andamento regolare scegliendo di raffigurare il racconto nello spazio complessivo di un’ogiva o proseguendo per registri alterni, a volte anche senza direzione fissa. Le scene rappresentate sono: Morte di Adamo e Seth in paradiso, Costruzione del tempio, Adorazione del legno, Visione della croce, Scene di battaglia, Elena a Gerusalemme, Interrogazione degli ebrei, tradimento dell’ebreo, Arresto di Giuda, L’ebreo nel pozzo, Ritrovamento della Croce, Prova della vera Croce, Ritrovamento dei Chiodi, Elena venera la reliquia della Vera Croce, Elena dona la reliquia della Vera Croce a Papa Silvestro La parte sottostante invece è occupata per tre lati da affreschi rappresentanti momenti di vita della Madonna e da una rappresentazione delle stimmate di S. Francesco, di ispirazione grottesca. Sul pavimento ed alle pareti pietre Tra le pietre tombali delle famiglie nobili montegiorgesi poste sul pavimento ed alle pareti, notevole è quella della famiglia Alaleona (probabilmente del XV secolo).
Virgilio Labardi, Mario Liberati, Silvia Marani “La Cappella Farfense di Montegiorgio storia e arte” edizioni Quaderni Montegiorgesi, Montegiorgio Maggio 2013.