Cappella del Beato Marco da Fonditore – Montegallo (AP)
Cenni Storici
MONTEGALLO (Ascoli Piceno) – Arroccato alle pendici del monte Vettore, che con i suoi 2476 metri sul mare è la cima più alta della catena dei monti Sibillini, c’è il territorio comunale di Montegallo (un’unione di frazioni non riconducibili ad un unico centro urbano), il cui punto di riferimento è Balzo, sede del municipio, mentre per noi assetati di “luoghi spirituali” la meta è la frazione di Fonditore, patria natale del beato Marco, di cui parleremo approfonditamente tra poco. Secondo la tradizione il primo nucleo dell’odierno Montegallo si fa risalire alla presenza di Marchio Gallo, inviato di Carlo Magno, il quale avrebbe fondato il castello del territorio sopra il “Monte” nel corso del VII secolo.
Per diversi secoli il nucleo abitato rimase circoscritto al Castello con la sua chiesa e la grande vela campanaria e diede rifugio agli abitanti dell’intera valle.
Nel 1250 entra nella sfera di influenza di Ascoli Piceno, con l’obbligo di avere come castellano un cittadino ascolano e di offrire annualmente l’omaggio del Palio, nella ricorrenza del patrono di Ascoli sant’Emidio.
Inizialmente gli abitanti di Montegallo dimoravano in luoghi montagnosi alle pendici del Vettore, mentre soltanto nel XVI secolo gli abitanti scesero più a valle e, riutilizzando in gran parte il materiale arenario del castello, diedero vita all’attuale frazione di Balzo, l’attuale capoluogo comunale.
Pian piano nella valle sorsero nuovi centri, molti dei quali sono ancora presenti con i loro portalini e le finestre in pietra scolpita che risalgono proprio al XV/XVI secolo.
L’architettura è legata alla presenza del monaci benedettini, insediatisi nel territorio prima del nascere delle magistrature comunali.
La frazione di Fonditore, come si accennava nelle prime righe dell’articolo, ha dato i natali al beato Marco da Montegallo (1425-1496) a cui va attribuita l’organizzazione di primi Monti di Pietà.
Chi è il Beato Marco da Montegallo
Questo grande francescano (fu uno dei seguaci di san Giacomo della Marca, attuale patrono della Provincia Picena dei Frati Minori e grande mistico vissuto a cavallo tra Trecento e Quattrocento) visse negli anni che videro le grandi navigazioni di Cristoforo Colombo e la scoperta dell’America.
Marco figlio del feudatario Chiaro de Marchio, nacque nel 1425 a Montegallo nei pressi di Ascoli Piceno, dove la sua famiglia si era ritirata per sfuggire alle feroci lotte delle opposte fazioni, che imperversavano in Ascoli.
Il padre comunque volle ritornare in città, per dare la possibilità di studiare a Marco, che in seguito passò alle Università di Perugia e di Bologna, dove si addottorò in legge e in medicina.
Tornato ad Ascoli esercitò per un certo tempo la professione di medico; nel 1451 per assecondare i voleri del padre sposò Chiara de’ Tibaldeschi di nobile famiglia, ma con la quale convisse castamente; l’anno successivo morì il padre e gli sposi di comune intesa scelsero la vita religiosa, lei entrando tra le clarisse del convento di S. Maria “delle donne” in Ascoli e lui tra i Francescani Osservanti.
Come francescano Marco de Marchio, fece il noviziato a Fabriano, poi fu come superiore a San Severino, sotto la guida del confratello e corregionale san Giacomo da Monteprandone detto “della Marca” che insieme a san Bernardino da Siena e san Giovanni da Capestrano, costituivano gli alfieri dell’evangelizzazione del secolo XV e primi fautori dell’apostolato sociale.
Prese ad operare contro le due principali piaghe del secolo: le discordie civili e l’usura usata in prevalenza dagli ebrei; svolse la sua intensa attività dal 1458 al 1496, patrocinando la pace e il bene pubblico ad Ascoli, Camerino, Fabriano e combattendo l’usura, che condizionava pesantemente la vita delle famiglie, istituendo i Monti di Pietà.
Insieme con il beato Domenico da Leonessa costituì il Monte di Ascoli nel 1458; in seguito da solo istituì quelli di Fabriano (1470), Fano (1471), Arcevia (1483), Vicenza (1486) e non è certo, anche quelli di Ancona, Camerino, Ripatransone; restaurò quello di Fermo.