Bosco di San Francesco – Assisi (PG)

Cenni Storici

Non una semplice passeggiata fra i boschi o un’escursione naturalistica. La visita al Bosco di San Francesco di Assisi, splendido esempio di paesaggio rurale italiano di 64 ettari e oltre 800 anni di storia, è molto di più. Si tratta di un vero e proprio cammino interiore alla scoperta di quel messaggio di perfetta armonia tra Uomo e Creato che San Francesco insegnò al mondo proprio a partire da questi luoghi. Per diventare protagonisti di questa nuova forma di pellegrinaggio del Terzo Millennio nella natura, nella storia e nel sacro, siete invitati a percorrere lo stretto sentiero che, partendo dalla Basilica di San Francesco e passando per la Selva di San Francesco, di proprietà della Basilica Papale – Sacro Convento di San Francesco d’Assisi, attraversa terreni boschivi e campi coltivati, radure e oliveti. Giunti a fondovalle, potrete scoprire le testimonianze di un microcosmo abitato, a cavallo tra il XIII e XIV secolo, da monache benedettine che comprende una chiesa, un mulino, i resti di un ospedale e di un monastero e, più avanti, un’antica torre-opificio dalla quale è possibile ammirare e vivere il “Terzo Paradiso”, la straordinaria opera di Land Art del Maestro Michelangelo Pistoletto realizzata appositamente per il Bosco di San Francesco.

Descrizione
La visita al Bosco di San Francesco del Fondo Ambiente Italiano offre emozioni uniche: lasciandosi alle spalle la grandiosa Basilica di Assisi, il cammino segue lo stretto sentiero che giunge a fondovalle, passando dalla penombra degli alberi al chiarore della radura. È qui che passeggiando si notano i resti di un microcosmo abitato dalle monache benedettine: un ospedale, il monastero, la chiesa, un ponte, un mulino e, attraversati i campi, si scopre un’antica torre-opificio. A chiudere il “Terzo Paradiso”, comunione ingegnosa fra arte e paesaggio, realizzata appositamente per il Bosco dal Maestro contemporaneo Michelangelo Pistoletto. Attraversare il Bosco di San Francesco significa intraprendere un piccolo viaggio interiore nella natura, nella storia e nel sacro. La natura è l’elemento principe di questo luogo, ma va letta in relazione con la storia, l’opera dell’uomo e l’attività degli ordini religiosi che qui hanno vissuto e lavorato. È ispirandosi a questo ideale sistema storico-paesaggistico che vengono allora presentate tre chiavi di lettura, tre diverse visioni di uno stesso ambiente, intrecciabili tra loro e tra loro sovrapponibili: naturale, storica e spirituale.

La Torre Annamaria
A cavallo tra il XIII e XIV secolo nelle Marche, in Toscana e in Umbria esistevano numerosi mulini fortificati. Molto probabilmente questa Torre ne è un esempio: collegata visivamente alle rocche soprastanti, riceveva da queste ultime il segnale d’allarme in caso di pericolo. E’ probabile che in origine questa manifattura provvedesse alla macinatura di grano od olio grazie allo sfruttamento dell’energia idraulica prodotta attraverso la deviazione del torrente Tescio. L’acqua deviata raggiungeva un bacino d’accumulo e poi l’area sotterranea della struttura dove azionava i macchinari del mulino. Successivamente, la Torre fu utilizzata per la produzione di calce, come si evince dalla presenza all’interno del perimetro dell’opificio di zone con grandi accumuli di questo materiale e, nelle vicinanze, di alcune calcinale interrate utilizzate per la cottura delle pietre. Dalla cima della Torre, dedicata dalla famiglia ad Annamaria Colizzi, segretaria regionale FAI dell’Emilia Romagna scomparsa nel 2009, è possibile godere di una splendida vista della radura e dell’opera di Land Art il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto.

Per approfondimenti maggiori: www.fondoambiente.it

 

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