Borgo di Mercatello sul Metauro (PU)
Cenni Storici
Seppur oggi faccia parte delle Marche sotto la provincia di Pesaro-Urbino, la sua origine è umbra e risale a dodici secoli circa avanti Cristo, quando gli Etruschi riuscirono ad arrestare il cammino degli Umbri; umbra restò anche sotto i Romani, perché Augusto inserì il territorio della valle superiore del Metauro nella VI Regione, detta appunto Umbria.
Il paese posizionato tra due municipi romani di Tiferno Metaurense (Sant’Angelo in Vado) e di Tiferno Tiberino (Città di Castello), si sviluppò e si espanse con la diffusione del cristianesimo che le diede il nome di “Plebs vici“, storpiato in “Pieve d’lco“.
Subì le traversie delle invasioni barbariche, ma i Longobardi nel sec. VI la ricostruirono.
Sottoposta alla giurisdizione civile romana ed ecclesiastica di Città di Castello, si svincolò quando, costituitasi la Massa Trabaria Pipino il Breve, nel 756, la donò a S. Pietro.
Il borgo divenne luogo di ricchi mercati, da cui il toponimo Mercatello (il primo documento che conosciamo “dato presso il foro di Mercatello” è del 1186), un baluardo sicuro del potere papale, pertanto Celestino II nel 1144 e Alessandro III nel 1180 la resero libera e indipendente, soggetta direttamente al Pontefice che aveva tutto l’interesse di mantenere questo ricco borgo conteso dalle signorie dei Brancaleoni ripensi e durantini, dei Carpegna, dei Della Faggiola, dei Montefeltro e dei Malatesti.
Il 21 marzo 1235 papa Gregorio IX propone al Parlamento di Massa di abbandonare i sette piccoli castelli dislocati attorno a Mercatello e di convogliare gli abitanti nel terreno della Pieve costituendo il Comune fortificato di Mercatello; l’anno 1257 si innalzano le nuove mura entro le quali sorgono i nuovi edifici e la Comunità, con il potere di dettare i propri Statuti e di radunarsi in liberi Consigli.
Nel 1437 Mercatello, che dal 1361 era stato acquistato da Branca Brancaleoni di Casteldurante per cinquemila fiorini d’oro tramite il Legato Pontificio, lascia la Massa Trabaria per incorporarsi alla Signoria di Urbino.
È il secolo del Rinascimento mercatellese ed è in questo periodo che il conte Ottaviano Ubaldini revisiona gli Statuti del “Castrum Mercatelli” formalizzati nel 1357 dal cardinale Egidio Albornoz, ponendo il potere della signoria nel popolo, non più libero come voleva il diritto comunale, ma comunque rispettato attraverso i Capitoli stipulati tra la Comunità, i Montefeltro e in seguito i Della Rovere.
Gli ultimi Statuti di Mercatello, restati in vigore nello Stato Pontificio, sono quelli andati in vigore il 24 settembre 1610.
Nel 1636 Il territorio mercatellese è incluso nella diocesi di Urbania come Vicariato.
Unita allo Stato Pontificio dal 1631 per la morte senza discendenza maschile di Francesco Maria Il della Rovere, vi restò fin o 1860.
Il 28 luglio 1849 accolse e protesse il generale Giuseppe Garibaldi e la sua legione.
Aspetto
Il centro storico medievale si presenta ancora integro nella sua struttura originaria, in esso sono riconoscibili gli influssi delle vicine Toscana e Umbria oltre che della cultura urbinate del cui ducato Mercatello (Pieve d’Ico) fu centro importante.
La cinta muraria del XVII è racchiusa in un ovale nel piano alla confluenza del torrente S. Antonio sul fiume Metauro.
Conserva ancora una porta sul fiume Metauro che si affaccia sul meraviglioso ponte romanico.
Fuori dalle mura si è espanso il nucleo abitato e nella campagna restano case coloniche in cui spesso si evidenzia la tipologia della cascina toscana, costruzioni così ben inserite nel contesto da risultare parte imprescindibile dell’ambiente.
Fonti documentative
C. Leonardi G. Muccioli – Guida per Mercatello sul Metauro – 1997