Borgo castellare di Sasso – Valtopina (PG)
Cenni Storici
Il Borgo castellare di Sasso è posizionato su un antico asse viario parallelo alla via Flaminia, che attraversava la costa ed i crinali delle colline ad est, più a monte della via romana e che collegava anch’esso Nocera a Foligno passando per insediamenti fortificati e centri demici quali Giove, Poggio, S. Cristina, Colle Budine (già Colle Bucino), Gallano e Pieve Fanonica e costituiva una viabilità capillare per quei borghi distanti dalla Flaminia.
Ma se andiamo più indietro nel tempo intorno alla fine dell’VIII secolo e agli inizi del VII sec. a. C. troviamo percorsi che collegavano i Piani Plestini con la Valle del Topino che passavano sia per Rio Capodacqua, ma risalivano anche la montagna fino a Piano Stioie (dove c’era una castelliere) e scendevano nella piana di Cariè e Fondi.
Il territorio di Valtopina in età preromana, rientrava con ogni probabilità in quello dei Nucerini Favonienses stanziati a Pieve Fanonica (come suggerisce lo stesso toponimo) quindi Sasso faceva parte del loro importante insediamento di altura punto di incontro di itinerari che scendevano dalla catena appenninica e che collegavano la valle del Topino con il territorio plestino.
Pievefanonica quindi per la sua posizione era un punto nevralgico come centro di incontro e di mercato di una comunità che viveva secondo il modello paganico – vicano, nei piccoli abitati di altura.
Nel 220 a. C. si ha l’apertura della via Flaminia e lungo questa importante via consolare si svilupparono centri abitati, nacquero mercati e mansiones, sorsero ville produttive che dalla prossimità della strada erano facilitate nella commercializzazione dei prodotti.
Tutta l’area occupata dei Nucerini Favonienses comunemente conosciuta come Valle del Topino, intorno ai secoli XI – XIII, era costituito da castelli, pievi, monasteri, canoniche e da un numero consistente di centri demici sorti e per lo sfruttamento del territorio in gran parte collinare e montano, e soprattutto per il controllo di quel tratto della via Flaminia che garantiva buoni introiti grazie alle gabelle passus, cioè il pedaggio sulle merci in transito.
Questa frammentazione di castelli e piccoli centri fra cui Sasso si organizzò in Terzieri Pasano, Serra, Poggio, S. Cristina e Gallano dopodiché questa Comunità sul finire del Medioevo formò l’Universitas, o Communis Vallis Topini et villae Balciani, fulginatis diocesis.
Il 6 febbraio 1300, il pontefice Bonifacio VIII riunì questa Comunità sotto il dominio della Chiesa (Ducato di Spoleto) ma concedendo un’amministrazione autonoma: c’era infatti un Visconte, con sede a Poggio, nominato dal rettore del Ducato, che aveva l’incarico di amministrare la giustizia e riscuotere le tasse.
Il borgo di Sasso entrò a far parte dell’Universitas e come tutti gli altri era un’entità autonoma e come tale aveva le sue chiese ed il proprio santo titolare.
La famiglia Trinci di Foligno venne in possesso di tale Comunità il 17 agosto 1392 e Ugolino Trinci ottenne il vicariato dal pontefice Bonifacio IX con bolla “Dum intuitus” e tale famiglia ne ebbe il possesso in qualità di Vicari fino al 1439.
Fu proprio sotto Corrado Trinci che il 15 agosto 1434 furono emanati gli Statuti della Valtopina e villa di Balciano e successivamente via via aggiornati con “Reformationes“, “Correctiones” e “Additiones” .
Con tutte le riformanze, aggiunte, ordinazioni e lettere di interpretazioni, gli statuti del 1434 sono rimasti in vigore per più di quattro secoli fino al 1816 quando il Cardinale Consalvi abolì sia le Costituzioni Egidiane che i vari statuti particolari delle singole città e paesi.
Le sorti storiche successive della Valle e degli agglomerati urbani fra cui il borgo di Sasso, passano sotto lo stato pontificio, del Bonaparte, della repubblica romana, ancora dello stato pontificio, fino all’adesione, nel 1860, allo stato sabaudo.
Dal 1927 al 1947, durante il regime fascista, tutta la Valtopina fu aggregata al Comune di Foligno, ma nel 1948, grazie all’interessamento dei rappresentanti della comunità, riconquistò la sua antica autonomia e diventò Comune.
Il borgo di Sasso è stato danneggiato dal terremoto del 1997 ma ha quasi del tutto ultimato i lavori di recupero che hanno ridato lustro all’abitato.
Aspetto
Sasso si affaccia sulla valle scavata dal Fosso del Vignaio circondato da un paesaggio aspro e suggestivo, sul fondo del burrone, occhieggia un laghetto di un intenso colore verde azzurro, creato dallo sbarramento di una frana sul precipizio sottostante.
Il borgo si sviluppa su un crinale a ridosso della Valle del Topino per cui la sua forma risulta piuttosto allungata dove il nucleo più antico è nella parte inferiore.
E’ stato quasi del tutto restaurato dopo il terremoto del 1997 e oggi si presenta in buono stato agli occhi del visitatore.
All’inizio del paese insiste la piccola chiesa di Sant’Antonio da Padova anch’essa recentemente ristrutturata.
Fonti documentative
Scuola Media “G. Galilei” S. Eraclio – Valtopina – Valtopina Itinerari – 1995
Don Mario Sensi – Valtopina e il suo territorio – 1987
L. Jacobilli – Di Nocera nell’Umbria e sua diocesi e cronologia dé vescovi di essa città,Foligno – 1653
Da vedere nella zona
Chiesa di Sant’Antonio da Padova