Basilica di Sant’Ubaldo – Gubbio (PG)
Cenni Storici
La basilica di Sant’Ubaldo è un luogo di culto cattolico situato a Gubbio, sul monte Ingino, avente la dignità di santuario e dal luglio 1919 quella di basilica minore.
La basilica custodisce il corpo del santo patrono di Gubbio, sant’Ubaldo, da cui prende nome.
La basilica fu edificata su una preesistente piccola chiesa dedicata a sant’Ubaldo e sulla pieve di san. Gervasio e Protasio. I lavori iniziarono nel 1513, con il sostegno delle duchesse di Urbino, Elisabetta ed Eleonora Gonzaga, e del papa Giulio II. La chiesa fu affidata ai canonici regolari lateranensi, ordine a cui era appartenuto il santo. Dal 1786 la basilica fu retta da padri passionisti, fino alle soppressioni napoleoniche, e in seguito dai frati minori riformati, dal 2013 i sacerdoti diocesani hanno la custodia della basilica. L’esterno del santuario è sobrio; alla sommità di una ampia scala, un portale introduce all’interno, dove si apre un ampio chiostro in laterizi, con arcate e volte a crociera, nelle cui lunette si intravedono i resti di affreschi cinquecenteschi. I pilastri accanto all’ingresso della chiesa presentano un basamento in marmo palombino, con alcuni bassorilievi raffiguranti gli stemmi dei Montefeltro e del comune di Gubbio e il Cristogramma.
Cinque porte introducono alla chiesa; le tre centrali presentano i portali in pietra serena scolpita e i battenti originali in legno intagliato. L’interno è suddiviso in cinque navate, dominate dall’altare maggiore realizzato nel 1884, in stile neogotico con decorazioni a finto mosaico. Nella parte superiore dell’altare sono collocate otto piccole statue raffiguranti santi legati alla città, e al di sopra è posta l’urna in cui è custodito il corpo intatto di sant’Ubaldo. Nella chiesa sono esposte anche le urne precedenti, una risalente al XIII secolo, l’altra al XVIII.
La chiesa è illuminata da finestroni con vetrate istoriate con le Storie della vita di sant’Ubaldo, realizzate nel 1922. Alle pareti, alcuni dipinti a olio su tela, tra cui la Trasfigurazione e Santi, di Giovanni Maria Baldassini del 1585, Il Battesimo di Gesù (1599 ca.) di Felice Damiani, la Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Ubaldo e Giovanni Battista di Salvio Savini (1610), Sant’Agostino consegna la regola del suo Ordine (1619) di Avanzino Nucci e Sant’Orsola (1655-57) di Francesco Allegrini. Nella basilica sono riposti durante l’anno i ceri, le tradizionali strutture un tempo in cera, poi dal Cinquecento in legno. In occasione della festa dei ceri in onore del patrono, la prima domenica di maggio vengono trasferiti in città ed esposti nel Palazzo dei Consoli, indi il 15 maggio, con la corsa, sono portati in processione attraverso Gubbio e poi, lungo la salita al monte Igino, fino al santuario.
Sant’Ubaldo, un Vescovo condottiero
UBALDO BALDASSINI fu vescovo di Gubbio nel 12° secolo, erano gli anni bui del Medio Evo in cui i Comuni lottavano tra di loro per la supremazia, e Gubbio si trovò coinvolto in una guerra sanguinosa contro Perugia, Gualdo Tadino e altre 9 cittadine confinanti, coalizzate tutte contro di lei, ma la storia narra che Gubbio, guidata dal suo Vescovo S. UBALDO, uscì vittoriosa dalla guerra, sconfiggendo miracolosamente tutti i suoi nemici.
Un altro episodio storico che vide il Vescovo di Gubbio ergersi a difesa del suo popolo, fu in occasione della calata in Italia di Federico Barbarossa, essendo Gubbio attaccata, S.Ubaldo si recò dall’ imperatore e riuscì a renderselo amico, ottenendo che Gubbio fosse risparmiata.
GUBBIO
La morte del Vescovo avvenne il 16 maggio del 1160, lunedì di Pentecoste, dopo una lunga ed estenuante malattia, e dopo le esequie solenni il santo feretro fu deposto in un sarcofago di marmo nell’antica cattedrale di Gubbio.
Dopo 32 anni, nel 1192, fu canonizzato e proclamato Santo da Papa Celestino III e allora il Corpo incorrotto venne trasferito nella basilica a lui consacrata, costruita sul Monte Ingino che sovrasta la città e posto in un’ urna di vetro.
La vita di Sant’Ubaldo, raccontata da Giordano (sec. XII)
La vita di S. Ubaldo ci e’ stata tramandata da due autori, il primo e’ Teobaldo, suo successore come vescovo di Gubbio, in un’opera scritta su commissione di Federico Barbarossa, grande ammiratore di Sant’Ubaldo, il secondo e’ Giordano, un priore di Citta’ di Castello, suo amico e contemporaneo, piu’ spontaneo e originale nel racconto, probabilmente scritto subito dopo la morte del Santo e ricco di tanti piccoli particolari omessi da Teobaldo.
Chi vuole leggere la versione originale in latino e la versione tradotta in italiano da Don Angelo Fanucci, puo’ acquistare il libro “VITA DI S. UBALDO” Ed. Famiglie Ceraiole – Gubbio – 1992.
Ecco come Giordano ci racconta i due episodi della vittoria di GUBBIO contro 11 citta’ e dell’Imperatore Barbarossa.
Ecco un breve riassunto cronologico della vita di S. Ubaldo:
ANNO 1085 – Nascita a Gubbio, rampollo di una nobile famiglia eugubina, era un giovane d’aspetto avvenente e dal carattere allegro, dolcissimo nella conversazione, calmo e umile.
ANNO 1114 – Ordinazione sacerdotale
ANNO 1117 – Nomina a priore.
ANNO 1119 – Viaggio a Ravenna per acquisire una nuova regola e stile di vita piu’ severo.
ANNO 1126 – Incendio di Gubbio, il Santo incoraggia gli eugubini a ricostruirla.
ANNO 1129 – Elezione a Vescovo da parte di Papa Onorio. (Aveva gia’ rifiutato la sede di Perugia)
ANNO 1125 – Incontro con Federico Barbarossa.
ANNO 1160 – Morte del santo.
ANNO 1192 – Canonizzazione.
ANNO 1194 – Traslazione sul Monte Ingino.
I MIRACOLI DI S. UBALDO
Come dice Giordano, il numero dei miracoli fatti da S. Ubaldo è così alto che non si riuscirebbe mai a raccontarli tutti, ecco i principali:
– La guarigione di 7 spastici provenienti da Arezzo, Città di Castello, Fossombrone ecc.
– La guarigione di 4 ciechi, 2 uomini e 2 donne
– Liberazione dal demonio di 12 donne, “una addirittura a metà del viaggio di andata: il diavolo non osò entrare con lei alla presenza di S. Ubaldo!”, un’altra , “una certa Teuza, vomitò nel sangue un serpe veramente terrificante…”
– Guarigione di tre ossessi di Camerino, Ravenna e Runcignano.
– Guarigione da piaghe di 5 donne, tra cui Berta di Cortona le cui narici brulicavano di vermi.
– Guarigione da paralisi di 2 uomini e 2 donne.
– Guarigione dall’epilessia del Priore della chiesa di S. Erasmo (a Gubbio) che soffriva di crisi epilettiche anche 10 volte al giorno…
– Guarigione di un muto e due sordi e un sordomuto e di un ferito da freccia.
– Liberazione di sei prigionieri incatenati che furono condotti ognuno fino al suo sepolcro.
– Soccorso di una nave in alto mare con cessazione di una terribile tempesta dopo le suppliche dei marinai.
– Liberazione di 35 pellegrini in viaggio per Gerusalemme, catturati e imprigionati a Rovasia e liberati dal Santo a cui si erano rivolti perché li liberasse dai Saraceni.
Molti episodi della vita del Santo sono riportati nelle vetrate della Basilica a lui dedicata sul Monte Ingino il Colle eletto che sovrasta Gubbio.
MIRACOLO DEL BARBAROSSA
MIRACOLO DELLA VITTORIA
S. UBALDO PERDONA
S. UBALDO RAPPACIFICA
Gubbio, S. Ubaldo e il Monte Ingino sono citati anche da Dante nella Divina Commedia (Paradiso Canto XI) con i seguenti versi:
Intra Tupino e l’acqua che discende
dal colle eletto del Beato Ubaldo,
In onore del Santo ogni anno a Gubbio, il 15 maggio, vigilia di S.Ubaldo, viene fatta la FESTA DEI CERI.
LA FESTA DEI CERI
Alcuni studiosi fanno risalire l’ origine della festa dei Ceri a tempi remoti, qualcuno vuol farla risalire al culto di Cerere, ma in tempi più recenti, sicuramente si trattava di offerte di cera fatte al Santo dalle tre corporazioni (commercianti, artigiani ed agricoltori). La Festa dei Ceri, al pari del Palio di Siena, è una delle feste popolari più sentite e conosciute in Italia, per questo la Regione Umbria ha posto i tre ceri di Gubbio nel suo stemma.
Ogni anno a Gubbio, per il 14 maggio (inizio della festa con l’ apertura delle Taverne) migliaia di eugubini (così si chiamano gli abitanti di Gubbio) sparsi in Italia e nel mondo, tornano a Gubbio per la loro festa!
L’unica festa in Italia che si svolge da secoli, senza mai una interruzione, nemmeno durante la Grande guerra, quando le donne di Gubbio portarono i Ceri di corsa sul Monte Ingino, mentre gli Alpini del 51° fanteria il 16 maggio del 1917 portarono i Ceri addirittura sul Col di Lana come dimostra una antica foto da poco ritrovata e pubblicata nel luglio 2008 sul settimanale “Tutto Gubbio”. L’unica festa che è stata autorizzata addirittura da un papa.
Infatti la festa dei Ceri è unica; religiosa e pagana nello stesso tempo, chiassosa e pure mistica, talmente indescrivibile che bisogna assistervi per capirla, ma talmente coinvolgente che anche l’ ignaro turista straniero si trova a correre dietro ai Ceri senza neppure sapere dove e perché….. La festa dei Ceri nella Bolla di canonizzazione del Papa Celestino III, è stata autorizzata a svolgersi “ilariter” e cioè allegramente o meglio in gran baldoria…. Ed è proprio quello che succede a Gubbio il 15 maggio!
Fonti documentative
AA.VV., Umbria, Touring Club Italiano, Milano 1999.
http://diocesigubbio.it/wd-annuario-enti/gubbio-basilica-di-sant-ubaldo-610/”
https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Sant%27Ubaldo