Basilica di Santa Maria Infraportas – Foligno (PG)

Le pareti di questa chiesa contengono una vera e propria Pinacoteca della migliore pittura folignate del Quattrocento; vi lavorarono infatti Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, Pierantonio Mezzastris, Giovanni di Corraduccio, Ugolino di Gisberto, Lattanzio di Niccolò, Cristoforo di Jacopo, un discepolo di Bartolomeo di Tommaso solo per citarne alcuni.

 

Cenni Storici

La chiesa, tra le più antiche di Foligno, sorge sul lato occidentale di piazza San Domenico, ove esisteva una cappella dell’VIII secolo dedicata all’Assunta, a San Pietro e a San Paolo.
Si ha notizia che nel 1087 vi era annesso l’ospedale di Santa Maria.
La costruzione della chiesa romanica avvenne nel XII secolo, la cappella originaria fu inglobata all’interno della navata sinistra.
La chiesa è documentata come pieve in una bolla di Innocenzo II del 1138.
Il nome di questa chiesa subì variazioni nel Medio Evo (XIII sec.) in conseguenza dell’ampliamento delle mura della città; nelle Carte dell’abbazia di Santa Croce di Sassovivo troviamo i titoli di Santa Maria “Extra porta” o talvolta “foris portam“, con la costruzione della nuova cinta alla fine del Duecento, l’edifico venne a trovarsi fra le due mura urbiche e prese il nome di “infra portas“.
Nel XIII secolo vi risiedeva un capitolo di canonici, ed era il terzo in città accanto a quello di San Feliciano e a quello del Santissimo Salvatore.
Il Capitolo canonicale di questa chiesa durò fino al secolo XIX.
La documentazione esistente ne attesta l’attività parrocchiale a partire dal 1631.
Il capitolo canonicale di questa chiesa durò fino al secolo XIX.
Questa parrocchia contava, agli inizi del XX secolo 1842 persone di cui 1076 in città e 756 nella campagna per raggiungere le 3603 persone nel 1985.
Nel 1957 ha ceduto parte del suo territorio alla nuova vicaria autonoma di Maria Santissima Immacolata, eretta con bolla vescovile del 20 agosto.
In seguito a decreto vescovile del 1 settembre 1986, e al conseguente decreto del Ministero dell’interno pubblicato nel supplemento straordinario alla Gazzetta ufficiale del 19 gennaio 1987, la Parrocchia comprende anche il territorio di quella soppressa di San Magno di Foligno.
 

Aspetto esterno

Il prospetto in fasce di pietra bianca e rosa, è frutto di un’infelice risistemazione ottocentesca che ha reimpiegato elementi di un precedente rosone per realizzare una bifora, non proporzionata rispetto alla facciata; è preceduto da un piccolo portico, anch’esso rifatto nell’ottocento, riutilizzando colonne e capitelli dell’XI o del XII secolo.
A destra del portico vi è una edicola risalente al 1480 con una sinopia di un affresco di Sant’Anna coronata da angeli, attribuibile al Mezzastris; in fondo al fianco destro si trova la torre campanaria romanica.
 

Interno

L’interno, assai manomesso, è a tre navate divise da pilastri: la mediana con volta a botte, le laterali, con volte a crociera, aggiunte nel secolo XV, demolendo le pareti delle preesistenti cappelle.
Dall’ingresso, a sinistra si accede alla cappella di san Pietro (o dell’Assunta): è la parte più antica della chiesa e secondo lo storico folignate Don Angelo Messini autore di una guida di Foligno è da considerare come la più antica costruzione religiosa della città.
Risale infatti, come vuole Michele Faloci Pulignani, ai secoli VII-VIII: “Originariamente la cappella prendeva luce da una monofora sulla parete sinistra e da due bifore su quella destra.
Nello strombo della maggiore bifora vi sono due raffigurazioni pittoriche bizantineggianti, una di fronte all’altra: San Michele Arcangelo e San Disma, il buon ladrone, affreschi attribuiti ad un ignoto pittore umbro della seconda metà del XII secolo.
Nel ricasso arcuato della parete di fondo un affresco bizantineggiante, forse di artista umbro della prima metà del secolo XII raffigura Cristo benedicente alla maniera greca tra San Pietro e San Paolo; nella parte inferiore una elegante decorazione a foggia di arazzo orientale, con leoni e tondi
“.
A destra v’era una scultura in legno policromo, Madonna in trono col Bambino, ora al museo diocesano, priva del Bambino, trafugato nel 1987.
In una nicchia Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo.
Una tradizione, che risale soltanto al Seicento, narra che in questa cappella celebrarono i sacri riti i Santi Apostoli Pietro e Paolo; questa tradizione fa il paio con quella del Santuario di Cancelli, e ambedue sono commoventi testimonianze di una solida fede a prescindere anche se non supportata da documenti storici accertati che attestino veramente il passaggio dei due Apostoli, come invece vuole la devozione popolare.
Nella navata sinistra, all’inizio, si trova un bel fonte battesimale; sulla parete sinistra tracce della decorazione a fresco, si riconoscono il volto di un Santo e un frammento di una Madonna col Bambino.
Sul primo pilastro nella faccia rivolta all’ingresso è affrescata una Madonna col Bambino, attribuita a Giovanni di Corraduccio, detto il Mazzaforte, risale alla prima metà del XV secolo.
Murata sulla faccia rivolta all’altare vi è una lastra tombale in marmo, del 1463, con lo stemma di Ser Petrus de Bicis.
Sulla parete sinistra Madonna col Bambino e San Giovanni Evangelista sopra un fondo di arazzo sorretto da due angeli, opera del XVI secolo, firmata di Ugolino di Gisberto.
Sul secondo pilastro, nel lato rivolto alla facciata è posto il monumento funebre al Priore Giovanni d’Accursio, morto nel 1380, sulla faccia rivolta alla navata sinistra, entro un’edicola, è una Madonna con Bambino in stucco policromato della fine del XV secolo, nella facciata rivolta alla navata centrale, all’interno di una nicchia è un busto in cartapesta policromata del XVI secolo, raffigurante l’Ecce Homo, cioè Gesù con le mani legate e la corona di spine.
Nella facciata rivolta all’altare si trova un affresco di Pierantonio Mezzastris raffigurante San Rocco ed angeli.
Nel terzo pilastro, sul lato rivolto alla facciata è raffigurato un San Rocco, della seconda metà del XV secolo.
In fondo alla navata la cappella della Sacra Famiglia, inaugurata il 13 dicembre 1924, con decorazione murale a tempera del folignate Ugo Scaramucci.
Il presbiterio è stato ricostruito di recente, così come le vetrate.
L’altare maggiore, in pietra di stile basilicale, è stato eretto nel 1942.
Il Crocifisso in legno dorato posto sopra il nuovo altare è datato al XVI secolo, allo stesso periodo risale il tabernacolo murato a sinistra.
Una statua della Madonna della Salute del XVII secolo in carta pesta e gesso, collocata all’interno di una piccola edicola marmorea, è, forse, unica nel suo genere.
In due nicchie laterali sono poste le statue dei Santi Pietro e Paolo.
Presso l’altare, sulla parete destra di fronte alla controfacciata, due affreschi, opera di Pierantonio Mezzastris, raffigurano San Girolamo incoronato da angeli e Santa Caterina d’Alessandria.
Sul primo arco della navata destra sono ricavate due nicchie, in basso una Madonna con il Bambino tra Angeli opera attribuita a Lattanzio di Niccolò di Liberatore, ai lati San Giovanni Battista e altro Santo; nella nicchia in alto affreschi del XIV secolo raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, l’Annunciazione, e, nel sottarco, la Madonna del Latte.
Percorrendo la navata di destra verso l’uscita a destra sono affrescati un Santo domenicano, San Pietro Martire e un Santo Vescovo senza più volto, opera di un seguace di Bartolomeo di Tommaso.
A sinistra, sotto un arcone, affreschi della prima metà del XV secolo, una Pietà, attribuita a Cristoforo di Jacopo, un San Giovanni Battista dei primi del XV secolo, segue, in una nicchia, un Crocifisso tra la Vergine e San Giovanni col ritratto del committente genuflesso, probabilmente opera del Maestro della Crocifissione di Bevagna della fine del Trecento, chiude un San Nicola, molto danneggiato.
Sotto il secondo arco è murato uno stemma e, di fronte, un San Pietro martire riferibile a Niccolò di Liberatore detto l’Alunno.
Lungo la parete in una nicchia Crocifissione, eseguita nel 1525, copia della successiva, posta anch’essa in una nicchia, risalente alla seconda metà del XV secolo; chiude la parete destra una Santa in larga parte perduta e non identificabile, forse Santa Lucia.
Sotto il primo arco Cristo portacroce, sempre attribuito a Niccolò di Liberatore detto l’Alunno; sul lato che dà alla navata destra Santa Lucia e Sant’Amico, opere giovanili di Pierantonio Mezzastris; sul lato rivolto alla navata centrale una Madonna Lauretana.
Sulla controfacciata, a destra dell’ingresso un affresco danneggiato, raffigurante Sant’Onofrio e San Rocco, è attribuibile a Pierantonio Mezzastris.
Nella cappella a destra del presbiterio si trova una tela commissionata come pala d’altare da Sante Caccioli, Priore di Santa Maria Infraportas nel periodo 1591-1644, in onore del suo antenato, il beato Andrea Caccioli di Spello, raffigurato inginocchiato davanti la Madonna col Bambino, sovrastati da serafini.
La tela è stata pesantemente modificata dopo il restauro ottocentesco, con l’aggiunta dei due scapolari portati dall’angioletto in alto, di un cherubino sulla sinistra, la modifica della mano di Gesù Bambino, innaturalmente tesa verso la testa del beato Andrea e, in basso a destra la raffigurazione della chiesa fresca dell’orrendo restauro.
Nella sagrestia vi sono interessanti affreschi di ignoto folignate degli inizi del XVI secolo, raffiguranti Madonna col Bambino, San Rocco e Sant’Antonio Abate.
 

Fonti documentative

CRISTOFARI GIUSTINO Appunti critici sulla scuola folignate
Don Dante Cesarini – Brevi note storiche sulle Parrocchie della Diocesi di Foligno – 2013

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=51512

http://www.keytoumbria.com/Foligno/S_M_Infraportas.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Santa_Maria_Infraportas

http://www.diocesidifoligno.it/pls/foligno/bd_dioc_annuario_css.singolo_ente?p_pagina=22342&id_dioc=143&cod_icsc=7090020&id_en=264&colore1=&colore2=&layout=0&rifi=&rifp=&vis=1

http://www.comune.foligno.pg.it/articoli/chiesa-di-s-maria-infraportas

https://www.umbriatourism.it/it/-/chiesa-di-santa-maria-infraportas

http://www.umbriaccessibile.com/citta-umbre/foligno/chiesa-di-santa-maria-infraportas/

 

Nota

La galleria fotografica è di Alberto Monti e Silvio Sorcini, il testo è di Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 42.953486, 12.700149

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