Antiche Terme di Vespasiano e Chiesa di Santa Maria di Cesoni – Cittaducale (RI)
Cenni Storici
Il monumentale complesso, articolato in quattro successivi terrazzamenti, ha inizio dalla via che ricalca il tracciato della Salaria romana.
I resti monumentali visibili sono riferibili al secondo terrazzo, oggetto sia di rinvenimenti, sia di vere e proprie campagne di scavo e restauro succedutesi dal 1969 al 1986.
Varia è l’interpretazione del grande complesso comunemente denominato Terme di Vespasiano, oltre all’ipotesi termale ve ne sono anche altre, tra esse che sia stato un palazzo imperiale o un tempio dedicato alla Dea Vacona.
Al centro è stata scoperta, anche se solo parzialmente, una grande piscina (m 60 x m 24): si tratta con molta probabilità della natatio, anche se di dimensioni insolitamente grandi, accessibile da quattro ripide scalette poste simmetricamente sui lati lunghi.
Forse era funzionale a usi di tipo cultuale, quanto meno in un primo periodo di utilizzo del sito.
Lo scavo ha portato alla luce uno spesso strato di deposito calcareo, mentre non sussistono elementi pertinenti alla pavimentazione della vasca che, data la natura della sorgente, doveva essere utilizzata a scopo terapeutico.
Mancano tracce di un sistema di alimentazione idrico: ciò fa supporre che vi sia stata una polla d’acqua sorgiva alla base della natatio, che consentiva il ricambio dell’acqua a ciclo continuo.
La profondità della vasca, scavata direttamente dalla roccia, è di circa 120 cm dal livello del piano della campagna.
Sui lati sono presenti diversi ambienti articolati con un fronte composito di cui attualmente sono conservati solo i lati nord ed est, le cui strutture raggiungono i m 5 di altezza.
La zona orientale conserva grandi ambienti rettangolari alternati a piccole absidi e, nell’angolo nord est, la scala di accesso al piano superiore, che su questo lato si articolava con un portico-terrazza di cui restano i pilastri e parte della pavimentazione in mosaico.
Lo scavo ha permesso di recuperare nel corridoio materiale decorativo quale: mosaico, intonaco dipinto, cornici marmoree ecc., mentre della vasca provengono ceramiche di vari periodi.
Costituisce il nucleo primitivo, composto da tre vani voltati e due nicchie absidate, più profonde rispetto alle altre, chiuse sul fondo, presumibilmente usate come spogliatoi o zone di ricovero, realizzate in conglomerato cementizio.
Sulla facciata settentrionale, lunga m 76,9 si aprono alternativamente nicchie rettangolari e semicircolari disposte ai lati di un’esedra centrale a pianta rettangolare e con abside sul lato di fondo, a pianta rettangolare con copertura absidata, che per la cura architettonico costruttiva che la caratterizza può essere identificata come un ninfeo.
Internamente alle esedre si sviluppa un criptoportico voltato con pianta a L.
Le indagini ad oggi effettuate, limitate rispetto alla notevole estensione delle terme, non permettono di comprendere appieno il funzionamento e l’articolazione strutturale dell’impianto.
La tecnica costruttiva utilizzata, opera incerta con ammorsature in blocchetti, consente di datare la costruzione tra la seconda metà del II sec. a.C. e la prima metà del I sec. a.C., è probabile una frequentazione in epoca precedente, come indicato da alcune strutture scoperte nell’angolo nord-ovest e da rari frammenti ceramici.
Dalla Tabula Peutigeriana si apprende che l’impianto era ancora in funzione almeno sino al IV sec. d.C., mentre la presenza, nell’ambiente ad ovest del ninfeo, di sepolture riferibili al V-VI sec. d.C. indica un abbandono almeno parziale del complesso.
Come testimoniato dalla ceramica rinvenuta nell’area della piscina e nel cosiddetto mulino, il sito fu frequentato, non sappiamo se ancora a scopi termali, sino al XII secolo.
La Chiesa di Santa Maria di Cesoni, è attestata nel XII secolo, ma la sua fondazione risalire a epoca molto più antica come indicano le strutture romane riconducibili, probabilmente, all’impianto termale e riutilizzate nelle murature.
Ne rimane l’alto campanile diruto, alcune arcate e parte dei muri perimetrali.
Materiale archeologico proveniente dalle terme è stato usato anche per la costruzione della Chiesa di San Vittorino, dedicata nel 1613, ora completamente allagata per la presenza di una sorgente d’acqua.
I più recenti scavi hanno permesso di portare alla luce un tratto dell’antica via Salaria lungo oltre 30 metri.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
Elena Santilli – Aquae Cutiliae – Viterbo, 2016
https://www.cittaducaleturismo.it/localita-antiche-terme-di-vespasiano
https://www.tesoridellazio.it/tesori/cittaducale-ri-terme-di-vespasiano/
https://www.youtube.com/
http://www.turismoitalianews.it/abbiamo-visto-per-voi/14583-alle-terme-dell-imperatore-vespasiano-a-cittaducale-si-rilancia-il-sito-archeologico-che-ha-molto-da-raccontare