Abbazia Santa Maria del Piano – Jesi (AN)


 

Cenni Storici

Sorge in pianura (da cui il nome) nell’area compresa tra la collina con il centro storico di Jesi e il fiume Esino. La chiesa attuale è quanto rimane di un’abbazia benedettina, tra le più antiche e potenti della Vallesina. Secondo alcuni studiosi l’abbazia sarebbe sorta su un tempio dedicato a Minerva. Diversi scavi hanno individuato tre chiese succedutesi nel tempo: la prima nel periodo altomedievale, la seconda nel XII secolo e la terza nel secolo successivo. Purtroppo di tutti questi edifici non rimangono che pochi reperti, appena leggibili, a causa di profonde modifiche operate nella costruzione a partire del XVIII secolo. Recenti scavi hanno permesso di liberare le fondamenta dell’edificio originario (visibili) e di portare alla luce uno splendido sarcofago che rappresenta la più antica testimonianza di scultura cristiana nella Vallesina. Nel corso di alcuni lavori di restauro è anche emerso un frammento di affresco addossato al pilastro ottagonale del presbiterio, raffigurante una testa d’angelo riferibile al XII secolo. E’ in questa chiesa che il gran compositore Gaspare Spontini, nipote del parroco, impara le prime nozioni di musica.

Di quest’abbazia si conservano pochi documenti storici: si sa per certo però che i suoi possedimenti erano numerosi e si estendevano dalla valle del fiume Misa fino a quella del fiume Musone. Nel 1211 doveva iniziare il suo periodo di decadenza, poiché l’abbazia si sottometteva alla giurisdizione del comune di Jesi. Essa sorgeva nell’area compresa tra la città di Jesi e il fiume Esino, dove ancora oggi si erge la chiesa abbaziale nella sua ristrutturazione settecentesca, che conserva non pochi caratteri delle precedenti costruzioni. Nella costruzione esistente si rilevano diversi periodi d’intervento ascrivibili al XII, al XIII secolo e a una precedente fase altomedievale. Alcuni archi presenti nella parete destra del presbiterio risalgono presumibilmente al XII secolo, così come il frammento di un affresco raffigurante una testa d’angelo rinvenuto su di un pilastro ottagonale durante i recenti lavori di restauro. Molto interessante la cripta, per lungo tempo interrata poiché adibita a luogo di sepoltura dei parroci e ultimamente riportata alla luce: vi si conserva un bellissimo sarcofago dell’VIII secolo.

La storia

VII – IX (preesistenze intorno)

Santa Maria del Piano è la più antica chiesa di Jesi. Era una potente abbazia benedettina, fondata presumibilmente tra il VII e il IX secolo; la datazione è suggerita dal prezioso sarcofago ancora oggi al suo interno, la più antica testimonianza di scultura cristiana nella vallesina, dai capitelli e da altri antichi frammenti. Venne eretta, probabilmente, sopra le fondazioni di un tempio pagano.

IX – X (trasformazione architettonica intero bene)

E’ questo il periodo di massima importanza della abbazia, che possedeva terre dal fiume Musone al fiume Nevola. La chiesa venne adattata alle forme romaniche e ne sono testimonianza la larga navata centrale, le due strette navate laterali, i pilastri ottagonali e il frammento di affresco con testa d’angelo.

1211 – 1211 (documentazione beni abbazia)

Il primo documento storico che riguarda l’abbazia risale al 1211, quando l’abate don Abramo dona alcune terre al comune di Jesi in cambio di protezione.

1263 – 1263 (trasformazione architettonica intero bene)

Alla fine del secolo XIII le strutture furono rinnovate in stile gotico, allo stesso livello del pavimento della precedente chiesa romanica. Il monastero non perse la sua importanza perché nel 1263 Urbano IV si rivolgeva al vescovo di Jesi perché provvedesse a far eleggere un degno abate per il monastero.

XIV – XIV (ampliamento e trasformazione intero bene)

Alla fine del secolo XIV la chiesa fu, per la seconda volta, riadattata alle forme gotiche: rimangono sulla parete destra tre ampli archi acuti e due più ristretti. Probabilmente risale a questo periodo anche la costruzione della cripta. Il pavimento presbiteriale venne sopraelevato.

1457 – 1457 (trasferimento al vescovo intero bene)

Decaduta l’abbazia, chiesa, monastero e terreni passano al vescovo.

1570 – 1570 (ritrovamento sarcofago ambiente interno)

Nel 1570 viene scoperto, per la prima volta, un sarcofago in pietra scolpita, ritrovato sotto un altare.

1591 – 1591 (erezione a parrocchia intero bene)

Il 4 giugno 1591 il vescovo Gabriele del Monte erigeva Santa Maria del Piano a chiesa parrocchiale, distaccandola dalla cattedrale. A questa epoca risalgono i primi documenti conservati nell’archivio parrocchiale.

1620 – 1620 (processioni giubilari intorno)

Nel 1620, in occasione del Giubileo indetto da papa Paolo V, si svolsero per desiderio del vescovo due processioni giubilari, la prima delle quali diretta a Santa Maria del Piano, la seconda a San Nicolò, entrambe caratterizzate da una grande partecipazione della popolazione.

1728 – 1728 (trasformazione architettonica intero bene)

Le strutture romanico-gotiche della chiesa vennero gravemente manomesse nel 1728 quando, sotto il vescovo Fonseca, fu abbattuta la navata laterale destra e lo spazio fu utilizzato per realizzare la casa canonica. Fu anche chiusa la cripta sotto l’altare maggiore. La chiusura delle navate laterali, la copertura del soffitto a capriate con l’attuale volta, il piano rialzato della navata centrale con l’interramento della cripta hanno fatto scomparire così “l’imponente suggestiva bellezza di questa chiesa”, trasformandola radicalmente.

1737 – 1737 (realizzazione finestrone facciata)

Nel 1737 venne aperto nella facciata, sopra la porta, il finestrone attuale nel luogo dove in precedenza erano due oculi “della grandezza di due palmi e mezzo”, tra i quali si innalzava una colonnina marmorea che aveva per base una sfinge sormontata da una civetta e per capitello una testa di Minerva. Tale reperto ha indotto vari studiosi a ritenere che nel luogo del tempio attuale sorgesse anticamente un tempio romano sacro alla dea.

1778 – 1778 (realizzazione altari ambiente interno)

Nel 1778 vengono realizzati i due altari laterali: in quello di sinistra viene collocato il “Cristo flagellato” (sec. XVI su troncone di colonna antica), un tempo nella cripta.

1790 – 1790 (trasformazione architettonica ambiente interno e cripta)

La struttura

L’attuale edificio potrebbe essere considerato la quinta chiesa succedutasi nel tempo. La chiesa, che ha una facciata rinnovata nel secolo XVIII, oggi si presenta ad unica navata, essendo crollata la navata laterale sinistra ed essendo stati in passato tamponati gli archi ogivali di valico tra navata centrale e navata laterale destra. I due archi che precedono il presbiterio sono meno ampi degli altri che sono sulla stessa parete destra; ai due archi corrispondono due cappelline che concludono la navata laterale destra: la cappellina più vicina al presbiterio conserva la volta a crociera; la cappellina che la precede, priva di crociera perché crollata, è di notevole interesse perché conserva strutture appartenenti alla fase romanica della chiesa e un frammento di affresco riferibile al secolo XII-XIII. In questa cappellina è custodito l’interessante sarcofago rinvenuto con gli scavi. Dalle cappelline si può passare alla cripta che è stata ricostruita in modo molto semplice e nella quale sono conservati interessanti reperti di età romana e di età medievale. Dalla cripta si può procedere verso il lungo cunicolo sottostante la chiesa, anche questo scavato durante i restauri. Della chiesa medievale giunta a noi, costruita in mattoni ed eretta verosimilmente verso la fine del Duecento, si notano all’esterno soltanto l’abside, le ultime cinque campate della navata laterale destra, rafforzate da contrafforti, e il corrispondente lato destro della navata centrale, privo di contrafforti. Da un primo sguardo alla chiesa si nota l’insolita notevole altezza della navata laterale, che dal suolo alla gronda raggiunge metri 6,60; inoltre la parte superiore della stessa navata laterale presenta, al di sopra di un recente terrazzo, diverse finestre munite di persiane, alle quali corrispondono stanze di abitazioni. Ciò lascia intendere che in un passato non troppo remoto, l’alta navata laterale destra venne divisa in due piani, di cui il superiore adibito appunto ad uso abitativo. Il lato destro della navata centrale è invece privo di aperture tranne una monofora di modiche dimensioni con arco a tutto sesto, successivamente occlusa, ed ha un’altezza notevolmente minore rispetto alla navata laterale.

Abside

L’abside, costruita anch’essa in mattoni, all’esterno è poligonale, ha due finestre rettangolari di epoca posteriore ed è stretta da abitazioni sorte in seguito, dalle quali non emerge totalmente. All’interno ha invece forma semicircolare: nella sua parte di destra si notano due monofore a strombo interno, oggi occluse, una delle quali emerge solo parzialmente dal pavimento.

Sarcofago

Il sarcofago in pietra scolpita, probabilmente del secolo IX, già scoperto nel 1570-80, e poi definitivamente portato alla luce nel 1887, di stile romanico e di richiami stilistici bizantini, è la più antica testimonianza di arte cristiana nella Vallesina. Nella facciata anteriore della cassa è scolpito a sinistra e in senso orizzontale, un corto fusto di palma da cui si dipartono rami. I fianchi del sarcofago appaiono disadorni. La facciata posteriore è invece riccamente ornata di rami disposti a forma di cuore, entro cui sono scolpiti eleganti palmette e fiori. Il coperchio è a due spioventi e possiede acroteri agli angoli, e un bordo scolpito a spirale, nonché un lungo fastigio. Nel timpano destro è scolpita, in posizione centrale, una croce di tipo greco, sorretta da una colonnina a tortiglione; a sinistra una colomba, mentre a destra vi è un leone. Nel timpano sinistro, ai lati di una analoga croce, vi sono un pavone e una colomba.

Capitelli e frammenti

I resti scultorei rinvenuti, oltre al sarcofago, sono costituiti da un capitello di forma quadrangolare, decorato nella faccia anteriore e negli smussi di palmette. Sono evidenti le analogie della decorazione di questo capitello con quella del sarcofago. Un altro capitello alquanto deteriorato mostra delle profonde solcature longitudinali con delle volute e intrecci alquanto rudimentali.

Per approfondimenti maggiori: www.jesi.chiesacattolica.it

 

Mappa

Link coordinate: 43.518364, 13.252023

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>