Abbazia di Santa Illuminata – Massa Martana (PG)
Storia e leggenda
La leggenda di Santa Illuminata narra che la fanciulla, ravennate di nascita e vissuta forse nel VI secolo, divenuta cristiana, per sfuggire alle persecuzioni e per non andare sposa al prefetto di Ravenna, Sebastiano, fuggì dalla sua città e, dopo una sosta a Bettona, ove operò miracoli, percorrendo l’antica via Amerina si rifugiò nei pressi della Civitas Martana in località Bagni di Papiniano.
Qui fu raggiunta dai genitori con i quali visse, fino alla morte.
La chiesa sarebbe sorta sulla sua tomba, probabilmente fin dal IX secolo.
Con certezza sappiamo che il Monastero annesso esisteva nei primi anni del secolo XI, retto da monaci Camaldolesi e dipendente dal monastero Sant’Apollinare in Classe di Ravenna: una testimonianza notevole di quel corridoio bizantino che mantenne in tempi difficili i contatti con Roma.
La fondazione dell’Abbazia è fatta risalire all’inizio all’anno 1011, grazie alla munificenza della nobile famiglia Bencivenga Fonzi, signori di Acquasparta e Massa Martana.
Nel 1138 il vescovo ravennate Gualterio la confermò ai monaci come risulta da un documento degli Annales Camaldulenses.
Il monastero di Santa Illuminata è ricordato ancora in un documento del 1185 ed in un privilegio di Gregorio IX del 1229.
Non molto dopo, però, il monastero fu soppresso, e la chiesa passò al Capitolo della cattedrale di Todi.
Da allora fu retta da un collegio di canonici, dei quali fu eletto priore nel 1260 Benedetto Caetani, il futuro Bonifacio VIII, mentre era ospite dello zio Pietro Caetani, vescovo di Todi.
Il patronato laico di questa chiesa abbaziale si dice appartenesse ai Bencivenga di Acquasparta.
Il Monastero
Il complesso monastico di Santa Illuminata, di proprietà privata ed oggi ben restaurato, è stato per lungo tempo adibito a usi agricoli.
Il complesso si sviluppa intorno a una corte rettangolare, lastricata da un acciottolato antichissimo, con le caratteristiche dell’acciottolato romano, il cui lato nord-ovest è occupato dalla Chiesa.
Gli altri tre lati della corte sono incorniciati dalle arcate dei corpi dell’Abbazia e da due scale sormontate da un piccolo portico, che conducono al primo piano, impreziosito da un piccolo e grazioso pulpito, incastonato nel parapetto della scala di destra; sotto l’arco di sinistra è conservata una lapide romana con iscrizione.
Il corpo principale dell’abbazia è ornato da due bellissime bifore di forma inconsueta.
La Chiesa di Santa Illuminata
L’attuale chiesa, sorta forse su un edifico più antico del IX secolo, in precedenza assegnata al secolo XI, è più correttamente collegabile al successivo, eretta probabilmente negli anni compresi fra il 1160 e il 1170.
La Chiesa di Santa Illuminata, diversamente dalle altre Chiese orientate con la facciata verso sud e l’abside verso nord, ha la caratteristica di essere orientata con la facciata verso est e l’abside verso ovest.
Aspetto esterno
La facciata, sobria ed elegante, è ornata di un bel portale ad arco a tutto sesto, semplice, a tre rincassi, ma di ampio respiro, ai cui lati si aprono due arcate cieche, anch’esse a tutto sesto, che conferiscono alla costruzione una sobria e severa eleganza.
Al di sopra si apre una bifora con colonnina centrale di marmo e capitello a stampella.
Sul fastigio, è incastonata una bella lastra altomedievale, databile al IX secolo.
Una croce ansata divide la lastra in quattro scomparti, in ciascuno dei quali è una figura.
In alto due uccelli, poggianti sui bracci della Croce; in basso, a sinistra, un uomo tira l’arco in direzione dello scomparto di destra, dove è raffigurato un cervo che bruca le foglie di un ramo germogliante dalla base della Croce.
Nel retro della chiesa è ancora visibile una parte dell’abside superiore con due feritoie per l’illuminazione.
Un campanile a vela è innalzato sulla sommità della parete, non in simmetria con il centro.
Interno
Attualmente la chiesa presenta una pianta ad aula basilicale priva di transetto con copertura a capriate lignee terminante in un’abside semicircolare.
Anticamente la copertura era realizzata tramite una volta a botte rinforzata da sottarchi, di cui resta, sulla parete sinistra, l’imposta della volta e dei pilastri che dovevano sostenere gli archi della navata, tracce ne rimangono anche sulla parete di fondo; attualmente presenta un presbiterio rialzato di soli due gradini rispetto al piano della navata.
In realtà, l’abside sfalsato su due piani rivela che in origine esisteva un presbiterio fortemente rialzato e una sottostante cripta, perduti nel corso dei secoli.
Nella zona presbiteriale, ad un’altezza di circa tre metri, sia nella parete destra che in quella sinistra, si scorgono delle sporgenze che costituivano il punto d’appoggio per la volta che sosteneva l’antico presbiterio sopraelevato.
Quel che resta della cripta è oggi completamente interrato.
Nella conca absidale, dietro l’altare attuale, vi resta ancora aperto lo scavo, rivelatosi infruttuoso, per la ricerca del corpo della Santa titolare già segnalato dall’abate Di Costanzo.
Nella parte posteriore della chiesa è ancora visibile una parte dell’abside superiore con due feritoie per l’illuminazione.
Le pareti interne, ora in larga misura in faccia vista, dovevano essere interamente affrescate, ne rimangono labili tracce ancora parzialmente coperte da intonaco.
A sinistra si trova un affresco non leggibile, si scorge solo un volto, a seguire doveva essere raffigurato un San Cristoforo di proporzioni, come di solito, gigantesche, ne rimane visibile un gambero di fiume che guazza tra i piedi del santo.
All’interno dell’abside è un affresco che ritrae una Vergine con Bambino ed il volto di un Angelo: tale affresco viene fatto risalire all’anno 1430 e da alcuni autori attribuito all’opera di Rogerino da Todi, che lavorò nella Chiesa di San Niccolò a San Gemini.
Ulteriori resti di affreschi non leggibili sono presenti nella parete destra in prossimità del presbiterio.
Di notevole interesse un quadro settecentesco del pittore Giovanni Andrea Lezzerini raffigurante un episodio della vita di Santa Illuminata.
Fonti documentative
SPERANDIO, B. Chiese romaniche in Umbria. Perugia – Quattroemme. 2001.
NESSI- CECCARONI, Da Spoleto a Massa Martana, Spoleto, 1978.
www.santailluminata.it
http://www.paesaggi.regioneumbria.eu/
http://www.comune.massamartana.pg.it/Mediacenter/FE/CategoriaMedia.aspx?idc=196&explicit=SI
http://www.umbria.website/content/chiesa-di-santa-illuminata-massa-martana
Nota
La galleria fotografica è di Alberto Monti e Sivio Sorcini,il testo è di Silvio Sorcini.