Abbazia di San Vittore – Cingoli (MC)
Cenni Storici
La campagna di San Vittore di Cingoli giace sui ruderi di un antica e fiorente città romana. Dopo la caduta dell’impero romano la località, al pari di altre, rimase in totale abbandono con i campi ridotti a paludi ed i torrenti straripati, fino a quando i Monaci Benedettini, che si erano lì stabiliti , dissodarono e coltivarono quelle terre, con la loro consueta industriosità e lavoro. Il Monastero dei Benedettini sorgeva dove attualmente si trova La Badia di San Vittore conservando sempre il nome di “Abbadia”, in ricordo dei Monaci. Villa Della Rovere è famosa anche per gli straordinari reperti romani che conserva. L’area occupata dall’odierna frazione di S. Vittore, posta alla sinistra del fiume Musone, ebbe un grande sviluppo durante l’età del Ferro. In questo sito era sorto un importante centro cultuale legato alla sorgente denominata “Fonte del bagno” o di “San Giovanni”. E’ probabilmente intorno a questo centro che si sviluppò un insediamento che nel corso del I sec. a.C. viene eletto a municipio romano. L’importanza di questa fonte viene ricordata anche da un’epigrafe degli inizi del I sec. d.C. che riporta una disposizione di legge mirante a preservarne l’integrità. Un’iscrizione oggi murata in un palazzo di Cingoli ricorda il restauro di una basilica presso S. Vittore. La presenza di un edificio pubblico di questo tipo implica pertanto che vi fosse un centro municipale indipendente e autonomo da Cingulum. Gli eruditi del XIX secolo identificavano il municipio con la città romana di Beregra, menzionata da Plinio il Vecchio. Fu il Mommsen a respingere questa attribuzione. Recenti studi hanno proposto di identificare il centro di S. Vittore con Planina finora ubicata presso Pianello di Castelbellino (AN).Della realtà urbanistica di S. Vittore restano purtroppo ben poche tracce. Intorno agli anni 1845-1846 venne scoperto un complesso sistema di ambienti pavimentati a mosaico, tra cui uno con scene di animali acquatici, e altri pavimenti in cotto; vasche rivestite di opus signinum collegate ad una rete di canalizzazioni riferibili ad ambienti termali. Gli scavi del secolo scorso hanno rimesso in luce sei sepolture a cremazione del I sec. d.C. e ambienti di una domus pavimentati a mosaici del II sec. d.C.. Al contrario sono stati numerosi i rinvenimenti sporadici di superficie: ceramiche di terra sigillata italica, unguentari, bottiglie e piatti, oggetti di vetro, ceramica a pareti sottili e lucerne a volute.
Fonti documentative
www.villadellarovere.com/