Abbazia di San Valentino de Arcis – Todi (PG)
Cenni Storici
Si trova nel tuderte, nell’omonimo vocabolo tra Fiore e Ponte Naia, ancora vi si celebra la messa il 14 febbraio e il primo martedì dopo Pasqua.
Antichissima chiesa abbaziale Benedettina che anche dopo essere stata abbandonata dai benedettini, probabilmente nel XIV secolo, ha continuato a mantenere il prestigioso rango di Abbazia con a capo un Abate.
Non si conosce con esattezza la etimologia del toponimo, potrebbe indicare che l’Abbazia, posta su un’altura,fosse anticamente fortificata.
La chiesa è documentata nei libri per il pagamento della Decima (Rationes Decimarum)con data 11 maggio 1275, in tale periodo era amministrata da un Priore e quattro canonici.
Nel processo di interdetto fatto dal papa contro i todini per avere espugnato Orvieto nell’anno 1332, tra i sacerdoti accusati vi è anche il Priore della chiesa di San Valentino de Arcis.
Nel 1404 era Priore della chiesa Don Antonio Grilli sacerdote napoletano.
Nel 1467 il Priore era Don Giovanni Andreucci insieme ai canonici Biagio Agostini, Giacomo Meneci e Cecco Carletti.
Dalla fine del 1500 i Priori che si susseguono appartengono alla nobile famiglia Clementini di Amelia: nel 1568 infatti Don Properzio Clementini succede ad Ascanio Clementini e nel 1619 troviamo Curzio Clementini.
Nella visita di monsignor Camajani redatta nel 1574 lo stabile è qualificato Collegiata o Priorato: nel testo la chiesa è descritta con le pareti in faccia-vista e risulta provvista dal sacro calice, dei paramenti sacri e decorata di un buon numero di immagini sacre nella tribuna dell’altare.
Sotto l’altare vi era una finestrella nella quale i fedeli con dolori al capo infilavano la loro testa per ottenere guarigione.
A causa di questa superstizione il Vescovo ne ordinò la tamponatura.
Giovanni Paolo Marini di Bologna, nella seconda metà del 1700, ne fu l’ultimo Abate essendo la chiesa passata in proprietà ai Beni del Seminario Vescovile di Todi.
Aspetto esterno
La facciata della chiesa è ornata da una finestrella, posta in alto a sinistra e da un portale Romanico, sormontato da un campanile a vela a un solo fornice, disposto centralmente.
L’abside è romanica, la tessitura della muratura, in conci di filaretto ben connessi, ne fa ipotizzare la costruzione ai primi dell’XI secolo.
Interno
L’interno, oggi trasformato per le esigenze della ricettività, è ad aula unica, con copertura a capriata.
Il catino absidale è intatto e conserva un affresco, del XVI secolo, di scuola dello Spagna, raffigurante la Crocifissione, con il Cristo raffigurato tra San Sebastiano, la Madonna, San Giovanni e San Valentino, sullo sfondo un panorama è una città, forse Todi; la mensa d’altare è dello stesso periodo.
La cripta, molto manomessa, si apre sotto l’alto presbiterio, è databile al secolo XI, reimpiega numeroso materiale di spoglio di epoca romana.
Ringraziamenti
Si ringrazia il signor Angelo Felice, direttore della Farm House San Valentino, per la cortesia, la disponibilità e le informazioni fornite.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
http://www.abbaziasanvalentino.com/it/appartamenti-di-lusso-abbazia-xiii-secolo-a-todi_3.html
Guarino F. Melelli A. – Abbazie benedettine in Umbria – Perugia Quattroemme 2008
Farnedi G., Togni N. – I monasteri benedettini in Umbria – 2014
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