Convento e chiesa di San Giacomo – Cerreto di Spoleto (PG)

Si tratta di un ex monastero femminile che sorgeva alle pendici del paese di Cerreto di Spoleto, oggi sede del CEDRAV Centro di Documentazione e ricerca della Valnerina.

Cenni storici

La Chiesa di San Giacomo, con il monastero annesso, si trova nella zona a valle di Cerreto, nei pressi di Porta San Giacomo.
Ospita oggi la sede del CEDRAV (Centro per la documentazione antropologica in Valnerina).
La chiesa presenta le caratteristiche tipiche del primo romanico spoletino, probabilmente risale alla fine dell’XI secolo o agli inizi del successivo, anche se le prime documentazioni risalgono al secolo XIV (Rationes Decimarum e Codice Pelosius).
Annesso alla chiesa era un monastero di Benedettine documentato dal XIII secolo, ma forse più antico, il Lascaris afferma che fu fondato da alcune “beghine” collegate a Sant’Agata di Spoleto, che poi optarono per la regola di San Benedetto.
Nel 1712 vi vivevano, in condizioni di estrema povertà, una dozzina di religiose, con due converse, fu poi soppresso nel 1783.
Probabilmente, nei pressi, doveva sorgere l’Ospedale di San Giacomo che il 29 aprile 1261 risulta aggregato all’Ospedale della Stella di Spoleto.

Aspetto esterno

La facciata, corrispondente alla parete sinistra della navata, è caratterizzata da una muratura in filaretti di concio ben connessi, ornata unicamente da un portale archiacuto, sulla cui lunetta è scolpita una croce.
Nella parete d’altare vi era una Visitazione del 1573, tela di Camillo Angelucci da Mevale, appartenente ad una delle più importanti dinastie di pittori della Valnerina, si legge la scritta Camillus. Agnelutius. Mevalensis. Pictor. Faciebat. A.D. 1573.

Interno

All’interno sono conservate alcune notevoli tele del secolo XVII tra cui una raffigurante i Santi Benedetto e Scolastica, e altra con i Santi Michele Arcangelo, Giacomo e Filippo Neri.
Le pareti conservano buona parte della decorazione a fresco del secolo XV, danneggiata e restaurata.
Sulla parete d’altare al registro superiore due figure prive di testa, la seconda raffigura, probabilmente, San Giovanni Battista, al registro inferiore San Rocco, San Pietro, San Francesco, San Giovanni Evangelista, Cristo in Croce, Madonna col Bambino, probabilmente dello scorcio del XIV secolo, segue un’Annunciazione del secolo successivo.
Sulla parete di destra, altri affreschi del XV secolo, nello stile del Maestro di Eggi, su due registri; in quello superiore la riproduzione di affreschi esterni ora persi Noli me tangere (Maddalena e Cristo), Crocifissione, San Giacomo, San Lorenzo.
In quello inferiore, la parte destra è quasi completamente persa, si scorge solo una testa di Santa, segue una raffigurazione della Santissima Trinità, Santa Lucia, San Benedetto.
Sulla stessa parete, sopra la porta un Giudizio Universale molto deteriorato, rimangono Cristo in gloria con angeli recanti i simboli della passione, San Michele Arcangelo e figure oranti del XV secolo.
Sulla parete opposta a quella d’altare sono parzialmente conservati vari affreschi del XV secolo, molti dei quali frammentari, su due registri.
Il superiore è completamente perso nella fascia mediana, probabilmente per la realizzazione di un soppalco, forse una cantoria.
Si riconoscono San Giovanni Battista, Madonna col Bambino e San Lorenzo.
In basso San Giacomo, Santo, Santa Martire, ancora San Giacomo, Crocifissione, Santa Caterina d’Alessandria, Sant’Elena, Sant’Agnesee Santa Scolastica.
Fra gli affreschi più degni di nota Annunciazione, Crocifissione fra Santi, e figure frammentarie nella parete superiore. Alcuni di essi, collocabili intorno della metà del secolo XV, sembrano affini ad affreschi della Chiesa di Santa Maria Assunta a Vallo di Nera, collegati all’ambiente del Maestro di Eggi.
Sulla stessa parete, a destra della porta che immette in un piccolo ambiente adiacente, Cristo in gloria con Angeli recanti i simboli della passione, S. Michele Arcangelo e figure oranti del sec. XV.
La parete di destra attuale è stata inserita in epoca successiva, ora delimita un piccolo ambiente già facente parte della chiesa principale.
Nella parete di fondo sono visibili affreschi di buona qualità e tutti riferibili ad uno stesso autore, della fine del secolo XIV, disposti su due registri: in alto San Giovanni Battista, Crocifissione con a destra la Madonna svenuta sostenuta dalle Pie Donne, ai piedi della croce Santa Maria Maddalena, a destra San Giovanni,segue Santa Caterina d’Alessandria e Santa Martire; al registro inferiore, largamente incompleto, l’Angelo annunzia alla Maddalena che Cristo non è più nel sepolcro e Noli me tangere.
Attraverso una porta si accede agli ambienti del monastero; sulla destra si notano resti di affreschi difficilmente leggibili.
Adiacente alla chiesa era il dormitorio delle Benedettine.
Al piano inferiore, in un ambiente del monastero voltato a botte, presumibilmente un oratorio, è un affresco della prima metà del XV secolo con il Giudizio Universale con Cristo giudice entro mandorla tra due Angeli che suonano la tromba, a sinistra, inginocchiata, Maria, ai lati gli Apostoli; al di sotto il committente, anime del paradiso e dannati.

Nota

La galleria fotografica è in parte di Raimondo Fugnoli, i testi sono di Silvio Sorcini.

Fonti documentative

A. Fabbi – Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
A. Fabbi – Storia dei comuni della Valnerina / Abeto (PG), presso l’autore, 1976
L. Fausti – I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto – Editoriale Umbra, Perugia, 1990
L. Fausti – Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo – Foligno 1913
L. Gentili – L. Giacchè – B. Ragni – B. Toscano -L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano - Roma, 1977
S. Nessi – S. Ceccaroni – Da Spoleto a Visso, Itinerari Spoletini – Spoleto, 1974