Abbazia di San Cassiano – Narni

L’Abbazia è molto particolare, da una vista da Narni sembra una fortezza se non fosse per il campanile, all’interno manifesta la sua imponenza di pietra.

 

Cenni Storici

L’Abbazia di San Cassiano è un’antica Abbazia benedettina situata nei pressi di Narni in provincia di Temi. L’Abbazia fortificata è ubicata sulle pendici scoscese del Monte Santa Croce, non distante dall’imboccatura della gola del piume Nera, in una posizione che domina l’antico tracciato della Via Flaminia.
L’Abbazia benedettina di San Cassiano risale al X secolo, al tempo del papa narnese Giovanni XIII (965-972) e di Santo Orso, abate. L’Abbazia sorse su un monastero fortificato risalente alle guerre gotiche (VI secolo); probabilmente esso fu voluto da un generale bizantino, Belisario, in analogia a quello dedicato a San Giovenale, fatto costruire a Orte al tempo del rapa Virgilio (558-555). I due monasteri fortificati dovevano vigilare sulla gola del Nera, che era l’ultima difesa del corridoio bizantino che assicurava la continuità territoriale fra Roma e Ravenna.
L’impianto originale fu manomesso nel trecento per dar luogo ad una costruzione articolata internamente in tre navate segnate da eleganti pilastrini con capitelli romanici.
L’interno della chiesa provoca la sensazione di trovarsi in uno spazio dove l’orologio del tempo ha smesso di camminare. Altra interessante particolarità che vi si ritrova è la presenza dell’arco a ferro di cavallo, elemento caratteristico dell’architettura orientale.
Il complesso di casette e cli fabbricati a servizio un tempo della, comunità di monaci è sovrastato da un elegante campanile a cuspide.
Il fabbricato della chiesa, benché modificato nel XIV secolo, resta legato ai modelli bizantini ( capitelli, pulvini, resti delle decorazioni).
L’Abbazia di San Cassiano è nominata per la prima volta con certezza in un documento dell’Abbazia di Farfa del 1081 tuttavia il ritrovamento cli un’iscrizione durante gli ultimi restauri effettuati negli anni settanta indica una datazione molto anteriore: infatti l’iscrizione era posta su un sarcofago di epoca romana, donato al probabile primo abate di 5an Cassiano (il beato Orso) da tale Crescenzio di Teodorada. Poiché Crescenzio morì nell’anno 984 D.C. ( fu sepolto nella chiesa di Sant’Alessío sull’Aventino), si può dedurre che l’abbazia esistesse già diversi anni prima e dunque la datazione è certamente da porre almeno alla seconda metà del X secolo.
Si hanno poi poche notizie certe, se non quella dell’anno 1334 relativa alla modifica dell’impianto dell’edificio dalla forma a croce greca a quello del modello basilicale a tre navate, con abbattimento delle estremità delle braccia trasversali. In quel periodo compreso fra gli anni 1598 e 1546 fu abate tale Gian Rinaldo Montoro; dopo tale indicazione mancano notizie certe e probabilmente fu intorno a quella data, a partire dal tardo XVI secolo, che iniziò la decadenza dell’abbazia con il progressivo abbandono dei monaci.
Seguì un periodo di totale abbandono e progressivo impoverimento dell’edificio, con le consuete asportazioni di tutto il materiale ritenuto di utilità, fino ai lavori di recupero effettuati a spese dello stato negli anni settanta, effettuati per forte interessamento del senatore Giuseppe Ermini che li associò, per reperire í fondi necessari, a quelli per la protezione della vicini ferrovia.
Durante í lavori di restauro dell’Abbazia di San Cassíano, sono state rinvenute due iscrizioni marmoree che illuminano la storia dell’Abbazia e di Narni.
Una delle due iscrizioni lega il nome di Crescenzío di Teodorada al nome del beato Orso e la seconda ci dà notizia del rinvenimento del corpo di quest’ultimo, avvenuta il 5 aprile del 1100.
La prima iscrizione è incisa su un piccolo sarcofago romano che fu donato all’Abate da Crescenzio. Poiché Crescenzío morì, nell’anno 984 e fu sepolto nella chiesa di Sant’Alessio sull’Aventino, possiamo ora affermare con sicurezza che l’abbazia esistesse già da qualche lustro e che Crescenzio ne fosse un benefattore.
Infatti la presenza a Narni di C. e la sua discendenza da Teodora Il e da Giovanni, dichiarata nell’iscrizione di S. Alessio combacia perfettamente con le date a noi note e ci prova come Giovanni padre, fosse proprio quel Giovanni, che, morta Teodora II, divenne vescovo di Narni, come ci assicura il Liber Pontificalis.
Il testo della seconda iscrizione è il seguente:
A(nno) D(omini) M(illesimo) C(entesímo) M(ense) AP(rilis) D(ie) V(h)CRECONDIT (um) (est ) BEATI URSI CORPUS;
Nell’anno del Signore 1100 il 5 aprile è stato ritrovato il corpo del beato Orso.
il beato Orso è probabilmente il fondatore o primo abate d San Cassiano.
Per quanto si riferisce all’Abbazia, dobbiamo convenire che .si tratta un Abbazia un po’ particolare perché non è collocata al centro di un comprensorio agricolo pianeggiante o collinare suscettibile d essere agronomicamente sfruttato, come le altre abazie benedettine narnesi, ma è insolitamente posta sulle pendici scoscese della montagna di Santa Croce, in posizione difficile da raggiungere.
Anche l’attuale strada di accesso è lunga e difficile perché deve aggirare i fianco destro della montagna, salire verso un piccolo altopiano disboscato e poi discendere verso la parte postica dell’abbazia che ha la facciata volta a levata del sole, e guarda verso la pianura ternana, nella direzione di Spoleto, da dove poteva arrivare il nemico.
Probabilmente í primi monaci benedettini all’inizio della loro presenza si installarono in un fabbricato preesistente ben più antico, forse un monastero bizantino fortificato.
L’epoca d questa presa di possesso dovrebbe essere stata almeno quella della seconda metà del. X sec ma forse anche prima.
Questo monastero che si trova all’imboccatura della gola del Nera sarebbe il pendant di quello costruito a Orte, da Belísario, in corrispondenza della fine della gola del fiume Nera che unisce la via Flaminia, che passa a Narni, con la via amerina che passa ad Orte.
l due monasteri dedicati ai rispettivi vescovi, potrebbero essere stati, un’idea del generale bizantino, una sorta di gemellaggio fra le due città che stanno all’estremità del corridoio.
La due città arroccate, praticamente imprendibili, che vigilavano sulle strade che portavano a Roma distesa sulla grande pianura della campagna, priva di ogni altra difesa naturale.
Coniugando insieme in un esame comparato le date dei monumenti narnesi e quelle a noi note della chiesa di San Cassiano potremmo cercare una collocazione temporale di questa costruzione, nella vicenda artistica di Narni.
Non è possibile che nel X secolo potesse sorgere l’ abbazia così come la vediamo, sarebbe stata costruita come Santa Maria di Visiano (Santa Prudenzíana) con materiale di fortuna; probabilmente il fabbricato della chiesa quando vi si installarono í benedettini già esisteva, magari in stato di fatiscenza ma recuperabile, era infatti tipico benedettino di utilizzare complessi edilizi in abbandono.
Durante il X secolo í Narnesi costruivano la non più esistente , chiesa di San Giovenale, poco dopo la distruzione di Narni nell’878 e la restituzione delle reliquie del santo trafugate da Adalberto cli Toscana. Era assai difficile che durante questo sforzo finanziario la città potesse gravarsi di un altro impegno.
Una seconda data relativa all’esistenza del monastero e della sua vita ce lo fornisce il Doc. 1129 del Regesto Farnense dal quale sappiamo che nel 1091 l’Abbazia di Farfa assorbì San Cassiano.
Ci troviamo ai tempi dei lavori dell’abside del Duomo nel l 322, a seguito l questi lavori l’antica abside romanica diventa gotica.
I lavori fatti a San Cassiano furono lavori di consolidamento, di adeguamento della chiesa del fabbricato e del campanile, che forse fu rifatto di sana pianta, come fu fatto per il portale polistilo di pietra a tutto sesto, tipicamente romanico, con grande ghiera di pietra locale e lunetta dipinta. Questi particolari, costituiti dal rustico campanile con le colonnine delle bifore di pietra con capitello a stampella, ed il portale, non hanno nulla in comune con i capitelli dell’interno. Ormai a Narni í tempi non erano più propizi per costruire una chiesa, con marmi così preziosi.
Si affaccia così sempre più prepotente l’ipotesi bizantina, atteso il fatto che il territorio narnese fu sotto il potere del ducato romano di dipendenza bizantina per quasi due secoli. Forse occupata definitivamente Narni dai Longobardi, la Chiesa-monastero fortificato perdette la sua motivazione strategica e decadde.
Certamente allorché fu ricostruito e rivitalizzato, la via di accesso al monastero era ben più agevole cli quella attuale, per via della comunicazione ancora possibile, tramite il Ponte di Augusto. La rifondazione del monastero fu presumibilmente intonata allo spirito della riforma cluniacense che fu favorita da Alberico di Roma durante gli anni del suo principato. Dalla data del 984 in cui avvenne la morte di Crescenzío della fondazione dell’abbazia, non abbiamo altre notizie sulla sua esistenza fino al 1091 allorché il monastero viene citato dal R. F.
Questo documento contiene la rinuncia fatta a torto collo del vescovo narnese Rodolfo sull’abbazia, che cessò d essere di diritto vescovile per entrare nel più vasto giro dell’abbazia di Farfa.
Dopo la citazione del K.r. del 1091 non troviamo altre notizie sull’abbazia fino all’anno 1275, anno in cui nelle Ratíones decimarum viene nominato per due versamenti: uno fatto dell’abate Bartolomeo che pagò al fisco papale XXVII libbre di monete cortonesi, e l’altro effettuato dal monaco Giovanni, per conto dell’abate, che verso XLIII soldi cortonesi. Un’altra data recano le mura del monastero ed è quella del 1534, anno in cui la chiesa dell’icnografia greca fu adattata al modello basilicale con tre navate, abbattendo le estremità delle braccia trasversali.
Questa data quasi coincidente con quella dei lavori di ampliamento della tribuna del Duomo di Narni che furono concordati tra i canonici e í priori nell’anno 1322.
Lavori la cui direzione fu affidata a Giovanni di Jacobuzio Loxerí probabilmente fu la stessa impresa ad eseguire i lavori, prima quelli del Duomo, poi quelli dell’Abbazia.
Questi lavori ci dimostrano come l’abbazia alla metà del XIV secolo fosse . ancora fiorente ed in buona salute. Un’altra evidenza ci si presenta quasi come una datazione; presenta lo stemma Eroli che è scolpito su una bifora del campanile della chiesa e che ci assicura che il campanile fu fatto durante il governo di un abate della famiglia Eroli ,non ancora identificato.
Verso il 1538- 1546, sappiamo che Gian Rinaldo Montoro era abate commendatario di San Cassiano.
Cominciò allora la decadenza dell’abbazia che fu abbandonata dai monaci e divenne beneficio di tanti ecclesiastici della curia romana, che forse mai la frequentarono ma solo riscuotevano í 200 scudi che erano la sua rendita. L’ultimo abate mitrato fu seppellito nella chiesa di San Francesco di Narni.
Il monastero caduto in completo abbandono, spogliato dai suoi documenti e di tutto il suo arredo e privato di tutto quanto era esportabile, in stato di completa collabenza, fu restaurato a spese dello Stato, negli anni 1970 per interessamento del Senatore Giuseppe Ermíni che con intelligenza e abilità riuscì a far includere la spesa per i lavori di restauro in quella prevista per la protezione della sottostante. ferrovia, dalla caduta .dei massi Prossimamente verrà pubblicato un libro che riporta in maniera ancor più cavillosa la storia della Narni e gli ultimi studi aggiornati sui monumenti presenti nel territorio.
 

Bibliografia

Cartello esposto all’interno dell’Abbazia
 

Mappa

Link coordinate: 42.524103 12.508317

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