Ponte di Tiberio – Rimini (RN)

Cenni Storici

Il Ponte di Tiberio, punto di partenza della Via Emilia Ariminum era snodo di importanti vie di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia: la Via Flaminia (220 a.C.), proveniente da Roma, la Via Emilia (187 a.C.), diretta a Piacenza, e la Via Popilia-Annia (132 a.C.), che collegava la città a Ravenna, Adria, Padova, Altinum e Aquileia. Di grande importanza era che il Porto di Rimini rappresentava la linea difensiva della flotta romana nell’ alto Adriatico, mentre Brindisi era quella nel basso Adriatico. Inoltre, Rimini ed Arezzo erano le città di difesa con legioni stanziali all’ epoca della II guerra punica.

Il ponte di Augusto e Tiberio, comunemente noto come ponte di Tiberio, è un monumento di Rimini dell’epoca dell’antica Roma. Fungeva da ponte sul fiume Marecchia, quando il suo corso non era ancora stato deviato. La sua costruzione iniziò nel 14 d.C. sotto il governo di Augusto mentre il termine dei lavori si ebbe nel 21 d.C., sotto il governo di Tiberio. Oggi è presente nello stemma della città. Costruito in pietra d’Istria come l’Arco, da esso riprende anche lo stile sobrio e allo stesso tempo armonico. La struttura è composta di 5 arcate a tutto sesto con delle edicole cieche tra le imposte degli archi. La grandezza di questi archi varia in maniera crescente man mano che ci si sposta verso il centro, dove si trova l’arco più grande. Ai bordi della pavimentazione presenta alcune lastre di pietra con iscrizioni latine. Dal ponte passavano due vie consolari: la via Emilia che arrivava fino a Piacenza e la via Popilia-Annia che arrivava sino ad Aquileia.

Dettaglio delle scritte in latino.
La presenza di due tacche somiglianti all’impronta di piedi caprini, sulla balaustra posta lato monte, contribuì a diffondere la leggenda di un ennesimo “Ponte del Diavolo”. Più verosimilmente poteva trattarsi di incavi per fissaggio di carrucole utilizzate per issare materiale dalle barche che arrivavano fin sotto il ponte. Un’altra leggenda vuole che il Ponte di Tiberio sia stato l’unico ponte cittadino traversante il fiume Marecchia che, durante la Seconda guerra mondiale, le forze armate tedesche non riuscirono a demolire. Una lettera pubblicata il 20 agosto 2015 dal giornale on-line Rimini 2.0 descrive il casuale incontro avvenuto negli anni 70 a Ginevra tra il professor Rosino Carlo Zanoni e un ufficiale tedesco durante il quale l’ufficiale ammise di essere l’anonimo “salvatore” del Ponte. L’ufficiale sembra essere, alla luce di questa lettera, l’allora maggiore Rudolf Rennecke.

Utilizzo attuale e il Progetto Tiberio
Tuttora il ponte di Tiberio rientra nella rete stradale cittadina ed è aperto al normale traffico, esclusi i mezzi pesanti.

Per approfondimenti maggiori: www.riminiturismo.it

 

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