Chiesa di San Valentino – San Valentino
Cenni Storici del castello
La chiesa di San Valentino sorge nella frazione omonima in posizione dominante sulla valle del Nera (m.272).
Il paese è un castello sorto come villa dipendente dal feudo abbaziale di S. Pietro in Valle.
Si può ancora individuare qualche traccia delle opere di fortificazione realizzate verso il 1453, dopo la concessione ottenuta dal Comune di Spoleto di cingere con mura l’intero abitato.
Il piccolo centro non ha mai avuto autonomia amministrativa ma dipendeva dal castello di Caselli, di cui ha seguito tutte le vicissitudini storiche, mentre dal punto di vista religioso apparteneva alla pieve di Civitella.
Nel 1712 contava 74 abitanti.
La chiesa
La chiesa di S. Valentino, legata al culto del santo vescovo di Terni.
L’edificio romanico, databile al principio del XIII secolo, con paramento murario in levigata cortina di conci e facciata a due spioventi con campanile a vela, conserva all’interno la decorazione a fresco, eseguita fra i secoli XIV e XVI, con le iscrizioni dei committenti delle immagini votive che ricoprono quasi interamente le pareti.
Questa chiesa alle origini doveva essere un Oratorio di cella monastica con attiguo ospizio, poi nel 1190 passò all’Abbazia di Ferentillo a cui fu confermata nel 1231 da Gregorio IX. Nel sec. XIV la troviamo appartenere al Plebato di Civitella (cod. Pelosius).
Nei pressi della villa ricorda un Ospizio per i pellegrini in vocabolo la Croce a valle, e una seconda chiesetta dedicata a S. Lucia.
Aspetto esterno
La facciata in filari di pietre ha una piccola abside del sec. XII una facciata monocuspidata con campanile a vela al centro. Attorno si addossano le case del piccolo villaggio.
Il portale che si apre nella parete laterale destra è un’aggiunta rinascimentale
Interno
Il Lascaris osservò gli affreschi della B.V. tra i santi Valentino e Biagio sulla parete dell’altare maggiore, e più in alto l’affresco del Crocifisso tra i santi. Osservò gli altri dipinti votivi tra i quali ricorda la Madonna del riscatto (del voto).
L’affresco centrale rappresenta il Crocifisso tra l’Addolorata e S. Giovanni; a sinistra S. Lucia e S. Felice, a destra S. Valentino e S. Caterina d’Alessandria, i cui nomi sono scritti in lettere gotiche nella fascia sottostante. E’ opera di un pittore locale della Valnerina del 1474.
Più al centro è uno scadente dipinto della Beata Vergine col Bambino tra due Angeli che sollevano una tenda, di un mediocre pittore prossimo al barocco, datato 1560.
A sinistra è il S. Valentino già notato, e a destra il S. Biagio è scomparso del tutto. Questi affreschi sono tutti anteriori ed estranei quindi allo stile de Lo Spagna, con qualche flessione toscana e abruzzese.
Iniziando l’osservazione dalla parete sinistra si osservano due registri di ex-voto. Nel primo in alto si nota un piccolo S. Antonio Abate e una Beata Vergine della fine del sec. XV.
Segue un S. Rocco datato : PIEREMILO F.F. PER VOTO 1526. Accanto al primo arco diaframma è un piccolo S. Rocco : 1526 ULIVERI E PICCHIU DE GERONIMI F.F. PER VOTO.
Oltre il pilastro è altro S. Antonio Abate dal volto maestoso e una B.V. in trono rinascimentale col Bambino che regge il cartiglio: EGO SUM VIA (1500).
l primo registro di sinistra termina coi votivi di S. Michele Arcangelo dall’ampia tunica, dal volto soffuso di ingenuità, mentre pesa le anime. Accanto, sopra l’architrave della porta di sacrestia è un S. Giovanni Battista.
Il secondo registro inizia con una Beata Vergine seduta in trono, dal volto soffuso di mistica serenità, col Bambino poppante. La mammella è modestamente coperta dalla fazuola della testa. Sono tutti dipinti incorniciati da finto mosaico su fondo di un tappeto bloccato.
S. Valentino, di Scheggino, ex-voto del sec. XV.
Segue un trittico della Beata Vergine in trono mentre sorregge il Bambino benedicente, poi la Madonna in piedi del voto o del soccorso (detta dal Lascaris del riscatto) che col manto protegge i due gruppi di devoti.
Una terza Beata Vergine col Bambino è accanto. Sono opere della seconda metà del sec. XV.
Più oltre è un S. Antonio Abate che sorregge libri, campanello e bordone con accanto un frammento della Beata Vergine col Bambino e di una Maddalena o S. Maria egiziaca.
Passando alla parete destra osserviamo all’inizio una Beata Vergine in trono col Bambino di lontani ricordi toscani: hoc OPUS FECIT FIERI TIRESIA MANECTI 1474.
Seguono in piccolo gli ex-voto di S. Pietro e S. Paolo dai corpi rigidamente legnosi e dall’espressione triste (1500).
Segue una bella S. Lucia col nome, ma illeggibile del committente, in ricco manto; e sotto l’arco diaframma un piccolo S. Sebastiano patrono contro la peste, colpito da 10 frecce, dalle forme tozze non belle (1487).
Sotto di lui si scorge una testa di S. Antonio Abate.
Nel fornice tra i due archi diaframma è l’ex-voto di S. Gregorio Magno, certamente ricordo dei Benedettini, dal volto ancor giovanile, benedicente (1487).
Nello stesso fornice segue una Beata Vergine di tre quarti col Bambino che abbraccia il olio materno.
Segue una piccola S. Lucia giovanissima.
Nel secondo fornice presso l’entrata su due registri notiamo altri votivi.
Sopra un trittico della Beata Vergine col Bambino tra S. Sebastiano e S. Rocco: COLLECTIS PER MASSARIOS ISTIUS AD HONOREM B.V.M. ET S. SEBASTIAN’ ET S. ROCHI PER VOTO (ca. 1470). Opera di pittori locali mediocri. Il S. Sebastiano è oberato da 13 frecce e le forme fisiche sono sommarie.
Nel secondo registro è altro trittico della Beata Vergine col Bambino tra S. Caterina d’Alessandria e S. Antonio Abate volti dignitosi aulici.
Termina la parete con un piccolo S. Rocco che fece fare: JULIANA UXOR GERONIMI PER VOTO (ca. 1526 come l’altro della parete opposta).
Fonti documentative
http://www.comune.scheggino.pg.it
Storia dei Comuni della Valnerina di Don Anzano Fabbi