Chiesa di San Fortunato – Cibottola (PG)
Cenni storici
La chiesa parrocchiale, ubicata all’interno del castello di Cibottola, è dedicata a S. Fortunato.
Eretta quasi sicuramente prima del Mille, è documentata dall’inizio del Trecento e nel 1360, secondo il manoscritto del Belforti-Mariotti, si ha menzione di un Ospedale unito alla chiesa dedicato a S. Antonio, detto poi S. Fortunato.
Nel manoscritto del Belforti-Mariotti si ha menzione, in relazione al 1360, di un Ospedale di S. Antonio, detto poi S. Fortunato, unito alla chiesa.
Dal Liber beneficiorum risulta che la chiesa era posta alle dipendenze del monastero di Pietrafitta e la sua prima iscrizione la catasto risale al 15 dicembre 1434 con una rendita di 9 libre e due soldi, successivamente compare anche nel catasto del 1489 e nel’estimo del 1444.
Nel 1462 il patrimonio della chiesa era andato gradatamente aumentando fino a raggiungere un massimo di 51 libre e 19 soldi.
Dalla visita pastorale eseguita dal vicario del vescovo Della Corgna il 6 settembre 1565 si apprende che nella chiesa era già esistente il fonte battesimale.
Nel 1942 la chiesa ha subito il rifacimento del tetto mentre l’ultimo restauro è stato fatto nel 1946 che non ha apportato modifiche sostanziali all’architettura.
Aspetto esterno
La facciata è molto semplice a capanna con un portale in cotto e soprastante cornice modanata sovrastata da un’apertura superiore definita da curvatura della piattabanda ripetuta nella soglia, forma tipica del ‘700.
Lateralmente un contrafforte a scarpa si trova nella posizione centrale sinistra.
Il campanile a vela con bifora a due campane si trova lungo la stessa parete sinistra alla fine del presbiterio.
Le pareti laterali sono in pietra ben lavorata e compaginata, alla maniera romanica.
Verso il retro, ove è collocata la canonica, si vede in basso sia a sinistra che a destra, un’apertura ad arco tamponata che costituiva una volta a botte di attraversamento.
Interno
L’interno, a navata unica, presenta tre archi a sesto acuto, che formano Quattro campate mentre il presbiterio è coperto con volta a botte e vele laterali, le pareti sono decorate ed alcune parti con antichi affreschi che risalgono al XIV secolo.
Entrando, sulla destra, si trova un’acquasantiera di travertino, antichissima, e il fonte battesimale in pietra arenaria, già esistente all’atto della prima visita pastorale, 6 settembre 1565, eseguita, mentre era parroco don Alessandro Adami, da Donatus Torrius, allora vicario del Vescovo della Cornia.
La prima campata a destra è adornata da sei affreschi, discreti conservati, riproducenti nell’ordine S. Pietro martire, S. Domenico, S. Ludovico da Tolosa, S.Lucia, e S.Filomena, ai quali fa seguito, Madonna con il Bambino, a capo reclinato, come in atto di benevolo ascolto verso i fedeli che le si fermano davanti.
Tra quest’ultimo affresco e precedenti esisti una certa differenza stilistica dovuta al fatto che, mentre nei primi domina la staticità caratteristica della pittura bizantina, nella Madonna si nota un tentativo di movimento, come d’ispirazione giottesca; si pensa infatti che a realizzare l’affresco della Madonna sia stato un allievo di Giotto.
Segue una tela di discreta fattura raffigurante la Madonna del Carmine e le anime del Purgatorio (tale dipinto, del secolo XVIII, è anonimo e non più presente nella chiesa).
Sul piedritto del terzo arco, affresco del Cinquecento, quasi sicuramente di scuola umbra, riproducente un piccolo angelo.
L’altare maggiore, dedicato alla Beata Vergine delle Grazie, è dominato dalla tavola della Madonna con il Bambino e presenta sullo sfondo una veduta del castello di Cibottola (a sinistra) e del convento francescano di S. Bartolomeo (a destra).
Autore dell’opera del pittore Giovanni Tronfi di La Spezia, che lo eseguì nel 1944.
Girano attorno alla tavola 15 formelle quadrate con affreschi riproducenti i 15 misteri del Rosario.
Detto altare gode dell’indulgenza quotidiana.
Ai lati di esso spiccano due grandi tele, della fine del secolo XVII, raffiguranti La visita di Maria SS. a S. Elisabetta (destra) e S. Antonio da Padova (sinistra).
Sulla parete di sinistra, entrando, grande tela ad olio del 1611, riproducente una Crocifissione con i santi titolari Bonifacio, Fortunato, Pietro martire e Giorgio; tale dipinto è stato restaurato nel 1946 dal pittore Serena.
Sul primo piedritto, affresco con S. Pietro apostolo che mostra le chiavi e sulla campata, una tela non datata raffigurante S. Margherita da Cortona.
Sul terzo piedritto, affresco con S. Rocco.
Nell’ufficio parrocchiale, da ammirarsi altre due tele di discreta fattura, forse del XVIII secolo, riproducenti S. Bonifacio Vescovo di Utrecht e S. Antonio da abate.
Al limite tra la parte della chiesa destinata ai fedeli e il presbiterio vi sono quattro tombe comuni, interdipendenti, individuate da una semplice pietra a raso pavimento, l’ultima delle quali (a destra), destinata ai bambini, porta incisa la seguente dicitura; Angeli fanciulli (1722).
Le altre tre erano riservate agli adulti.
Nota
Tutte le tele di cui si parla nell’articolo non sono più presenti nella chiesa.
Fonti documentative
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3622
http://www.visitpiegaro.com/il-territorio/cibottola-e-il-suo-castello.html
http://www.umbria.ws/content/chiesa-di-san-fortunato-piegaro
Da vedere nella zona
Castello di Cibottola
Convento di San Bartolomeo
Castello di Pietrafitta
Abbazia dei Sette Frati