Chiesa della Madonna delle Carceri – Montecastello di Vibio (PG)
Cenni Storici
La Cappella della “Madonna delle Carceri” si trova lungo la strada che scende verso valle da Porta Tramontana la destra dopo un centinaio di metri.
Nel corso delle ricerche d’archivio sono emersi documenti, finora inediti, relativi alla chiesa della Madonna delle Carceri.
Riteniamo opportuno trascriverne alcuni dal momento che spesso la storia di questo luogo religioso è stata confusa con quella di Santa Maria delle Grazie, attribuendo ad entrambe l’origine al 1505.
Le trascrizioni, eseguite per questa occasione, sono tratte dalle fonti documentarie originali del Fondo Visite Apostoliche e Pastorali dell’Archivio della Curia Vescovile di Todi che rappresentano in ogni diocesi (per quelle che hanno la fortuna di conservarle) il documento ufficiale incontrovertibile ed inappellabile dello stato di tutte le chiese, cappelle, oratori del territorio che ogni vescovo era obbligato a visitare facendo redigere il verbale dal protonotaio apostolico che l’accompagnava.
La chiesa della Madonna delle Carceri, o della Visitazione, la cui festa cade appunto il 2 luglio, compare per la prima volta nella Visita del vescovo di Todi, cardinale Marcello Lante, del 14 giugno 1624.
In questa occasione il vescovo non vi permise la celebrazione della Santa Messa dal momento che nell’oratorio aveva trovato soltanto un “ara portatile” e rinviò la celebrazione del sacro rito a quando la struttura si fosse dotata di un altare fisso, cioè in muratura.
La presenza dell’ara portatile, cioè provvisoria, è forse la testimonianza certa che nel silenzio delle Visite Camaiani (1574), Cesi (1597, 1600-1603), Lante (1606-1608, 1606-1613), l’origine di questo oratorio, sorto come luogo di preghiera e successivamente trasformato in un più sicuro luogo di culto, possa essere collocata intorno al secondo decennio del XVII secolo.
La trasformazione risulta pienamente realizzata al tempo della Visita del cardinale Altieri del 20 agosto 1650.
Alcuni elementi descrittivi, quali, ad esempio la presenza di una venerata icona con l’effige della Madonna (…provideatur de velo diaphano ad coperiendam iconam beate Virginis…), presumibilmente preesistente sembrano voler accomunare l’origine della Madonna delle Carceri a quella di Santa Maria delle Grazie.
Da una relazione del 6 giugno 1716 (AVT, Enti ecclesiastici, Monte Castello) apprendiamo che nella chiesa di Santa Maria delle Grazie c’era l’obbligo di dire due messe al mese, una per la festa dell’Assunzione e l’altra il primo giugno.
Contestualmente, quanto all’altra chiesa di Santa Mara delle Carceri, il relatore scriveva che la custodia della chiesa era affidata ad un priore “eletto dalla comunità” per la festa della Visitazione.
Il titolo di “Madonna delle Carceri” lo troviamo anche in una delibera del Consiglio datata 19 marzo 1826, che vista l’imminente caduta del tetto a causa del mancato restauro della cappellina e considerando che la sua demolizione sarebbe costata quanto il restauro, impegnò la spesa di 41 scudi e 91 baj e mezzo, per recuperarla.
Nonostante quel recupero, le condizioni peggiorarono sempre più, fino al punto che qualche anno fa il tetto era quasi tutto crollato, le finestre non esistevano più e gli affreschi abbandonati alle intemperie, (i pochi metri quadrati rimasi in piedi a ridosso dell’immagine della Madonna sembravano volerla proteggere), le condizioni erano quasi uguali a quelle del 1826.
Molto si discusse, ma nessuno intervenne e così la montecastellese Anna Rita Frollini in Marchetti, particolarmente legata a quella chiesa ormai in rovina, incaricò Alfredo Brachini (proprietario di una ditta edile del paese) di restaurarla, affidando il restauro degli affreschi alla mano del pittore Benedetto di Todi che lasciò allo stato originale solo le immagini sacre dell’altare, dicendosi disposta essa stessa con le proprie risorse al pagamento dei lavori e dei materiali.
A questo punto, grazie all’intervento di circa 300 persone mosse dalla devozione sotto la spinta della Sig.ra Anna Rita contribuirono economicamente ed offrirono materiali ed anche le famiglie più disagiate offrirono somme ingenti, mentre altri lavorarono gratuitamente per il suo recupero.
I soldi raccolti (2.065.900) risultarono più delle spese effettuate (2.038.190).
Così, il giorno 11 novembre 1971, si celebro nuovamente la messa nella Chiesa della Madonna delle Carceri e l’affluenza e la devozione dei numerosissimi partecipanti fu davvero commovente.
Per quell’occasione la Banda Musicale di Marsciano venne a rendere più solenne questo momento: prima di quella data, ogni anno si festeggiava la Madonna delle Grazie il 2 luglio con la Santa messa, ma proprio da quel 1971 nacque la Festa della Madonna delle Carceri.
Aspetto esterno
La chiesa si presenta squadrata in pietra priva di abside con tetto a capanna.
La facciata ha un portale sovrastato da una finestra che garantisce l’illuminazione interna ed ai lati due finestre che consentivano ai pellegrini la vista dell’immagine sacra custodita all’interno.
Altre quattro finestre si aprono due a due sulle pareti laterali, il campanile a vela a doppia fornice, sistemato in facciata è in asse con il portale.
Interno
L’interno ha le pareti intonacate prive di affreschi, mentre la parete d’altare è completamente decorata.
Al centro l’immagine della Madonna in trono con il Bambino ed ai lati Santa Caterina da Siena e San Bernardino sovrastata da una lunetta con al centro la colomba dello Spirito Santo.
A destra e a sinistra dell’immagine sacra l’Angelo e la Vergine annunciata ed entrambi sovrastano delle finte nicchie dipinte.
A lato interno della porta una bella acquasantiera in pietra e a fianco appeso alla parete un quadro con la foto della chiesa con il tetto crollato prima del restauro.
La festa
La festa, di carattere religioso e civile, è animata da spettacoli e balli all’aperto e dalla caratteristica cucina locale. Si svolge in estate nel periodo compreso fra l’ultimo venerdì di giugno e la prima domenica di luglio di ogni anno e si conclude, con lo spettacolo pirotecnici.
Fonti documentative
Pietro Caruso – Montecastello di Vibio e il suo Territorio ieri e oggi – 1996
http://www.montecastellodivibio.gov.it
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto-Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione.
da vedere nella zona
Castello di Montecastello di Vibio
Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo
Chiesa della Madonna delle Grazie
Abbazia di San Lorenzo in Vibiata
Chiesa di Santa Illuminata