Castello di Oro – Piegaro (PG)

Il paese è molto caratteristico e per certi versi anche ben tenuto, il problema è la presenza di macchine in posti dove non dovrebbero stare, ma oramai l’abitudine di portare l’auto fino alla porta di casa è diventata un cancro che ha metastasi dappertutto.Peccato!

 

Cenni Storici

Piccolo borgo fortificato posto a 305 metri s.l.m., a breve distanza da Castiglion Fosco, a cui è stato sempre unito e sotto la cui ombra ha sempre vissuto.
Sconosciuta la sua origine ma riferibile molto probabilmente al secolo XII, a quel periodo cioè in cui nel contado perugino sorsero molti villaggi, la maggior parte dei quali rimasero aperti (ville), mentre alcuni si circondarono di mura e torri, divenendo castra, cioè castelli.
II primitivo nome della località sembra sia stato “Loro”, poiché sotto tale voce appare nel “Liber impositionis bladi” del 1260: villa Auri (in italiano volgare divenne Loro).
Nelle elencazioni successive non compare, per cui non solo è sconosciuta la sua consistenza demografica ma il termine “Castrum Auri”, castello di Oro, che la tradizione le attribuisce, non è confermato da nessuna fonte storica.
E se tuttora permangono importanti ruderi, come una porta discretamente conservata, un tratto di cinta muraria e una torre d’angolo, catastalmente non esiste alcun accenno in base al quale si possa stabilire con sufficiente sicurezza che Oro sia stato un castello, centro di un territorio.
Al massimo si può considerare la località un insediamento più o meno compatto e accentrato, ma senza avere le caratteristiche del castrum.
La località pertanto non ha memorie storiche proprie, per cui i rari avvenimenti che hanno contrassegnato la sua esistenza si disperdono o si confondono con quelli del castello vicino più importante, cioè Castiglion Fosco, nel cui distretto era compresa.
La circoscrizione territoriale di tale castello era infatti molto ampia e si spingeva fino al torrente detto Cestola, comprendendo anche le parrocchie di Collebaldo, Oro e Colle S Paolo.
 

Aspetto

Del la struttura rimane ben conservata una porta, una torre angolare e un tratto di cinta muraria ed alcuni edifici con mura sostenute da contrafforti.
Una parte del castello, comprendente anche la vecchia chiesa di Santa Lucia è stata recentemente acquistata da persone degli Stati Uniti che stanno provvedendo al recupero, alla ristrutturazione e al consolidamento di una buona porzione di castello.
 
 
 

Chiesa di Santa Felicissima

Le poche notizie di cui siamo venuti in possesso riguardano pertanto la storia ecclesiastica.
La chiesa parrocchiale, sotto il titolo di S. Felicissima e situata fuori le mura, è molto antica perché si trova descritta fin dal 1350 nel catalogo delle chiese territoriali di Perugia, conservato nell’archivio di S. Pietro. Nel catasto del 1361 è allibrata per 14 libre, mentre nell’estimo del 1444 è iscritta per 29 libre.
Era sede di una compagnia o congregazione di laici detta del nome di Gesù, la cui fondazione, con le debite licenze, risaliva al 1619.
Mancarlo altre notizie in proposito.
L’edificio, ben conservato, ha subito nel corso dei secoli vari rifacimenti, l’ultimo dei quali, nel 1988, l’ha reso com’è attualmente.
La facciata principale presenta una finestra circolare sopra la porta d’ingresso, a sinistra della quale una lapide ricorda caduti della mina guerra mondiale.
La decorazione interna è opera del pittore locale Cesare Graziani.
Entrando nell’unica navata si trova a destra il fonte battesimale e un dipinto raffigurante S. Pio X; a sinistra una tela ad olio, dl data incerta ma in buono stato di conservazione, rappresenta la Vergine col Bambino. Segue, sulla destra, l’altare dell’Addolorata, sotto la statua un piccolo dipinto mostra Gesù coronato di spine (particolare della testa).
L’altare maggiore è dedicato a S. Felicissima, la cui statua però si trova sopra l’altare di sinistra.
Il pavimento è di mattoni e in prossimità del presbiterio, a destra, una pietra a raso indica la presenza di una tomba comune sotterranea, destinata, fino alla proibizione di tumulare nelle chiese (1810), ad accogliere e custodire le spoglie mortali dei fedeli.
Nella Sacrestia si può ammirare una scrivania e un mobile di noce, oltre a un paratorio della fine del XVIII – inizio del XIX secolo.
Dalle relazioni di alcune visite pastorali risulta che per un certo periodo di tempo e per comodità della popolazione le funzioni parrocchiali furono esercitate nella chiesa di S. Antonio, situata dentro le mura.
Di detta chiesa, che le antiche cronache riferiscono di proprietà della famiglia Cherubini, non rimane traccia.
Anche la chiesa di S. Lucia, all’interno delle mura, appartenerne alla Confraternita dei Disciplinati é semidistrutta e sconsacrata da circa 12 anni.
L’altare di tale chiesa era sormontato da una grande tela ad olio del XVIII secolo riproducente S. Lucia e un’altra santa non identificata, in buono stato di conservazione.
Nel 1819, secondo la relazione della visita pastorale fatta dal vescovo Cittadini, la parrocchia di Oro contava 272 anime, così ripartite: 80 di non comunione e 192 di comunione.
 

Il presepe

Ogni anno la comunità di Oro allestisce all’interno della chiesa di S. Felicissima un caratteristico presepe che investe pressoché tutta la chiesa, infatti lo stesso celebrante si trova nel bel mezzo dell’allestimento mentre dice la messa.
Il presepe è visitabile dal giorno 8 dicembre e viene mantenuto fino alla fine delle feste natalizie.
Accanto alla chiesa è stato realizzato un piccolo circolo ricreativo che organizza anche la festa della santa che ricorre il 12 agosto e che richiama un gran numero di persone.
 

Fonti documentative

S. Pistelli G. Pistelli – Memorie di una terra: Piegaro e i suoi Castelli – 1992
 

Mappa

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